AGENDA. Genocidio in Ruanda

Il termine “genocidio” non esisteva prima del 1944.

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AGENDA. Genocidio in Ruanda

Il termine “genocidio” non esisteva prima del 1944. Si tratta di un termine molto specifico, che indica crimini violenti commessi contro determinati gruppi di individui con l’intento di distruggerli. I Diritti Umani, così come stabilito nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazione Unite del 1948, riguardano i diritti fondamentali degli individui.

Per genocidio si intende ciascuno degli atti seguenti:

(-) uccisione di membri del gruppo; 
(-) lesioni gravi all'integrità fisica o mentale di membri del gruppo; 
(-) il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale; 
(-) misure miranti a impedire nascite all'interno del gruppo; 
(-) trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro.

 

Il termine “genocidio” non esisteva prima del 1944 fino a quando  Raphael Lemkin ha usato prima il termine.

Nel 1944, un avvocato Ebreo Polacco, Raphael Lemkin (1900-1959), cercò di descrivere le politiche naziste di sterminio sistematico che prevedevano anche la distruzione degli Ebrei Europei. Egli coniò la parola “genocidio” unendo il prefisso geno-, dal greco razza o tribù, con il suffisso -cidio, dal latino uccidere.

 

Parlando del termine di genocidio vorrei portare alla vostra attenzione il Genocidio  della Francia in Ruanda al venticinquesimo anniversario del genocidio. Forse il genocidio in Ruanda è stata l’ultima – prima di quello avvenuto in Bosnia- complicità del genocidio  vissuta nella storia umana.

 

La retroscena della storia: un atto classico da Belgio: a tattica del divide et impera 

La storia di Ruanda non è diversa da quelle di molti paesi  colonizzati. Prima è stata  colonizzata dalla Germania poi dal Belgio dopo la sconfitta dei tedeschi alla prima guerra mondiale.Il paese è stato colonizzato anche con gli stessi metodi. Il Belgio ha utilizzato la tattica britannica “divide et impera “. Anche Belgio ha eseguito una politica “emperialista” basata su sostenere le minoranze in un popolo.

In particolare i belgi attuarono in Ruanda politiche violente di separazione etnica, affidando ai tutsiresponsabilità amministrative ed economiche maggiori. Nel 1959 gli hutu si ribellarono al regime coloniale, massacrando un gran numero di tutsi e arrivando, nel 1961, a fondare uno stato indipendente da loro dominato. In seguito a questo episodio, proseguirono gli scontri  inter-etnica e l’emigrazione oltre confine dei tutsi oggetto di attacchi violenti da parte degli hutu al potere.

1994: massacro di un milione di persone

Sono continuati gli scontri violenti tra le minorenze tutsi e hutu che avevano più popolazione fino al 1994. ll presidente Habyarimana, un Hutu salito al potere nel 1973 hapartecipato ad un’importante riunione per mettere fine ai conflitti ed alle tensioni che da decenni intercorrevano con i Tutsi.I tutsi partecipavano all’amministrazione del paese però la pace non è durata a lungo. Un aereocon a bordo il presidente del Ruanda Juvenal Habyarimana e quello del Burundi Cyprien Ntaryamira, venne abbattuto da due missili terra area mentre si accingeva ad atterrare all’aeroporto di Kigali. Tutti coloro che erano a bordo del velivolo,morirono.

 

Gli estremisti Hutu accusarono i tutsi di esser dietro all’attentato. Nel giro di poche ore la tensione tra Hutu e Tutsi si  esplose provocando  un’altra ondata di violenza.  L’ondata di violenza si  espanse in tutto il Paese. Le vittime  furono circa un milione, tra  cui tutsi e hutu moderati. Questo significa in un solo giorno sono morte 10 mila persone. Il massacro fu stato sostenuto anche dai dipendenti  pubblici e dai media. Cento giorni dopo la violenza  finiti' con l’entrata del Fronte Patriottico Ruandese (RPF) nella capitale.

 

In pochi mesi la popolazione del Ruanda, che ad inizio aprile 1994 contava sette milioni di abitanti, venne dimezzata.

 

ONU che ha ritirato le sue truppe invece di proteggere gli innocenti

Quando è iniziato il genocidio, nel paese  c’erano 2500 soldati ONU. L’unica potenza da proteggere i Tutsi sono stati questi soldati. Tuttavia, l’ONU ha preso una decisione “classica” di ritirare i soldati dal paese, lasciandone solo 250. Sono ancora in ricordo quello che è avvenuto  a Srebrenica, Nel 1995 il colonnello Thom Karremans, comandante ha ritirato i caschi blu olandesi che nel 1995 le Nazioni Unite avevano inviato a Srebrenica per proteggere la popolazione civile dall'assalto serbo: i caschi blu olandesi si sono ritirati; nei tre giorni seguenti sono morti  in ottomila, quasi tutti i maschi musulmani della città.

 

Il ruolo della Francia:

Il capo della Ruanda  Kagame, accusa direttamente la Francia e il Belgio di esser la mente  politica  del genocidio in Ruanda. Le famiglie delle vittime e i sopravissuti del genocidio in Ruando hanno aperto ricorso alle Corti internazionali nei confronti di questi due paesi. La Chiesa cattolica in Ruanda ha chiesto ufficialmente le sue scuse per il suo ruolo nell’atrocità di genociido nel paese.

La Commissione nazionale  della Lotta contro Genocidio  in Ruanda ha annunciato i 22 nomi degli ufficiali francesi tra cui  l’ammiraglio Jacques Lanxade, capo di stato maggiore dell’esercito francese all’epoca dei fatti tutti accusati di aver commesso errori fornendo armi ai gruppi che hanno massacrato numerose persone.

Francia il 23 giuhno 1994 ha iniziato un’operazione a sudest del paese per creare una zona di sicurezza per i rifugiati.Tuttavia, le forze francesi hanno fornito armi ai gruppi che hanno preso parte di quest’atrocità, impedendo l’avanzamento del  Fronte Patriottico Ruandese (RPF).

 Secondo il giornalista francese Saint-Exupery aint-Exupéry, “c’è un uomo  dell’ombra". Quest’uomo è Hubert Védrine, “segretario generale della presidenza dal 1991 al 1995, che fa risalire tutte le informazioni al capo di Stato”, ovvero François Mitterand.  La sua figura è tanto più importante che, tra i documenti segreti scovati da due alti funzionari incaricati di setacciare gli archivi sul Rwanda e gli anni 1990-94, spunta una nota scritta da Vedrine durante il genocidio in cui l’ex fedelissimo di Mitterand ordina di “riarmare” gli Hutu. La nota non è stata resa pubblica, ma rivelata ad un cerchio ristretto di persone. Mitterrand,

 Durante un’intervista rilasciata al Le Figaro nel 1998 aveva detto che  non era  una cosa importante il massacro in quel paese”.

"Il 7 aprile sia ''una giornata di commemorazione del genocidio dei Tutsi'', ha detto il presidente francese Emmanuel Macron in un comunicato  esprimendosi così nella giornata che ricorda il genocidio dei Tutsi, avvenuto 25 anni fa in Ruanda. Macron "esprime la sua solidarietà verso il popolo ruandese e la sua vicinanza alle vittime e alle loro famiglie".  Macron ha deciso dell' istituizione di una comissione che indagherà il genocidio in Ruanda.


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