Turchia chiama Italia

A Istanbul il tutto esaurito per la Carmen a firma di Vincenzo Grisostomi Travaglini

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Turchia chiama Italia

Un grande successo la Carmen di Bizet andata in scena lo scorso 27 Luglio a Istanbul all’interno del 13mo Festival dell’Opera di Internazionale,  a cura della Direzione Generale dell’Opera e Balletto di Stato della Repubblica di Turchia, la cui  realizzazione è stata affidata all’Opera e Balletto di Stato d’Istanbul. In fondo non soprende:il regista Vincenzo Grisostomi Travaglini é noto per la maestria e la dedizione che dedica a ogni dettaglio e per il grande amore che nutre per la Turchia, valore cha va ad aggiungersi alla giá spiccata carica motivazionale. ll Maestro e la sua squadra hanno più volte calcato la scene del Paese della Mezzaluna, ma ogni volta é un nuovo inizio, fatto di sfide, emozioni e situazioni diverse. ‘Non esiste una produzione uguale all’altra, ogni recita rappresenta una diversa, inaspettata emozione. L’evoluzione è cambiamento ed in campo artistico non si finisce mai d’apprendere. È un dare e avere nell’interscambio di soluzioni che al momento, erroneamente, potremmo considerare ottimali’, chiarisce Grisostomi Travaglini, riferendosi all’imprevedibilità propria del teatro dell’opera e quindi al suo fascino. ‘Ogni inattesa situazione si trasforma in opportunità per un universo creativo sempre in divenire, con il risultato di poter esprime con una “sola voce” quello che è il compiersi di un duro lavoro di centinaia di persone’. Emozioni, tensioni e adrenalina sono all’ordine del giorno per gli addetti ai lavori. ‘Quando è il momento di andare in scena, la tensione è al massimo, perché ogni attimo è parte essenziale della recita. Basta un nonnulla, una disattenzione, eppure quando il direttore sale sul podio e l’orchestra si anima in un tripudio di commozioni, tutto sembra procedere con naturalezza e si dimentica ogni apprensione. Si entra in un sogno, dal quale non ci si vorrebbe risvegliare!’, sottolinea con fierezza il Direttore che anche ad Istanbul ha vissuto con intensità ogni singolo atto, facendo vibrare i cuori del pubblico.  All’osservatore quella sera é sembrato tutto perfetto: i suoni, i colori e i movimenti racchiusi nella meravigliosa cornice dell’Halıç Kongre Merkezi, registrando il tutto esaurito, sono stati accolti con profondo entusiasmo dal vasto numero di spettatori stregati dall’imponenza delle scene e dall’energia emanata dal palcoscenico. ‘La scelta dell’Haliç Kongre Merkezi per l’Istanbul Opera Festival è stata coraggiosa, perché questo lembo del Corno d’Oro sulle rive del Bosforo è più che una cornice, s’impone d’autorità. Nel corso delle prove con solisti, coro, ballo, con pianoforte e successivamente con orchestra, quel vento che soffiava benevolo da più mari, era come se ci spronasse a ulteriore responsabilità, ispirandoci a diverse soluzioni, inaspettate inventive’, spiega il Maestro che puntualizza. ‘Essere stati in quel luogo è stato un privilegio'. Un’atmosfera quasi fiabesca e un grande coinvolgimento testimoniato dal lungo scroscio di applausi che non lascia certamente indifferenti. ‘Da regista non posso mai sentirmi soddisfatto perché vorrei sempre fare di più. Eppure, in questa occasione, terminata la recita i tanti applausi, vedere tutto il pubblico in piedi, entusiasta, mi ha dato una soddisfazione che mi è difficile spiegare con parole. Forse, irrazionale, perché affrontare un titolo così impegnativo quale “Carmen” in un allestimento complesso, che oltre ai solisti prevede rilevanti interventi del coro, del coro di voci bianche, corpo di ballo, figuranti, comporta un coordinamento che non ammette negligenze: scenografia, costumi, attrezzeria, tutti insieme in sincronismo assoluto e a loro volta in armonia con la musica, sempre protagonista, che emana dall’orchestra. Questo ha richiesto l’impegno di ogni partecipante, sia nel campo artistico che tecnico’, spiega Vincenzo Grisostomi Travaglini che non tralascia parole di apprezzamento per tutti i collaboratori e i tecnici di palcoscenico, per le luci, attrezzerie, sarte, truccatori e tante altre componenti; ‘Tutti si sono adoperati al massimo del loro coinvolgimento’. Al di là della preziosa direzione di Grisostomi Travaglini, il successo di questa Carmen si deve anche alle sinergie e al tripudio di colori che hanno arricchito le scene. ‘La musica è anche colore, è sensoriale per l’udito e per l’occhio allo stesso tempo; ogni effetto ha un suo preciso significato, nulla è casuale. Per questo lavoro d’insieme devo ringraziare il principe Ravivaddhana Sisowath Monipong di Cambogia che da oltre dieci anni segue la parte drammaturgica, di madre lingua francese oltre che del suo Paese e il disegnatore luci Giovanni Pirandello, un artista completo, bisnipote del Premio Nobel per la Letteratura Luigi Pirandello, che impasta come in una tavolozza ogni singolo elemento, trasfigurandolo in pittura’. Nella sua narrazione il Maestro e’ inarrestabile, come la sua energia e profondità di pensiero: ‘La lettura complessiva nasce da uno studio sull’opéra-comique di George Bizet, che nel comporla ebbe ambizioni da grand-opèra e questo  segno caratteristico parigino spiega l’indispensabile presenza del Corpo di ballo d’Istanbul, ma è innegabile che questo tripudio di colori è stato fortemente suggestionato dal sentirsi avvolti, come rapiti, da una cultura antica e allo stesso tempo così ricca di suggestioni come quella della Turchia, che ci ha affascinato ed ispirato. In un'altra Nazione, città o luogo, tutto sarebbe stato diverso!’, chiosa ricordando che ‘l’opera vive il momento e il dove nei quali la scrittura musicale e tutto ciò che vi è contenuto, torna alla vita attraverso l’esecuzione.  Così come per le pregiate stoffe degli abiti, realizzati in Turchia da un artigianato di rara abilità, un contributo più che prezioso, lo definirei indispensabile. Ancora, la realizzazione della scenografia il cui progetto è stato rivisto appositamente per essere ospitato su di quel palcoscenico e all’aperto.’ Una squadra vincente quella guidata da Vincenzo Grisostomi Travaglini che in Turchia tra il 2021 e il 2022 ha contribuito a diversi eventi, tra cui l’inaugurazione del prestigioso Atatürk Cultural Center con l’opera appositamente composta “Sinan” del musicista turco Hasan Uçarsu, e a seguire “Aida”. Un gruppo d’eccellenza made in Italy che rafforza il rapporto privilegiato tra Italia e Turchia. Lo stesso Maestro lo definisce ‘un colloquio fraterno di cultura e umanità’. ‘Spero con il mio lavoro di aver contribuito alla crescita di giovani registi che potranno realizzare loro stessi allestimenti d’incontro e qualità. Altrettanto, spero, che artisti turchi possano fare conoscere in Italia la loro creatività’, afferma grato per la responsabilita’ accordatagli per questa “Carmen” alla XIII edizione del Festival di Istanbul:  ‘E' stato un atto di fiducia della Direzione che mi riempie di orgoglio’, conclude il Direttore che ammette : ‘Tra le tante reazioni favorevoli, però, ho letto qualche sussurro d’invidia. Questo è il prezzo del successo!’.

Incantati da cotanta bellezza noi ringraziamo il Maestro e la sua squadra per le emozioni regalateci, in attesa di rivederli nuovamente in scena in Turchia.

 

A cura di Valeria Giannotta

 



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