Agenda - I limiti della normalizzazione regionale

Vi riportaiamo l’alalisi in merito del professore Murat Yesiltas, il direttore per le ricerche sulla sicurezza.

1748673
Agenda - I limiti della normalizzazione regionale

 

Per un po il Medio Oriente e’ il teatro di un processo di normalizzazione diplomatica. Dopo un lungo periodo di conflitti e disordini, i principali attori della regione hanno adottato un roadmap che prevede una trasizione dal conflitto alla diplomazia. Questo pocesso di normalizzazione risale all’accordo israelo-emiratino (noto anche come Abraham Accord). Sucessivamente anche  Bahrein, Marocco  sono stati aggiunti al processo aprendo un dialogo.

Vi riportaiamo l’analisi in merito del professore Murat Yesiltas, il direttore per le ricerche sulla sicurezza/SETA.

La primavera araba ha trascinato i paesi della regione in diverse aree di conflitto e ha reso sempre più depoli molti paesi, soprattutto la Siria, la Libia, il Yemen e l’Iraq. Le potenze tradizionali della regione come l’Arabia Saudita, l’Iran e l’Egitto, compresa la Turchia, si sono concentrati sul grantire la sicurezza nazionale.

Anche i piccoli paesi del Golfo come gli Emirati Arabi Uniti e il Qatar si sono stancati molto in questo processo. Israele è stato considerato come il vincitore di questo processo, anche se le minacce contro di esso sono state diversificate di giorno in giorno. Mentre i paesi arabi si indebolivano, due importanti rivali, Iran e Turchia, sono entrati in una guerra per procura della Siria. Attualmente i paesi della regione conducono diverse iniziative per abituarsi a questa nuova era.

Una tale iniziativa e’ stata sorprendemente per la prima volta tra la Turchia e gli emirati uniti. I due attori, che hanno dovuto di affrontare le diverse difficolta’ al termine delle primavera araba, hanno deciso di concordarsi. il primo ministro israeliano Naftali Bennet si è recato ad Abu Dhabi, per incontrare il principe emiratino Mohammed bin Zayed al Nahyan. Un’altra prima volta: mai prima d’ora un leader israeliano aveva incontrato in via ufficiale le massime autorità degli Emirati Arabi Uniti. Appena prima della visita di Bennet, Qatar aveva ospitato il presidente Recep Tayyip Erdogan. La visita di Erdogan sottolineava quanto sia importante il Qatar per la Turchia. Un’altra visita cruciale a Doha e’ stata fatta  dal principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, la visita quasi rappresentava il vertice del processo di normalizzazione dopo l'embargo avviato nel giugno 2017 contro Doha da Arabia Saudita.

Prendendo in considerazione tutte queste inizitive, diciamo che sorge un nuovo periodo di riconciliazione nella regione. Pero sarebbe inutile avere alte aspettative.

Inanzitutto il primo fattore deriva dal fatto che gli sforzi di normalizzazione sono emersi in un periodo in cui la sfida tra le parti si scalda. Sarebbe impossibile vedere una riflessione positiva sulla regione di un caos sistematico mentre la rivalita’ tra USA –Cina e Russia-Occidente si sta trasformano in un conflitto. A tal riguardo l’attenzione degli Stati Uniti sembra di spostare dal Medio Oriente alla Cina.

Nonostante l’amministrazione Biden abbia dichiarato il contrario, quanto accaduto in Afghanistan rappresenta una lezione per gli attori in Medio oriente.

Il secondo punto importante riguarda le dispute non risolte al livello regionale. La Libia, il Libano, il Yemen, l’Iraq e in particolare la Siria occupano il primo posto quando si parla degli scenari più probabili con potenziale conflitto. Ancora e’ troppo presto per dire che i conflitti sono terminati. Un altro problema e’ che non esiste un consenso sul fronte della lotta politica del conflitto.

Il terzo e piu’ importante punto è che il programma nucleare iraniano e’ una questione ancora non ben definita. Scendere al compromesso, anzi compromessi è doveroso per Teheran per ottenere una conseguenza concreta dai negoziati di Vienna. Non risolvendo il problema, aumenta la possibilita’ che Israele costruisca un’asse con partecipazione Londra, Washington e paesi golfici. Cio’ significa l’eliminazione dell’aera di normalizzazione nella regione.

Di conseguenza, il processo di normalizzazione, nata da una scelta obbligatoria, ha tanti elementi fragili.

 



NOTIZIE CORRELATE