Agenda: In Siria continua la minaccia di PKK

Vi presentiamo le valutazioni sulla questione del ricercatore delle politiche esterne presso SETA, Can Acun…

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Agenda: In Siria continua la minaccia di PKK

L’organizzazione terroristica separatista PKK, approfittando del caos creato in Siria, ha ristabilito la sua presenza nel Paese. Dopo aver raggiunto un accordo con il regime di Assad, ha dichiarato la formazione dei cantoni di Afrin, Kobani e Cezire. Poi, strumentalizzando la lotta contro l'organizzazione terroristica DAESH, ed entrando in un impegno militare con gli Stati Uniti (USA), ha cercato di unire i cantoni e stabilire uno stato terrorista bloccando completamente il confine meridionale della Turchia. Da parte sua la Turchia, vedendo questa minaccia, ha fatto delle mosse preventive ed è riuscita a ridurre il livello di minaccia, prima con l'operazione "Scudo dell'Eufrate", poi con l'operazione "Ramo d'olivo" e infine con l'operazione “Sorgente di pace". Tuttavia, la presenza del PKK continua nella regione.

Il PYD e l'YPG, il ramo dell'organizzazione terroristica PKK in Siria, mantengono la loro presenza nel contesto delle forze democratiche siriane (SDF) come un tetto superiore in cui sono presenti anche arabi, da Ayn Al-Arab ad est dell'Eufrate fino ad Hasekiyeh, nel sud da Raqqa a Deyr-u Zor, mentre ad ovest da Menbij fino a Tel-Rifat. Stabilendo una struttura amministrativa in queste regioni, controllano anche una parte significativa delle risorse di petrolio e gas della Siria, che sono sotto gli auspici degli Stati Uniti. L'organizzazione possiede anche vasti terreni agricoli nella regione e su larga scala le scarse risorse idriche del Paese. Sebbene la Turchia sia riuscita a salvare regioni come Tal Abyad e Rasul Ayn con la sua ultima operazione “Sorgente di pace”, l'organizzazione terroristica detiene ancora il controllo "de facto" di circa 40 mila chilometri quadrati.

A seguito dell'operazione “Sorgente di pace”, la Turchia ha raggiunto un accordo sulla regione prima con gli Stati Uniti e poi con la Russia. In particolare a Sochi è stato raggiunto un importante accordo con la Russia sulla regione orientale dell'Eufrate. Secondo ciò, l'organizzazione terroristica aveva accettato di ritirarsi a sud per 32 km dall'area di Ayn Al-Arab sulla linea Malikiye-Fishabur. Tuttavia, si è visto che ciò non è accaduto nella pratica. Inoltre, l’organizzazione terroristica utilizzando le regioni come Tel-Rifat, Ayn-Issa e Tel-Tamir effettua costantemente attacchi contro le aree controllate dalla Turchia. Centinaia di civili hanno perso la vita in questi attacchi, la maggior parte dei quali effettuati con autobombe. Qui l'organizzazione mira alla stabilità delle "aree liberate".

Pertanto, mentre la presenza dell'organizzazione terroristica PKK in Siria continua a rappresentare una minaccia dal punto di vista della Turchia, è molto probabile che se questa organizzazione non si ritira 32 km a sud, verranno intraprese altre operazioni. Attualmente, la presenza del PKK in Siria continua a rappresentare una minaccia sia ad est che a ovest dell’Eufrate.



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