Città di Van

Il mostro del lago e un gatto a colazione.

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Città di Van

La Turchia confina con tre mari su tre confini, con il Mar Nero a nord, il Mar Egeo a Ovest e il Mediterraneo a Sud.

Sul quarto lato, a Est, c’è un lago così grande che potrebbe essere chiamato “mare”.

Il Lago di Van, non lontano dal confine con l’Iran, è il più grande lago del mondo senza un emissario.

E’ largo quasi centoventi kilometri ed è profondo quattrocentocinquanta metri: è salato, quindi non gela d’inverno, e influenza il clima della regione.

Il capoluogo della provincia, l’antica città di Van, è a soli cinque kilometri dal lago.

Dominata dall’antica cittadella, costruita nel Nono Secolo Avanti Cristo, Van è famosa in tutta la Turchia per la bellezza della regione.

Il periodo ideale per visitarla è in primavera o all’inizio dell’Estate, anche perché Van detiene il poco invidabile record della temperatura più bassa mai registrata in Turchia: quarantasei gradi sotto zero, nel 1990.

Si dice spesso che ogni regione della Turchia sia famosa per qualcosa di specifico, e contribuisca come una tessera di un mosaico alla bellezza e alla cultura del paese.

Ma poche regioni così lontane dalle grandi città, hanno influenzato le abitudini quotidiane dei Turchi come Van.

Le parole “Van Kahvaltisi”, “La Colazione di Van”, sono familiari per chiunque abbia soggiornato in Turchia.

Il moderno rituale della “kahvalti”, la colazione turca fatta di piattini e assaggi di formaggi, olive, insalate, marmellate e ogni ben di dio, è basata sulla tradizione culinaria di Van, che si è estesa e adattata al resto della Turchia.

In ogni città che si rispetti c’è almeno un ristorante che espone l’insegna o un cartello avvisando che lì si offre la “Colazione di Van”. I clienti poi discutono se quella è la “vera” colazione di Van o se non fosse stata meglio l’anno prima, o se fosse migliore nel ristorante dell’amico di un cugino...

Ma a parte i rituali che si sono diffusi da lì, la tradizione culinaria di Van è ricchissima e intrigante.

La regione è famosa per i suoi formaggi alle erbe, in particolare quelli tradizionali all’aglio selvatico. La vicinanza fisica e culturale con la Persia ha influenzato anche la cucina, con l’uso del melograno e del suo succo.

Anche in archeologia la vicinanza con l’Iran e l’Impero Persiano ha lasciato un’eredità: l’unica iscrizione Achemènide conosciuta al di fuori dell’Iran si trova nella cittadella di Van: il re Dario I, famoso per essere stato sconfitto dai Greci a Maratona, fece preparare la pietra e suo figlio Serse il Grande vi fece incidere un’iscrizione trilingue.

Il testo in Persiano antico, Babilonese e Elamìta fu usato dal francese Eugène Burnouf per decifrare la scrittura cuneiforme persiana.

Non rimangono solo iscrizioni in pietra e castelli dall’antichità.

Una bizzarra, spaventosa tradizione locale voleva che nel lago vivessero dei mostri, i “vishap”, simili a draghi con scaglie di pietra.

Gli antichi Armeni credevano che un dio scendesse di tanto in tanto nel lago per uccidere ogni “vishap” che fosse cresciuto tanto da divorare il mondo. Il vento che soffiava dal lago veniva chiamato “il respiro del vishap”.

La tradizione morì con la fine del paganesimo, e veniva raccontata dagli abitanti di Van e dagli storici come una curiosità locale.

Ancora in epoca ottomana ci furono casi di persone sparite in riva al lago, con testimoni che giuravano di aver visto un mostro trascinarle nel lago.

Poi nel 2007 è comparso un video, generalmente considerato un falso, che mostra una creatura o un oggetto muoversi in mezzo al lago: come il falso video del Mostro di Loch Ness, ha risvegliato la curiosità per il “Mostro”.

Studi dell’Università Yuzuncu Yil e persino una puntata di “Destination Truth”, un programma del canale fantascientifico “SyFy”, hanno tentato di verificare o risolvere il mistero del Mostro del Lago di Van, senza trovare alcun indizio.

Ma recentemente, a sorpresa, ci sono stati avvistamenti di strane creature che nuotavano nel lago.

A differenza degli avvistamenti precedenti e del video, questi sono stati verificati scientificamente, e le creature sono state viste nuotare da migliaia di testimoni.

Si tratta di animali pelosi, con orecchie puntùte e una lunga coda, quattro zampe, un muso appuntìto e la bocca fornita di zanne.

Non sono grandi, ma la caratteristica più evidente è che hanno un occhio verde e uno blu: i locali li chiamano “Gatti di Van”, e pare che siano gli unici gatti che non solo amino l’acqua, ma amano nuotare e vivere nei pressi del lago.

A differenza dei gatti di Ankara, che da veri montanari hanno gambe più corte e pelo molto più lungo, i gatti di Van non sono una razza riconosciuta in tutto il mondo. Sono soprattutto gatti di strada, e si calcola che ce ne siano meno di cento.

La razza “Turco Van” riconosciuta dalle federazioni feline internazioali è in realtà una selezione inglese di gatti di Van incrociati con quelli di varie città turche, per selezionare le caratteristiche più interessanti delle varie razze.

Un paio d’anni fa, un gatto di Van che viveva in riva al lago diventò famoso in tutto il mondo perchè fu fotografato insieme ad una giovane volpe: i due amici vivevano, giocavano e cacciavano insieme.

Non si sa se abbiano tentato di truffare un burattino di legno, ma sembravano passarsela bene.

Molti turisti hanno raccolto e tentato di adottare gatti di strada a Van, ma l’esportazione è regolata severamente e può essere complicata.

Anche se molto lontana dalle zone più turistiche della Turchia, Van è una zona di vacanze ed è facile trovare alberghi e pensioni. Il modo migliore e più facile per arrivarci è in aereo dalle principali città, ma l’avventura di un viaggio in autobus, lungo quasi 24 ore da Istanbul, dovrebbe essere considerata.

Ne vale la pena, per avere l’occasione di avvistare i piccoli, adorabili mostri del lago di Van.


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