Uzbekistan: “Sulle tracce della civiltà perduta”

L’analisi in merito del professore Kudret Bulbul dalla Facoltà delle Scienze politiche dell’Università di Yıldırım Beyazıt.

1193184
Uzbekistan: “Sulle tracce della civiltà perduta”

Il titolo sarebbe stato “Sulle tracce della civiltà perduta”. Magari sarebbe meglio. Pero’ non sarebbe “Illuminazione perduta” come vediamo nello studio di Frederick Starr. Infatti l’illuminazione è un concetto che porto’ via l’occidente dalla sua tradizione e non conosce una guida tranne l’intelligenza che è unroadmap che l’ha portato ad oggi. Le due guerre mondiali sono i prodotti dell’illuminazione. Infatti la civiltà perduta che stiamo cercando, è una diversa roadmap basata sulla giustizia.

 

Voglio parlare della mia visita in Uzbekistan. La settimana scorsa ero presente in Uzbekistan in occasione del simposio, organizzato in collaborazione delle Università di Sabahattin Zaim e quella nazionale di Uzbekistan, sostenuto dalla TIKA e ADAM (Centro di pensiero e ricerca di Ankara)

Ho letto qualcosa sulla regione prima della mia partenza. Pero’ sono molto limitati i documenti su Uzbekistan e Asia centrale e la maggior parte delle fonti non si trova nelle librerie ad Ankara. Infatti ci sono un sacco di studi in inglese, ad esempio “A historical Atlas of central Asia” di Yuri Bregel.

 

Turkestan

 

Coloro che hanno la conoscenza storica in Turchia e in Uzbekistan, spesso sottolineano che la vasta regione geografica nominata attualmente “le Repubbliche turche”, nel passata veniva nominata “turkistan” e dopo l’occupazione sovietica, le sovietiche avevano usato i nomi diversi per questa regione allo scopo di frammentarci. Purtroppo col tempo il nome “Turkistan” era dimenticato anzi è stato tagliato fuori. Noi, come i turchi della Turchia, abbiamo conosciuto “Turchistan” grazie al defunto presidente Turgut Ozal, dopo la dissoluzione dell’Unione sovietica.

 

Un ricordo di un partecipante dimostra la gravità della situazione: “Io, sono sopreso quando ho visto gli uomini kazachi, kirghizi o uzbechi che pregavano in un documentario “Via della seta”. Persavo che queste comunità non esistessero più. Pero’ ho saputo che sono ancora esistono”. Senzadubbio è molto importante conoscere il passato e riconoscere quello che è successo. Il termine di Turkistan indicava alla geografia in cui abitarono questa comunità. Pero non ci porta più avanti sottolineare spesso a questa situazione. Questa situazione non si è vissuto solo nell’Unione sovietica ma queste frammentazioni sono ripetute nei diversi stati-nazione del mondo. Nella geografia ottomana c’erano 51 stati. Si deve concentrare sul svolgere le relazioni.

 

L’architettura

 

A Tashkent ci ha accolto la pioggia di primavera. Durante il viaggio dall’aeroporto all’albergo, ho visto una città molto verde. Danno nell’occhio gli alberi alti, il carattere storico ben protetto della città. Mi sentivo come attraversare un museo d’aria aperta a Buhara. Non c’era niente che mi dava fastidio, c’era una profonda serenità nella città. Gli edifici nuovi sono in armonia con quelli vecchi. Non è possibile distinguere cio’ che nuovo da cio’ che vecchio.

 

Scienza e civiltà

 

Le madrasa in Uzbekistan mi hanno colpito molto. Mi è piaciuto tanto vedere il livello alto giunto nel 15esimo secolo nella scienza e nella cultura.

“In occidente non esisteva un’edificio dell’educazione cosi affascinante  e cosi inclusivo nel 16esimo secolo” ha detto il professore Mehmet Emin Goktas quando abbiamo visto la Madrasa di Kukeldas. Un’altro luogo magnifico è la Piazza di Registan che è stata inserita nella lista del patrimonio culturale dell’Unesco nel 2001. La piazza è circondata dalle madrasa di külliye, Ulug Bey, Sirdor e Tilkari. La madrasa di Ulug Bey fu costruita sull’ordine di Ulug bey, il IV sultano dell’impero di Timur. La grandezza magnifica delle madrasa dimostra l’importanza che veniva data all’istruzione e alla scienza nell’epoca.

Tra le centinaie di madrasa, solo due madrasa,  Kukeldas a Tashkent e Mir Arap a Buhara, sono ancora attive. E’ molto triste vedere queste madrase che non continuano all’istruzione. Dall’altra parte le università storiche come Oxford e Harvard continuano all’istruzione nei loro edifici antichi. E’ necessario aprire all’istruzione queste madrasa in Turchia e in Uzbeshistan per non perdere la coscienza di civiltà, la tradizone a la storia.

 

 

 

 


etichetta: #Uzbehistan

NOTIZIE CORRELATE