Agenda Turco-Mondiale

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Agenda Turco-Mondiale

Negli ultimi giorni il gruppo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante ha condotto degli attacchi che hanno scosso il Medio Oriente. Con i suoi decine di migliaia di membri armati, il gruppo ha occupato facilmente Mossul, Tikrit e dintorni. Le zone sunnite dell’Iraq sono state sotto il dominio del gruppo Isil. La situazione è in grado di cambiare non soltanto la mappa dell’Iraq ma anche del Meido Oriente. Se le invasioni vengono consolidate, allora l’Iraq può essere diviso in tre parti. Cosi, sarà realizzato lo scenario per l’Iraq disegnato già nella guerra avvenuta nel 90-91. Se l’Isil continua gli attacchi anche in Siria, può essere cambiata la mappa fisico-demografico del Medio Oriente, abolendo i confini iracheno-siriani creati dall’Inghilterra e dalla Francia dopo la prima guerra mondiale.

La situazione porta con sè alcune domande precise. Cosa è l’Isil? Quali sono i suoi obiettivi? Da dove deriva il suo potere?Perchè non incontra resistenza? Poter rispondere ad esse domande è importante per capire il futuro del Medio Oriente.

Come si può capire dal nome l’obiettivo dell’Isil è creare uno stato islamico che comprende l’Iraq e la Siria. La caratteristica dello stato si baserà sulle tradizioni sunnite. La percezione dell’Islam da parte del gruppo è jihadista, radicale che definisce ‘infedeli’ altri musulmani. Rispetto agli standard del mondo civile, il gruppo è a favore del regime autoritario. Quando il gruppo ha occupato Mossul, ha fatto capire la sua ideologia con le regole che hanno portato nella provincia. Si può dire che lo stato che costruirà il gruppo non sarà accolto positivamente nel Medio Oriente. Un tale regime non sarà approvato nè dagli stati occidentali nè da quelli regionali.

Se l’Isil fa preoccupare cosi tanto la regione, allora com’è cosi forte? Come riesce ad occupare facilmente Mossul e Tikrit in Iraq e Rakka in Siria? Tali domande possono essere spiegate con due risposte. Innanzitutto in Iraq ed in Siria c’è la mancanza di autorità. Non esiste in Iraq un esercito forte e munizioni efficaci da poter rendere sicure le province. L’amministrazione Maliki non possiede un’esercito organizzato ed un popolo pronto a proteggere la patria. In Iraq, tranne in alcune città non esiste neanche la sicurezza urbana. In Siria, a causa della guerra civile in corso, è impossibile che il regime Assad sia potente sull’Isil. E’ anche sostenuto che alcune società e tribù in Iraq ed in Siria siano simpatizzati del gruppo.

Le armi pesanti, le munizioni ed i militanti sono dei fattori che ci possono spiegare il potere dell’Isil. Si dice che il gruppo abbia un esercito composto da 40mila militari. La maggior parte di questi militari sono i giovani, con la cittadinanza europea, arrivati in Iraq attraversando la Siria. Anche se non è proclamato ufficialmente, le fonti economiche e militari del gruppo provengono dall’Europa e dagli stati regionali.


La tesi più interessante del gruppo è rafforzare la presenza sunnita nella regione distruggendo l’egemonia dell’Iran. E’ un fattore che combacia con l’interesse e la politica di alcuni stati. Anche se essi non condividono l’ideologia dell’Isil, non rispondono agli atti violenti del gruppo. Il successo degli attacchi dell’Isil deriva anche dalla posizione degli stati occidentali. Ad esempio ci fa incuriosire perchè gli Usa e l’Ue non prendono delle misure serie per le invasioni dell’Isil. Perchè la NATO, l’Onu ed altre organizzazioni di sicurezza non hanno applicato sanzioni serie sul gruppo?

Gli stati regionali colpiti dagli attacchi dell’Isil sono rimasti scioccati. La Turchia ad esempio è stata minacciata. Il Consolato turco a Mossul è stato occupato e 49 cittadini turchi sono stati presi in ostaggio. Anche 31 autisti turchi nella regione sono fra gli ostaggi del gruppo. Per il momento continua la diplomazia delle autorità turche per salvare gli ostaggi.

A causa della questione degli ostaggi, l’Isil sfida la Turchia per quanto riguarda gli interessi della politica estera. Si può dire che la diplomazia di ostaggi prenderà in ostaggio anche la politica estera ed interna della Turchia. La risoluzione della crisi di ostaggi, dipenderà dalla posizione della Turchia nella politica estera ed interna.

E’ necessario che tutti gli organi statali ed attori politici in Turchia agiscano insieme. Le attività non devono essere un mezzo per la concorrenza politica. Nè negoziati con l’Isil nè operazioni contro l’Isil servono agli interessi della Turchia. Se gli alleati occidentali di Ankara e gli stati regionali collaborano contro la minaccia del gruppo, ovviamente le azioni avranno successo. L’Onu e la Nato sono indispensabili nella risoluzione di tali questioni di sicurezza.

(l’analisi del Professore Ramazan Gozen, presso l’Università Marmara d’Istanbul nel dipartimento delle Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali)


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