Agenda / Israele entra in un nuovo periodo di isolamento

Vi presentiamo le valutazioni del Prf. Murat Yeşiltaş, autore e direttıre delle ricerche d, s,curezza presso SETA.

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Agenda / Israele entra in un nuovo periodo di isolamento

Mentre continuano ininterrottamente gli attacchi israeliani verso Gaza, il governo di Netenyahu  entra in un nuovo periodo di isolamento ad un livello mai visto nella sua storia. Eccetto all’amministrazione di Biden e alcuni paesi europei, non essiste piu’  un altro paese che sostenga apertamente le politiche di genocidio dell' Israele. Israele viene isolato sia a livello globale che regionale , il che non rende piu’ sicuro il fututo del paese.  Israele entra in un nuovo processo delle quali conseguenze  dovrà affrontare dopo che dal 7 ottobre ha ucciso più di 40mila persone, il 70% delle quali era donne e bambini, per la sua cosiddetta sicurezza. Questo nuovo processo indica una  profonda crisi di sicurezza non solo per lo stato israeliano ma anche per il popolo ebreo. Se Netenyahu continua il suo barbarismo a Gaza, questa crisi davanti all’Israele non sarebbe piu’ una questione risolvibile e si apparira’ un problema vitale riguardo all’esistenza dello Stato di Israele.

Dopo il 7 ottobre, le basi di legittimità di Israele sono completamente scomparse. Israele non è solo una potenza occupante, ma anche uno Stato processato dalla Corte internazionale di giustizia come sospettato di genocidio, i cui leader hanno ricevuto l’ordine di essere arrestati dalla Corte penale internazionale, e che è isolato nelle organizzazioni internazionali e diplomatiche. Questo isolamento avra’  due risultati importanti. Perdita di legittimità e aggravamento della crisi della sicurezza.

La prima questione da aggravare la crisi di sicurezza di Israele e da  trasformarla in un problema di esistenza sono le pratiche brutali dell’amministrazione  Netanyahu contro i palestinesi che vivono a Gaza, come genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. In questo scenario, Israele non sta conducendo una normale guerra a Gaza. Superando anzi i limiti , non è nemmeno possiamo definire come una “guerra”  cio che ha fatto Israele a Gaza dal 7 ottobre. Perché l’esercito israeliano mira  i civili, la maggioranza dei quali e’ donna e bambino. Tutti gli strumenti che utilizza come metodo hanno già oltrepassato i limiti del diritto all’autodifesa e servono consapevolmente allo scopo di distruzione pianificata di una certa comunità etnica e religiosa. Più recentemente, il fatto che Israele abbia preso di mira il rifugio temporaneo utilizzato dai civili a Rafah, che descrive come una “zona sicura”, è un’azione deliberata e intenzionale in termini di diritto internazionale.

 Nel contesto della cosiddetta operazione militare condotta da Israele dal 7 ottobre, il governo israeliano ha commesso numerose azioni che costituirebbero crimini di guerra, genocidio e crimini contro l’umanità.

A causa di queste azioni, la legittimità di Israele sul fronte del diritto internazionale si trova ad affrontare una profonda crisi. Le accuse nel contesto del caso di genocidio presentato dal Sud Africa alla Corte internazionale di giustizia hanno già posto Israele nella posizione di paese genocida. Indipendentemente dall'esito della decisione della corte, il genocidio di Gaza da parte di Israele ha sconvolto la narrativa globale dell'identità statale costruita attraverso le sue stesse finzioni storiche. Oltre al caso di genocidio della Corte Internazionale di Giustizia, le discussioni sull'arresto della Corte Penale Internazionale e sulla decisione del processo nei confronti di funzionari israeliani sono similmente un'altra sfida che Israele deve affrontare sul fronte del diritto internazionale. Con questa decisione, Israele ha fatto parte di due processi, sia davanti che al di fuori delle Nazioni Unite, e la sua crisi di legittimità sulla base del diritto internazionale si è aggravata.

La crisi di legittimità di Israele non si limita al fatto che a causa delle sue azioni esso deve affrontare l'accusa di essere un regime genocida illegittimo ai sensi del diritto internazionale., Israele si è trasformato in uno stato diplomaticamente isolato a livello globale e regionale. Anche se ha cercato di superare il suo isolamento regionale con gli Accordi di Abraham prima del 7 ottobre, la normalizzazione regionale è terminata dopo il 7 ottobre e Israele è stato nuovamente isolato diplomaticamente. Durante questo periodo, molti stati hanno rivalutato il loro rapporto con Israele e iniziato a sostenere la Palestina e la soluzione dei due Stati. Infine, il riconoscimento ufficiale dello Stato palestinese da parte di Spagna, Irlanda e Norvegia è uno dei precisi indicatori che Israele ha perso nell’arena di diplomazia. Inoltre , il numero dei paesi che riconoscono la Palestina è salito a 142.

Un altro ambito della solitudine dell’ Israele nell’arena di diplomazia è la dimensione delle organizzazioni internazionali. Israele è diventato uno stato le cui pratiche sono criticate da molte organizzazioni internazionali, in particolare dalle Nazioni Unite. In questo senso, l'adozione di una nuova risoluzione da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che modifica lo status di osservatore della Palestina è un passo rivoluzionario contro le politiche di Israele. Sebbene la risoluzione non sia stata ancora approvata dal Consiglio di Sicurezza, essa è emersa simbolicamente come risultato delle pratiche illegittime di Israele a Gaza. Molte organizzazioni regionali hanno incluso nella loro agenda anche i crimini di guerra e le pratiche genocide di Israele a Gaza e hanno rilasciato dure dichiarazioni contro lo Stato di Israele.

Israele, che perde la sua legittimità davanti al diritto internazionale e la sua legittimita’ diplomatica davanti alla politica internazionale, ha perso completamente anche la sua legittimità nella coscienza dell’umanità globale. Mentre Israele viene protestato in diverse citta’  e capitali europee, soprattutto negli Stati Uniti, a causa del genocidio che sta commettendo a Gaza, anche molte aziende che sostengono Israele vengono boicottate. Sebbene i doppi standard nelle università statunitensi cerchino di restringere l’ambiente libertario a favore di Israele, Israele e il sostegno degli Stati Uniti a Israele sono già stati condannati. Questa ondata di manifestazioni è molto significativa poiché è una delle proteste più estese a cui abbiamo assistito negli ultimi 20 anni.

Di conseguenza, sembra che Israele sia in una profonda crisi di legittimità. Questa crisi è vissuta sia nella dimensione giuridica, nella dimensione della diplomazia internazionale e nella dimensione della coscienza umana globale. È molto difficile per Israele riconquistare questa legittimità perché le sue politiche genocide a Gaza non saranno mai cancellate dalla memoria dell’umanità.



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