Turchia chiama Italia

L’unione fa la forza: il business italo-turco

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Turchia chiama Italia

 

Quella passata e’ stata una settimana ricca di eventi webinar che hanno puntato l’accento sull’importanza del business italo-turco ai tempi di COVİD-19, le cui complementarieta’ sono intese come punto di forza anche per rinsaldare la partnership europea. L’Ufficio per la Promozione degli Investimenti della Presidenza della Repubblica di Turchia, Invest in Turkey, e DEIK, il Consiglio delle relazioni economiche internazionali, facendosi promotori di due diversi momenti di riflessione, hanno approfondito la questione grazie al prezioso contributo di esperti e ospiti di alto calibro. Attorno alla tavola virtuale ‘Fare business durante il Covid-19. Come la Turchia supporta la comunita’ business italiana?’ di Invest in Turkey si sono raccolte le testimonianze di esponenti istituzionali e rappresentanti del settore business, che hanno gettato luce sull’efficacia delle misure adottate dal governo turco e  sulle linee da seguire per la roadmap futura. Furkan Karayaka, Vice presidente dell’Ufficio della Presidenza per la Promozione degli Investimenti, ha descritto in dettaglio come la Turchia abbia gestito la difficile situazione, mitigando il piu’ possibile l’impatto economico e offrendo adeguato supporto agli investitori stranieri. Inoltre, Karayaka ha sottolineato: ‘nel quadro emergenziale, spicca l’impegno di aziende come FIAT-TOFAŞ che hanno convertito le proprie piattaforme nella produzione di materiali sanitari di base’. La cooperazione italo-turca rappresenta, dunque, un’opportunita’ per ulteriori collaborazioni future. E’ di questo avviso sua Eccellenza Murat S. Esenli, Ambasciatore della Repubblica di Turchia in Italia, riferendosi alla stretta interdipendenza economica tra i due Paesi. Secondo la sua osservazione, ‘le misure adottate dall’Italia nel far fronte alla crisi sono corrette, sebbene il pacchetto economico proposto necessiti di uno studio ulteriore’. In merito alle tensioni in seno all’Unione Europea e a una certa mancanza di sensibilita’ verso Roma, l’Ambasciatore riconosce in l’italia l’esistenza di una  difficolta’ economica, che ha ulteriormente compromesso il quadro gia’ abbastanza critico. ‘L’economia in Italia non e’ mai stata ad un livello positivo; e’ strettamente connessa al fattore umano e al livello di confidenza, percio’ noi, come decision-makers, dobbiamo lavorare per creare un giusto ambiente’, ha aggiunto. In fondo, in un momento di emergenza globale, la risposta e il rimedio devono essere altrettanto globali. ‘L’Italia e la Turchia hanno bisogno l’uno dell’altro anche a livello globale come antidoto alla contrazione economica, percio’ e’ necessario evitare atteggiamenti introversi e puntare ad approcci internazionali. Senza collaborazione non si potra’ sopravvivere’, ammonisce l’Ambasciatore. Pensare strategicamente per superare difficolta’ contingenti e per creare condizioni efficaci nel lungo periodo e’, quindi, la chiave per cementare la gia’ esistente solidarieta’, lasciando da parte pessimismi e frizioni. Su questo aspetto Gino Costa, rappresentante per l’İtalia di Invest in Turkey, rimarca il valore aggiunto della prossimita’ geografica e culturale dei due Paesi,  a cui si aggiunge la percezione positiva degli italiani nel fare business in Turchia. E d’accordo anche Aldo Kaslowski, Presidente di Ferrero Turchia,  che ha richiamato l’importanza del Paese in termini di ampiezza dei consumi e di accessibilita’ logistica, con espliciti richiami alla connessione della Turchia con i mercati vicini, di rilevanza soprattutto energetica; all’alto tasso di popolazione giovane e al forte legame con l’Europa, da cui deriva piu’ del 65% degli investimenti esteri. ‘Per tutte queste ragioni Ferrero e’ grata alla Turchia’, afferma risoluto. In piu’, e’ rimarcabile la posizione della Turchia nel meccanismo di produzione e distribuzione di beni e servizi a livello gobale, noto come Global Value Chain (GVS). Col tempo, infatti, si e’ assistito alla trasformazione del mercato turco in prodotti manufatturieri piu’ avanzati e cio’ e’ riconducibile alla presenza di reti di libero scambio e di distretti industriali, oltre che alla manodopera specializzata e alla posizione strategica che fa del paese un hub di primo piano. In questo composito quadro, sono stati implementati sessantanove Teknopark mentre altri quindici sono in fase di sviluppo. Se il contesto economico e l’ambiente business e’ cambiato, evolvendosi in senso favorevole,  in parte e’ dovuto al contributo di aziende straniere, come quelle italiane. Tuttavia, oggi la sfida comune e’ la reinterpretazione del partneriato sul principio di resilienza, sia per essere pronti a rispondere tempistivamente e in modo positivo alle emergenze che per riguadagnare la confidenza dei consumatori. Riflessioni importanti, condivise anche nel panel organizzato dal Desk Italo-Turco di DEIK, ‘Le Relazioni Turchia-Italia- Europa nell’era post-Covid’. La Presidentessa Zeynep Bodur Okyay, rimarcando il grande impatto che il virus, su scala mondiale e soprattutto in Italia, ha avviato la discussione sulle eventuali implicazioni a livello europeo e sui rapporti tra Ankara e Roma. Per Stefano Manservisi, gia’ Ambasciatore presso la Reppresentanza dell’Unione Europea ad Ankara,  quello a cui abbiamo recentemente assistito e’ ‘per l’Europa la piu’ grande crisi sin dalla Seconda Guerra Mondiale; tuttavia, i rapporti tra Turchia e Unione Europea erano gia’ sofferenti. Oggi bisogna guardare al contesto attuale, in prospettiva. Sebbene l’Europa stia vivendo un periodo di stress, le dinamiche dimostrano come gli stati siano veramente connessi e abbiano interesse ad avere un quadro di azione comune. Dobbiamo imparare molto da questi spiacevoli eventi; Turchia e Europa devono pensare al futuro insieme perche’ ci sono connessioni concrete e concreti saranno i risultati’, ammonisce Manservisi, aggiungendo che ‘l’Europa non sta dedicando molta attenzione al dibattito turco, sebbene vi siano dei punti in comuni’. E’ della stessa opinione Mehmet Kemal Bozay, Ambasciatore della Repubblica di Turchia presso l’Unione Europea. ‘La Turchia e’ impegnata a lavorare con l’Europa contro il virus; una risposta efficace passa dal rafforzamento dei rapporti. I businessmen sono il motore delle nostre relazioni e la Turchia rappresenta un buon asset in termini di supply chain e global value chain’, chiosa.  Come e’ gia’ stato sottolineato, in tali dinamiche l’Italia giocherebbe un ruolo chiave in quanto vi e’ un consolidato rapporto di fiducia. Italia, Turchia ed Europa fanno parte dello stesso gioco e, dunque, della stessa squadra nel riformulare le dinamiche future in termini di integrazione economica. Certamente, se questa e’ la formula da utilizzare nel compiere i prossimi passi, anche a fronte di esistenti tensioni e  problemi su alcuni dossier critici, il  contributo italiano potrebbe aiutare a far emergere una nuova percezione riguardo l’operato di Ankara. Insomma, da ogni angolazione si guardi, la partnerhsip tra Italia e Turchia si basa su logiche win-win valide soprattutto in tempi di emergenza, che agevolano la creazione di nuove sinergie globali. Senza dubbio, l’augurio di tutti e’ che vi sia una piena e fruttuosa ripresa e che, per quanto possibile, questa crisi rappresenti una nuova opportunita’ di crescita e benessere per ognuno. In fondo, l’unione fa la forza – Birlikten kuvvet doğar!

 

A cura di Valeria Giannotta



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