Direzione Türkiye

Dal Bosforo di Italia al Bosforo di Türkiye.  Il ‘Diario di Bordo’ degli alunni dell’Istituto tecnico «Piria» di Reggio Calabria

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Da studiosi o semplicemente assidui lettori capita che, scartabellando qua e lá, ci si imbatta in qualcosa che solletica la propria curiositá. E cosí, presso la Biblioteca Comunale di Reggio Calabria, del tutto inespettatamente, si trova tra le mani uno scritto peculiare che a suo modo mira a connettere le diverse sponde mediterranee. Italia e Türkiye, infatti, si incontrano, non soltanto letteramente, ma soprattutto fattivamente grazie all’esperienza di un gruppo di studenti che dal 4 al 12 marzo 1972 si sono recati in viaggio di istruzione a Istanbul e Izmir, solcando le acque del noto Mare Nostrum con tappa intermedia in Grecia. ‘Diario di Bordo’ degli alunni dell’Istituto tecnico «Piria» di Reggio Calabria é un’opera unica perché nata dall’iniziativa scolastica di un gruppo di docenti che hanno puntato alla creazione di ponti tra due terre legate da molteplici e profonde complementarietá storiche e geografiche. In fondo, in queste colonne é stato affermato più volte quanto il sud Italia, e nello specifico la regione Calabria, rappresentata degnatamente dalla sua bella Reggio, porti con sé un importante bagaglio culturale condiviso con la Türkiye. Non stupisce, dunque, che il viaggio della scolaresca si sia mosso in direzione Istanbul, cittá che, come Reggio Calabria, é solcato da uno stretto che in questo caso non divide solo due regioni, ma addirittura due continenti, per poi approdare a Izmir (Smirne), il cui patrimonio storico e archeologico segna un comune denominatore con la Magna Grecia italiana.  In questa avventura é la nave ‘San Giorgio’ a traghettare i giovani reggini sulla rotta del Pireo alla scoperta di tesori non ancora noti ai più e perciò utili ad arricchire la conoscenza, ma anche l’ anima. La rubrica di bordo é scritta con una  fluida e puntuale simpatia, volta a cristallizzare l’esperienza di navigazione e le emozioni della scoperta in un frangente di vita, intese ad ergersi a  monumento che durerá nel tempo nel regno dei ricordi. E’ Lunedi 6 Marzo 1972 quando i ragazzi si svegliano al suono del gong, utile richiamo del docente che attira l’attenzione verso il sorgere del sole sullo stretto dei Dardanelli. Accompagnata dai tuffi di melodici delfini, la nave procede accostando prima l’isola di Marmara, descritta come ‘La più’ pescosa del Mediterraneo’; ‘I pittoreschi isolotti’ della Isole dei Principi per giungere alle 15.45 alle porte di Istanbul. ‘Qui arriviamo dopo aver percorso un ampio semicerchio attorno alla penisola sita tra il Mar di Marmara e l’insenatura del Corno d’Oro (detto cosí perché appunto ha la forma di un corno ed assume un aspetto dorato quando vi splende il sole)’, si legge nel Diario che descrive  Istanbul come ‘Grande metropoli, che sta a cavallo tra due continenti, che appre illuminata da un magnifico sole e tutta adornata di famose e grandiose Moschee’. Non a caso, questo capitolo del Giornale di Bordo é titolato ‘La Metropoli delle Moschee’. Il primo impatto dei giovani reggini é con il ponte di Galata, ‘che attraversiamo confondendoci con la pittoresca moltitudine di passanti che sciama frettolosamente: pensiamo si tratti di impiegati e operai stimolati dal desiderio di raggiungere rapidamente la propria abitazione dopo una giornata di lavoro’, puntualizzano. Sul calare delle tenebre della sera l’arzillo gruppo si dice improvvisamente attratto dalla ‘Voce tonante del ‘muazzin’ che richiama a raccolta per la rituale preghiera’ e, come gli stessi studenti confidano: ‘Per una strana associazione di idee, il nostro udito ascolta con nostalgia le campane che, nello stesso momento, scandiscono nelle nostre contrade i delicati e lenti rintocchi dell’ Ave Maria; e il ricordo della famiglia si fa più struggente’. Le prime impressioni, scandite da note di colore e da quell’hüzün o malinconia che dir si voglia che Istanbul porta tradizionalmente con sé.  La gente e’ scrutata profondamente e agli occhi curiosi appare  ‘Vestita all’europea, ma ha un aspetto inconfondibile (...) Le stesse strade hanno qualcosa di moderno, ma in pari tempo qualcosa di antico e sorpassato’. E’ questa la caratteristica tipica di Istanbul e della Türkiye, colta alla perfezione dallo sguardo giovane e genuino degli avventurieri reggini che riconoscono nei Turchi un tratto davvero distintivo: ‘L’ospitalitá amichevole e affettuosa’. Dopo una meticolosa visita, Istanbul viene ricordata come un centro in continua palpitazione ‘Con un’ anima, una cittá che non si dimentica’ (...) ‘Fatta non soltanto di edifici moderni e antichi, che ha qualcosa in sé che pervade e conquista’.  Il mercoledi successivo, 8 marzo 1972, la navigazione riprende alla volta di Izmir, ‘Perla della costa Egea della Türkiye; il porto più importante della Türkiye asiatica’. Allo ‘Splendore di Efeso’ é dedicato un’ intera sezione che ripercorre la tormentata storia di quest’area. ‘L’impressione generale é che Smirne, pur trovandosi in Asia, mostra il volto di una tipica metropoli europea’, scrivono marcando il contrasto con Istanbul che, ‘Sorge sulla parte europea, ma presenta l’aspetto, il fascino e il mistero del continente asiatico’.  La passeggiata a Selcuk, la visita a Efeso, i pranzi innaffiati ‘Con il buon vino «Dikmen» e «Kavaklidere» di Türkiye’, accompagnano la narrazione degli studenti dell’Istituto Piria che, immersi nelle tradizioni locali, con una certa ironia rimangono stupiti anche dal colorito stile di guida alla turca.  E’ Sabato 11 Marzo 1972 quando il gruppo salpa  ‘Verso İl Bosforo d’Italia’ in un mare alquanto agitato che rende il rientro turbolento. Ma é la Calabria e Reggio Calabria a calmare i corpi e gli spiriti: ‘ E’ alla vista dello Stretto, di questo stupendo Bosforo di Italia, dove si conclude una meravigliosa e indimenticabile crociera’, chiosano gli intrepiti viaggiatori, le cui parole denotano una grande consapevolzza: il forte legame e connessione tra due terre importanti e due culture che hanno molto da dirsi e da darsi.

 

A cura di Valeria Giannotta



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