Turchia chiama Italia

"Vinceremo"

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Turchia chiama Italia

Che Italia e Turchia siano piu’ che amici speciali e’ gia’ stato dimostrato, in diverse occasioni, storicamente e dai forti legami diplomatici e culturali. Tuttavia, c’e’ di piu’. In questo periodo di grande crisi e difficolta’, non solo si e’ onorato da piu’ parti il vecchio detto ‘l’amico si vede nel momento del bisogno’- ‘dostlar kara günler içindir’ nella versione turca, ma si sono create nuove sinergie come a marcare con forza il valore di un’amicizia importante. Quando il 31 marzo scorso e’ stato proclamato il lutto nazionale per le vittime da Covid-19, i turchi residenti in Italia hanno affisso alle loro finestre le bandiere a mezz’asta dei rispettivi paesi. Un gesto semplice e sinceramente toccante.

Nella stessa atmosfera di condivisione del dolore ed espressa solidarieta’, la Mezzaluna Rossa delle rappresentanze diplomatiche di Roma e Milano si e’ abbassata per trasmettere la propria vicinanza all’Italia e porgere le condoglianze alle famiglie delle vittime. In un momento di grande crisi, in cui le frontiere vengono chiuse a protezione della rispettiva salute nazionale, non sembrano, dunque, esistere confini per l’umanita’. I legami di fratellanza, i sentimenti di simpatia reciproca, il sostegno incondizionato si rivelano piu’ forti di qualsiasi altra cosa. Tante sono le storie, come significativi sono i gesti di ognuno, sia a macro livello politico che nel micro cosmo della vita quotidiana di ogni singolo individuo. E’ certamente emozionante il video messaggio di alcuni italiani che, con qualche parola in turco, invitano gli amici turchi a rimanere a casa e a prendersi cura di se’ stessi e degli altri per evitare la diffusione del virus. La tragica esperienza italiana diviene condivisione di esperienza oltre che una fonte di motivazione. In un approccio da fratello maggiore a fratello minore i vari ‘evde kal Türkiye’ ( ‘rimani a casa Turchia’) e ‘kendine iyi bak’ (riguardati) pronunciati in diversi accenti, da quello napoletano a quello piu’ meramente settentrionale, da persone di ogni eta’ e stile, non fanno che riscaldare il cuore in questo momento di forte tragicita’. Cosi’come con altrettanta carica emotiva non si e’ fatto attendere il messaggio di risposta da parte dei turchi che, tifando per l’Italia, infondono coraggio e motivano a non mollare parafrasando celebri autori o intonando versi di canzoni. Parole sincere, che sgorgano spontanee dal cuore. Una vicinanza reale che, abbattendo le distanze, usa spesso i social e i giornali per giungere al destinatario. Di questo dobbiamo ringraziare chi, per professione o semplicemente per passione, negli anni ha cercato di agire come ponte tra i rispettivi paesi e nella fattispecie preme menzionare, primo tra tutti, lo sforzo di Esma Çakır, donna determinata, giornalista  per vocazione che, in Italia da anni,  vive da vicino il dramma di questi giorni. Originaria di Istanbul, ha pensato i suoi servizi anche per sensibilizzare i compatrioti sull’imminente pericolo pandemico e sull’importanza delle precauzioni oltre che per espriemere in ogni modo la propria vicinanza all’Italia. Come Esma altri volti noti dello spettacolo sono costantemente presenti, estendendo il proprio supporto. Per alleviare il peso della quarantena il regista Ferzan Özpetek  ha recentemente annunciato la lista di siti web dove e’ possibile guardare gratuitamente il suo ultimo film ‘la Dea Fortuna’ mentre  in piu’ post e’ intervenuto in sostegno all’Italia postando video, frammenti di film o citazione di autori famosi come Nazım Hikmet per infondere forza e speranza. Anche l’attrice Serra Yılmaz ha lanciato diversi messaggi per invitare a rimanere a casa, informando in turco sulla situazione italiana e  sul fenomeno coronavirus. Legato da un grande amore per l’arte e la cultura italiana, da Ankara il tenore Murat Karahan, direttore generale dei teatri dell’opera e dei balletti di Turchia, in un’intervista televisiva alla rete di stato TRT World ha emozionato in un fuori programma con le note del Turandot di Puccini.  Cantando a gran voce ‘All’Alba Vincerò’ ha sottolineato - con un sorriso che trasmette serenita’ - che era per l’İtalia, ‘Vinceremo Italia’.  Condivisione, partecipazione e grande fratellanza si respira ogni giorno nei vari gruppi dei turchi in Italia o degli italiani in Turchia. Gesti quotidiani, decisioni di vita che assumono dello straordinario.Come  il titolo ‘Il medico turco: «Resto con voi»’ apparso  di recente sul quotidiano locale Brescia Oggi . La dottoressa Gözde Utan, nonostante i suoi programmi di rientrare a Istanbul, ha deciso di rimanere in Italia e di dare il proprio contibuto alla provincia di Brescia, dove vive e dove oggi si registrano numeri altissimi nei contagi da covid-19. Insomma, se si e’ soliti dire che ‘il migliore amico di un turco e’ solo un turco’, tanti sono gli esempi che confutano tale tesi. Anche a livello politico, nonostante le propagande e i pregiudizi che molto spesso nutrono certi media,  non passa inosservato il carico di aiuti inviati dalla Türk Kızılay e dal governo turco alla controparte italiana.«Dietro i momenti privi di speranza, ci sono tante speranze...Dietro il buio, ci sono tanti soli » H. Mevlana (Rumi).  Saluti dalla Turchia al popolo italiano’ si legge sui colli  che il Ministero della Difesa Turco, su ordine della Presidenza, ha destinato a Roma. Parole che temprano gli animi, che esulano da interessi e tornaconti prettamente politici. Parole che spingono a guardare in prospettiva e a concentrarsi sul bello, come quelle semplici di Ernest Gabrielle un bambino di dieci che, indossando la maglia azzurra dell’Italia senza timidezza esprime i propri pensieri. ‘Vorrei ringraziare il popolo turco e il governo turco per il proprio sostegno e il proprio aiuto. Grazie.’ E toccandosi il petto con la mano destra come in segno di rispetto e apprezzamento, come fanno gli uomini in Anatolia, aggiunge: ‘Teşekkürler Türkiyem, Teşekkürler Türk Halkı’. Un altro bambino e’ il protagonista di una storia a lieto fine, che suggella il legame con la Turchia. Solamente pochi giorni fa, in piena emergenza coronavirus, delle cellule staminali emopoietiche sono state prelevate da un donatore turco e trasportate urgentemente in Italia per destinarle a una creatura di due anni in attesa di trapianto urgente all’ospedale Bambin Gesu’ di Roma. Malgrado le vigenti restrizioni del traffico commerciale, l’operazione di prelievo e trasporto e’ stata possibile predisponendo per  la prima volta un volo militare. Un vero e proprio lavoro di squadra tra le istituzioni dei due Paesi che non lesinano disponibilita’.  E davvero grazie alle Turchia e al suo popolo per il suo senso del dovere e generosita’. Numerose, infatti, sono le richieste da parte dei turchi per poter contrbuire e dare un po’ di sostegno all’Italia.  C’e’ chi vorrebbe fare donazioni private, chi, essendo personale medico specializzato, vorrebbe partire e mettere a disposizione degli ospedali la propria professionalita’ e chi, conscio di cosa voglia dire vivere in situazioni di crisi per pregresse esperienze personali, vuole mettersi in gioco e restituire al mondo un po’ dell’acquisita consapevolezza. Fare tesoro del vissuto e condividerlo con gli altri e’ probabilmente la cura migliore a ogni male. A Istanbul come a Napoli si registrano azioni di solidarieta’ anonima, come il destinare ai piu’ bisognosi panieri con beni di prima necessita’ con la scritta ‘chi  puo’ metta, chi non puo’ prenda’. Un contagio positivo quello dei gesti di solidarieta’ che si trasmettono dall’Italia alla Turchia. Quella stessa Turchia che, grazie alle iniziative dell’İstituto di Cultura Yunus Emre di Roma, regala in formato a domicilio un po’ di se’ e della sua cultura. Dal 6 aprile ,infatti, verranno aperti corsi online gratuiti di lingua turca, un modo per sollevare gli italiani dalla routine della forzata vita domestica e per unirsi ancora di piu’.  Che non si creda, pero’, che tutte queste iniziative non trovino riscontro. Nei post diventati ormai virali sugli aiuti all’Italia e’ estesa la gratitudine verso la Turchia e ben espressa nelle parole di un utente social: ‘Grazie Turchia, popolo generoso e prodigo che ci hai trasmesso la propria vicinanza, sia umana che materiale nella attuale ed indescrivibile calamità quale è il coronavirus.. Eppure, pur non avendoci vissuto in terra turca e quindi a conoscenza della umanità, generosità e grandezza d’animo di quel popolo, per alcuni nostri media italiani ogni occasione è buona per denigrare di questa Nazione la politica. A volte è più opportuno pensare di meno (o per meglio dire in modo obiettivo, asettico e senza astio)  e sentire  di più, poiché la  ragione è impotente di fronte all’espressione dell’amore e della vita, e ciò vale anche sotto l’aspetto politico, bisogna sapere apprezzare sia il bene sia il male. Grazie di cuore, consorella Turchia!’. E a tutti voi, state a casa e salvaguardatevi.

A cura di Valeria Giannotta

 

 

 

 



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