Turchia chiama Italia

Italia-Turchia: la grande complementarietà promossa da Gino Costa

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Turchia chiama Italia

Una vita professionale costruita attorno al mondo, dalla Cina ai Balcani, dall’Egitto e Paesi arabi alla Gran Bretagna, passando per l’Italia e la Turchia, dove ha abitato e lavorato per 11 anni e con cui tuttora ha un legame particolare. Gino Costa, oggi rappresentante per l’Italia dell’Ufficio Investimenti della Presidenza della Repubblica di Turchia, non solo ha un curriculum di tutto rispetto, ma è anche un vero esperto del Paese della Mezzaluna e delle sue dinamiche. Sono gli anni ’90 quando il dottor Costa ha i suoi primi contatti con il Paese: ‘Ho fatto il mio primo viaggio professionale in Turchia nel ’92, quando mi occupavo del supporto commerciale al mercato dalla sede centrale Iveco. Nel lustro successivo, sempre dalla sede italiana, ho sviluppato il sistema di esportazione dei veicoli fatti ad Adapazarı, arrivando alle 4.000 unità esportate all’anno attraverso la rete Iveco, sperimentando la grande reattività e flessibilità che i colleghi turchi sapevano dare’, racconta, ripercorrendo le tappe salienti del suo percorso turco. Nel gennaio del ’98 approda a Istanbul con moglie e figlie, allora di 11 e 8 anni, dove rimane per sei anni alla guida delle attività Iveco nell’ambito della joint venture con il gruppo Koç. ‘In questo periodo ho realizzato per l’azienda italiana un investimento lungo la TEM di Istanbul per una grande concessionaria con officina che oggi è la sede della filiale turca, ho poi diretto da Istanbul le attività di Renault Trucks, per la quale ho sviluppato una collaborazione industriale con un costruttore turco per la produzione di camion pesanti per il mercato interno e per l‘esportazione’, spiega Gino Costa. Nel 2009 lascia il Paese con un certo rimpianto, ma con la consapevolezza di avere molti amici, di aver imparato molto e, come lui stesso afferma, di ‘aver ritrovato molte virtù dimenticate nella ricca Europa, a cominciare dall’orgoglio del proprio lavoro, qualsiasi esso sia, fatto con dedizione, passione e quasi sempre con il sorriso’. Grazie alla sua grande conoscenza del tessuto economico e industriale turco, ma anche alla profonda competenza manageriale internazionale e alla sua capacità di analisi, nel 2018 l’Ufficio per gli Investimenti della Repubblica di Turchia, avendo già avuto occasione di collaborare nella costituzione della sede turca dell’ente acquisti Gruppo Volvo, lo investe del ruolo di Country Advisor per l’Italia. ‘Insieme al collega Alfredo Nocera, promuoviamo in Italia le opportunità di investimento in Turchia, accompagnando le aziende italiane con una serie di servizi gratuiti, da studi di settore a suggerimenti di possibili partner, dall’individuazione di soluzioni immobiliari per gli investitori all’accesso ai numerosi incentivi che la Turchia offre loro, fino all’organizzazione di eventi informativi e missioni professionali’, chiarisce il dottor Costa.

Che la complementarietà economica tra Italia e Turchia sia molto solida è dimostrata dal flusso di investimenti italiani, che hanno superato i 3.700 miliardi di dollari nel periodo 2002-2019, cui si aggiungono i 966 milioni di dollari investiti nel 2020, facendo dell’Italia il primo Paese investitore in Turchia per quest’anno. Inoltre, sono oltre 1.550 le aziende italiane che operano e producono in Turchia, il cui grado di soddisfazione e fiducia è molto elevato, come riportato dall’indagine Ixè commissionata dal CeSPI a inizio 2020. Su questo, tuttavia, sembra esistere una grande divergenza tra le opinioni degli imprenditori che operano nel Paese e le opinione degli esterni.‘Direi che l’errata percezione è il problema principale della Turchia, aggravatosi in questi ultimi anni. Già nel 2008 io suggerivo di investire fortemente nel comunicare in Europa la realtà della Turchia moderna e industrializzata, che oggi ne fa la tredicesima economia al mondo, con un rapporto debito/PIL inferiore al 40% ed un sistema bancario solido e affidabile. La comunicazione ufficiale turca ha avuto sempre difficoltà a esprimersi con argomenti e linguaggio apprezzati dai canali di informazione europei. A questo si aggiunga che recentemente i sentimenti antiturchi e anti-islamici sono alimentati in Italia da diversi estremismi politici, sempre più presenti nei nostri media’, ammonisce Gino. Avendo a che fare con un Paese estremamente dinamico come quello turco, non è difficile riscontrare delle similitudini con l’Italia e individuare delle potenzialità che potrebbero essere sviluppate insieme. ‘I tessuti industriali italiano e turco sono molto simili perché composti prevalentemente da aziende familiari piccole e medie sviluppatesi però a distanza di un trentennio, quella italiana nel dopoguerra e quella turca negli anni ’80 e ’90. Anche i settori trainanti coincidono: l’automotive, la meccanica, la chimica, il tessile, l’agroalimentare e più recentemente l’aerospaziale, il farmaceutico e il biomedicale. Le grandi imprese turche hanno soppiantato molte italiane nella costruzione di infrastrutture in Africa e Medio Oriente, con opere di qualità a prezzi competitivi’, prosegue il rappresentante italiano dell’Ufficio Investimenti. In tale sinergia, riconosce che creatività e flessibilità sono punti di forza comuni e che dove manca storicità ed esperienza sopperiscono dedizione e determinazione. Un particolare riferimento è agli 80 Tecnopark, creati insieme ad importanti università, e ai fortissimi incentivi per Ricerca e Sviluppo messi in campo negli ultimi due anni, che hanno portato oltre 140 gruppi multinazionali a impiantare in Turchia centri di R&D in vari settori.

‘Nella mia lunga esperienza in Turchia ho sperimentato quella che gli imprenditori stranieri presenti nel Paese definiscono la risorsa vincente per la competizione internazionale: il valore delle persone nel lasciarsi galvanizzare dalle sfide impegnandosi allo spasimo per vincerle’, conclude Costa convinto che per gli italiani la Turchia rappresenti un terreno agevole proprio ‘per la facilità a creare empatia, ad intendersi e sviluppare imprese competitive in un contesto solido e affidabile ben collocato tra Europa, Africa ed Asia’. E per lui rimane valido ancora oggi l’incitamento rivolto agli amici turchi, al momento della sua partenza da Istanbul nel 2009: Türk halkının koşullara kısa zamanda uyum gösterme, derhal harekete geçme ve doğru uygulamaktaki büyük avantajını asla unutmamanızı sizlerden istiyorum, perché vi sia consapevolezza delle loro principali doti: capacità di adattarsi, di reagire rapidamente ed eseguire con precisione.

 

A cura di Valeria Giannotta



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