Turchia chiama Italia

"Ti ho dato il mio cuore"

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Turchia chiama Italia

‘Kalbimi sana verdim’ in turco significa ‘Ti ho dato il mio cuore’. Ed e’ proprio nello spirito di questo detto che si coglie la straordinarieta’ della coppia Marsili che incarna, non solo l’amore reciproco, ma anche l’amore per i loro due Paesi: Italia e Turchia. Carlo Marsili e’ considerato da molti  ‘l’eterno Ambasciatore  di İtalia ad Ankara’ per l’importante impronta lasciata a livello bilaterale durante la sua missione diplomatica e soprattutto per il grande legame verso la Turchia.  ‘Chi sposa una turca sposa la nazione turca’ e’ solito ricordare, e l’unione con la moglie Selva ne e’ la dimostrazione. E’ il 1979 quando Carlo Marsili giunge per la prima volta in Turchia come giovane diplomatico. Rimane fino al 1981. Un biennio difficile per le congiunture storiche del Paese, probabilmente gli anni piu’ duri della storia recente della Turchia - segnati da terrorismo, problemi di approvvigionamento- e culminati con il colpo di stato del 12 settembre 1980. ‘Nonostante le difficolta’’, ricorda Marsili ‘tutte le persone erano gentili. Il mio primo amore e’ stato verso le persone, indistintamente gentili ed amichevoli, anche nei momenti critici’. Racconta che un giorno, rimasto senza benzina,  si e’ trovato in estrema difficolta’: ‘era ora tarda della notte e le persone in strada si sono precipitate a chiamare il benzinaio che ha appositimante riaperto il distributore’. Ma non basta.  Uno dei primi giorni dopo il suo arrivo ad Ankara, mentre era in cerca di casa, trovandosi per caso a scambiare qualche parola in inglese in una eczane (farmacia), accoglie l’immediata disponibilita’ del farmacista che si offre di accompagnarlo a vedere delle abitazioni.  ‘I turchi fanno cortesie gratuitamente, con il cuore, senza volere nulla in cambio’. Questa e’ stata la prima impressione dell’Ambasciatore Marsili, riconfermata poi nel corso del tempo fino a diventare una verita’assoluta.

Ankara e’ stata per lui la somma di due missioni: ci e’ voluto tornare da Ambasciatore, chiedendolo espressamente al governo italiano. Rimane dal 2004 al 2010: e’ stata la piu’ lunga missione di un ambasciatore italiano in Turchia. ‘Certamente Erdoğan, allora Primo Ministro, ha contribuito all’estensione del mandato. In quel periodo vi sono state le visite di due Presidenti  della Repubblica (Ciampi e Napolitano), Silvio Berlusconi (allora Primo Ministro) e’ venuto sette volte e due volte e’ venuto  Romano Prodi’.

Questa forte connessione con l’altro Paese e’ condivisa anche da Selva, il cui amore per l’Italia inizia quando la sorella maggiore ottiene una borsa di studio per Roma. ‘Da Roma ha portato a casa vento italiano’, dice. Decide cosi’ di iscriversi al dipartimento di filologia italiana della facolta’ Dil Tarih dell’Universita’ di Ankara, dove vince subito una borsa di studio. Si reca per un mese prima a Urbino e poi a Bologna. Ha 19 anni quando parte in nave da Izmir a Venezia. ‘Con gli italiani il contatto e’ stato molto facile’, sottolinea Selva, facendo il paragone con un’altra sua esperienza a Grenoble. ‘E’ stato il professor Şerafettin Turan a farmi amare la storia dell’arte italiana’. Quando le chiedo cosa accomuna turchi e italiani risponde: ‘la facilita’ del contatto umano. In Italia ci sentiamo come a casa nostra’.

A questo punto nasce spontanea una curiosita’: quanto c’e’ di turco in Carlo e quanto di italiano in Selva? Quasi ironicamente e con una punta di severita’, l’Ambasciatrice sottolinea: ‘Sono nazionalista  sia in Italia che in Turchia; critico quando mi trovo all’interno del Paese, ma quando sono fuori mi arrabbio se gli altri criticano, specialmente se senza cognizione di causa. Io posso criticare’, sorride. Nello stesso spirito Carlo puntualizza: ‘sono sostenitore della Turchia, l’ho fatto prima da Ambasciatore e lo faccio ora. Prendo le parti della Turchia, che purtroppo e’ un Paese poco conosciuto o conosciuto male, il che e’ ancora peggio’.

L’Ambasciatore Marsili ha lavorato bene per far conoscere la Turchia ed e’ oggi un vero e proprio punto di riferimento: tra le altre cose nel 2014 gli e’ stata conferita la piu’ alta onorificenza turca, mai data a uno straniero in Turchia, e nel 2018 ha ottenuto la  laurea honoris causae dall’Universita’ di Ankara. Senza dubbio, come lui stesso ammette, ‘avere una moglie turca ha aiutato: e’ stata una cosa vista di buon occhio da parte di tutti, dal punto di vista sociale e politico. Ma certamente non basta’.

Nella coppia vi e’ una profonda complicita’, anche se ogni tanto puo’ succedere che vi siano dei simpatici conflitti di interesse. ‘Quando Carlo e’ diventato Ambasciatore in Turchia per me e’ stato come tornare a casa, ma tornavo per rappresentare l’Italia nel mio Paese.’ A volte ci sono state prese di posizioni diverse, un esempio e’ stata la candidatura Expo in cui Selva sosteneva Izmir e Carlo Milano. Questa innocente tensione e’ stata allora simpaticamente ritratta da un giornale turco che ha pubblicato una foto del loro braccio di ferro.

‘L’Italia e’ il mio secondo Paese e lo amo molto. Per me sono i due Paesi migliori al mondo e vorrei migliorare le cose in entrambi’, continua Selva.   ‘Verso la Turchia c’e’ sicuramente un approccio pregiudiziale, una percezione sbagliata della Turchia, in quanto si vedono solo i lati negativi’.  Se si facesse cosi’ con tutti, non si salverebbe nessun Paese’, ammonisce. Il suo messaggio e augurio e’ che vi sia uno sguardo piu’ obiettivo volto a guardare le due facce della medaglia. ‘Vorrei che la stampa e i media potessero avere una visione piu’ oggettiva’. La stessa opinione e’ condivisa da Carlo che afferma chiaramente: ‘la percezione della Turchia in Italia e’ falsata da esponenti politici che non conoscono la Turchia ed e’ molto falsata dalla stampa che influenza l’opinione pubblica. Tuttavia,  molte persone hanno una percezione positiva, di stima reciproca, che non viene intaccata’.

A differenza della Turchia, invece, l’Italia gode generalmente di una certa simpatia. ‘L’Italia e’ percepita bene in Turchia, anche se le cose sono cambiate in politica interna e nell’atteggiamento della UE verso Ankara’, richiama l’Ambasciatore, mentre Selva aggiunge: ‘ verso l’italia dalla Turchia vi e’ una grande apertura che viene dal cuore’.

Prima di lasciarci, Carlo e Selva Marsili esprimono la loro simpiatia verso tutte le iniziative che mirano a spiegare i rapporti culturali e sociali tra i due Paesi. ‘Ci farebbe piacere che un programma come questo venga trasmesso anche in Italia’, dicono. ‘L’augurio e’ che questa iniziativa di TRT Italiano vada avanti e abbia successo per una piu’ approfondita  conoscenza reciproca’.

 

                                                                                                                                                            A cura di Valeria Giannotta

 

 



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