Agenda: Coronavirus e il futuro del Medio Oriente

I paesi del Medio Oriente, che non hanno una struttura statale solida ed un sistema sanitario debole, stanno affrontando una grande sfida...

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Agenda: Coronavirus e il futuro del Medio Oriente

Il coronavirus continua a diffondersi rapidamente in tutto il mondo. La malattia, che si è trasformata in una pandemia globale, mentre ha contagiato quasi 500 mila persone, ha iniziato a scuotere la struttura politica, economica e sociale di molti paesi. In particolare, i paesi del Medio Oriente, che non hanno una struttura statale solida ed un sistema sanitario debole, stanno affrontando una grande sfida.

Vi presentiamo le valutazione sulla questione del ricercatore delle politiche estere presso SETA, Can Acun…

Mentre il coronavirus si diffonde in Medio Oriente come nel resto del mondo,   la situazione ha iniziato a scuotere profondamente la struttura politica, economica e sociale della regione. Soprattutto, i paesi che non hanno una forte struttura statale, che hanno una struttura economica e un sistema sanitario deboli, sono molto fragili nei confronti del virus. La Siria e lo Yemen sono i due paesi che si distinguono da questo punto di vista. Questi paesi sono già abbastanza deboli a causa dei conflitti interni, perciò non sono in grado di combattere la pandemia. Sfortunatamente, sembra improbabile che questi paesi siano in grado di eseguire la diagnostica dei casi di coronavirus ed adottare le misure di quarantena. Allo stesso tempo, la struttura divisa di questi paesi non consente la possibilità di intervenire da un unico centro contro la pandemia. La Siria è attualmente sotto tre diverse amministrazioni come il regime, l'opposizione e le regioni ed il PKK, ed una situazione simile esiste anche nello Yemen.

L'Iran è un altro paese con capacità statali insufficienti per combattere la pandemia di coronavirus. Mentre lo stato non riesce a prevenire la diffusione, si sta erodendo gradualmente anche la volontà politica. Nonostante ciò, l’Iran continua a sprecare le sue risorse, investendo ancora nelle guerre per procura nella regione. Inoltre, a causa del calo della domanda per il petrolio i prezzi hanno raggiunto i livelli più bassi degli ultimi anni. Questa è un'altra sfida per l'Iran, che è già stato sanzionato dagli Stati Uniti. Naturalmente, nel Medio Oriente il calo dei prezzi del petrolio ha iniziato a influenzare negativamente non solo l'Iran ma anche l'Iraq e i paesi del Golfo.

L'Iraq, in cui il 90 percento del budget si basa sul reddito del petrolio e dove la situazione è molto fragile a causa dei conflitti etnici e settari, si trova davanti ad un rischio enorme. Se il virus continua a diffondersi a lungo, potrebbe essere minacciata anche l'integrità territoriale. Sebbene i paesi ricchi del Golfo stiano cercando di proteggersi a costo di consumare le loro risorse, esiste un'alta probabilità di gravi difficoltà in materia di sicurezza alimentare, poiché non hanno un'economia di produzione. 

Alla fine, il Medio Oriente sta precipitando nel caos a causa della dipendenza dalle esportazioni di petrolio e della debole struttura statale. I paesi come l'Iran e l'Iraq, nonché altri paesi del Golfo, le cui economie dipendono fortemente dalle vendite di petrolio all’estero, stanno per affrontare una grave crisi economica. La recessione globale innescata dalla pandemia di coronavirus ha fatto scendere i prezzi del petrolio fino a 20 dollari al barile, il che renderà praticamente ingestibile il budget  di questi paesi. Questa situazione ha un impatto più grave sull'Iran che sta lottando con le sanzioni. Finché il virus continuerà a diffondersi, si verificheranno anche eventi sociali. Se il virus continua a diffondersi al ritmo attuale, solo pochi paesi del Medio Oriente con una struttura statale forte come la Turchia saranno in grado di sopravvivere, fornendo sicurezza alimentare e economia di produzione. 

 


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