Hıdırellez e Edirne

Edirne è la città simbolo della vocazione europea della Turchia.

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Hıdırellez e Edirne

La “Kakava” a Edirne nel giorno dell’Hidirellez
Fondata dall’Imperatore Adriano, e conosciuta come Adrianopoli per secoli, fu la prima capitale Ottomana in Europa.
Restò capitale per soli 90 anni, fino alla Conquista di Istanbul  ma quel secolo la trasformò da avamposto militare in una città magnifica, una delle perle dell’architettura ottomana.
La moschea Burmali, con i minareti decorati a spirale e la Eski Cami sono al centro della città. La celebre moschea Selimiye, capolavoro di Mimar Sinan, è il gioiello che rende Edirne unica: i suoi quattro minareti identici, alti più di 70 metri, furono i primi con più di un balcone, lo şerefe, da dove i muezzin chiamano alla preghiera.
Ogni minareto della moschea Selimiye ha tre şerefe, raggiungibili ognuno da una diversa scala a spirale.
L’interno della moschea, sotto una cupola poco più alta di quella dell’Aya Sofya di Istanbul, rivela la genialità dell’architetto ottomano: nonostante gli otto pilastri, lo spazio interno appare totalmente libero, e la mirhab, la nicchia che indica La Mecca, è visibile da qualsiasi punto dell’interno.
Oggi Edirne è una tranquilla città di frontiera, a poco più di 200 kilometri da Istanbul, famosa soprattutto per il festival estivo di lotta nell’olio.
Ma c’è un altro giorno, o meglio, una notte in cui Edirne diventa il centro di un mondo.
La notte tra il 5 e il 6 maggio è una notte speciale in Turchia.
Fuochi vengono accesi nei villaggi, giovani e anziani si radunano nelle piazze e festeggiano l’inizio dell’Estate.
E’ la notte dell’Hidirellez: in questa notte, si racconta che i profeti Elia e Hizir si incontrino sulla Terra, e abbiano il potere di esaudire i desideri dei fedeli.
Come in tutte le civiltà contadine, anche in Turchia l’arrivo della Primavera coincide con la stagione delle speranze di abbondanza, ma in Anatolia erano considerate solo due stagioni, Estate ed Inverno.
L’Hidirellez è l’inizio della stagione estiva, che dura fino al 4 Novembre: sono “i giorni di Hizir”, i giorni dell’Estate, del bel tempo, dell’abbondanza e dei desideri esauditi.
In ogni comunità della Turchia la celebrazioni sono diverse, ma la leggenda è uguale: si dice che nella notte tra il 5 e il 6 maggio i due profeti vaghino sulla terra.
Innumerevoli anéddoti raccontano di incontri con due misteriosi compagni, che dopo aver ricevuto ospitalità in una famiglia povera scompaiono al mattino lasciando doni preziosi se trattati bene.
Altre volte sono persone disperate, con parenti malati, che dimenticano la loro condizione per aiutare o ospitare i due sconosciuti. La loro generosità viene sempre ricompensata con la soluzione ai loro problemi.
E’ una tradizione molto viva e popolare che spiega molto della famosa ospitalità turca: questi aneddoti non servono tanto a dare incentivi alla generosità, ma a ricordare che anche le persone più bisognose hanno qualcosa da dare, mentre anche le più fortunate hanno desideri inespressi o necessità.
Nel giorno di Hidirellez non si deve rifiutare l’elemosina: la tradizione vuole che spesso Hizir ed Elia si presentino come mendicanti, e mettano alla prova la generosità e il buon cuore delle persone.
I desideri vengono scritti sulla sabbia, in riva al mare o ad un fiume, o su foglietti di carta che poi vengono gettati n mare.
In alcune province i foglietti con i desideri vengono sepolti sotto un albero o un cespuglio di rose, sempre vicino ad un lago o alla riva di un fiume: Hizir, il profeta che bevve alla Fonte della Vita, e che secondo alcune tradizioni sarebbe sopravvissuto al diluvio, è fortemente associato all’acqua, come l’abbondanza che rappresenta.
A Edirne l’Hidirellez coincide con la festa detta “Kakava”, la più importante cerimonia del poplo Rom, particolarmente numeroso in Tracia.
La leggenda vuole che i Roma abbiano imparato a celebrare la festa in Egitto, associandola con il miracoloso passaggio del Mar Rosso ricordato dai Copti.
Per due giorni le strade di Edirne sono invase da una folla colorata e festante, al suono di decine di orchestrine ambulanti: si balla, si canta, si legge il futuro e si accendono fuochi.
Poi i giovani saltano sul fuoco, in un rituale diffuso in tutto il Medio Oriente e il Mediterraneo.
E’ una prova di coraggio e anche una speranza di buon auspicio: se riescono a saltare attraverso le fiamme senza danni, e senza toccare le braci, avranno un anno pròspero. Altrimenti, sarà un anno difficile.
Durante i festeggiamenti, in una pentola vengono raccolti piccoli doni, fiori, anelli, orecchini. In un’altra, vengono raccolti foglietti di carta con desideri o poesie.
Alla fine della serata, le pentole vengono sepolte sotto un cespuglio di rose, e la mattina dopo vengono aperte.
Le poesie e i desideri vengono letti uno ad uno, e si fa a gara a indovinare a chi si riferiscano: se si indovina, la persona a ui era dedicata la poesia riceve in regalo uno dei piccoli doni dell’altra pentola.
A Edirne la municipalità si occupa dell’organizzazione e il Festival si svolge all’interno della stessa arena della lotta nell’olio.
Alla fine, si preparano giganteschi pentoloni di pilav, riso bollito che viene distribuito in segno di abbondanza e prosperità per l’anno nuovo.
Tutti tornano a casa con la speranza di cominciare bene la stagione estiva, quella più propizia per il raccolto, gli studi, l’amore.
Hizir, con il consiglio di Elia, potrà esaudire i desideri dei giusti entro un anno.
Ma se il desiderio non si avvererà, non vuol dire un rifiuto: si deve solo riprovare l’anno successivo, forse c’era qualcuno più bisognoso da aiutare. E nel frattempo, meglio non dimenticarsi di sorridere ai due anziani signori seduti al tavolino accanto...


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