Falso in bilancio, dopo annuncio riforma governo prende tempo

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Falso in bilancio, dopo annuncio riforma governo prende tempo

ROMA (Reuters) - La stretta sul reato di falso in bilancio, annunciata ieri dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, non si è ancora tradotta in emendamento al disegno di legge sulla corruzione, che è all'esame di una commissione del Senato, e l'intero provvedimento arriverà in aula per il voto non prima del 17 marzo, con due settimane di ritardo sul programma originale.

La giustizia rimane ancora un terreno scivoloso per l'esecutivo di Matteo Renzi, tanto che alla Camera la proposta del Pd di allungare i tempi di prescrizione per i reati di corruzione in un disegno di legge parallelo è passata oggi ma con il voto contrario di Area popolare, la costola centrista della maggioranza.

"Il falso in bilancio è ora al vaglio del ministero per i rapporti con il Parlamento", ha detto il viceministro della Giustizia Enrico Costa, uscendo dalla commissione Giustizia di Palazzo Madama, per giustificare il ritardo, senza sbilanciarsi su quando il nuovo testo potrà essere presentato.

Come annunciato ieri dal Guardasigilli, la riforma prevede l'abolizione di qualsiasi soglia al di sotto della quale non c'è reato e l'innalzamento delle pene nel massimo a cinque anni da due per le società non quotate e a otto anni da sei per quelle quotate.

La legge in vigore, quella del governo Berlusconi del 2005, dice che non sono punibili le falsità che determinano una variazione del risultato economico di esercizio, al lordo delle imposte, non superiore al 5% o una variazione del patrimonio netto non superiore all'1%.

La misura è stata giudicato troppo blanda da una parte del Pd, perché la pena di cinque anni non autorizzerebbe l'uso delle intercettazioni per indagare sul reato, dato che questo strumento investigativo è possibile per crimini con pene dai sei anni in su.

"Non c'è nessun problema nella maggioranza per quanto riguarda il provvedimento sulla corruzione", ha puntualizzato Giorgio Tonini, vicepresidente del gruppo del Pd al Senato, secondo cui il rinvio dell'approdo in aula del ddl, come chiesto da Fi, serve "per approfondire i nodi aperti sul tema".

"La palla, come sempre è in mano a palazzo Chigi, che ha ora in mano il testo sul falso in bilancio scritto al ministero della Giustizia", dice una fonte della maggioranza.

L'opposizione di M5s e Sel accusa Renzi di non voler "strappare" sulla giustizia con Forza Italia e dice che starebbe cercando un compromesso con Silvio Berlusconi.


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