Appello Marino in Campidoglio per un sistema senza partiti

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Appello Marino in Campidoglio per un sistema senza partiti

ROMA (Reuters) - L'appello di ieri del sindaco dimissionario di Roma Ignazio Marino alla "sua" piazza si giustifica solo in un sistema politico plebiscitario che prefigura il superamento dei partiti.

In questi due decenni ampio dibattito è avvenuto su questo e i partiti della prima Repubblica sono spariti. Il fenomeno è stato accelerato dal crollo del muro di Berlino, dalla fine di ideologie fondanti sistemi politici contrapposti e per i duri colpi alla credibilità dei partiti stessi dati dalle inchieste giudiziarie, da Tangentopoli a quelle degli ultimi giorni.

E' questo clima che permette a Marino, sfiduciato dal suo partito, di rivolgersi direttamente ai sostenitori. Altro discorso è la sua credibilità e la possibilità di far presa ancora sull'elettorato. Del resto, per la prossima campagna elettorale in alcune grandi città a cominciare da Roma e Milano sono gli stessi partiti a cercare candidati fuori dal perimetro politico, provenienti dalla cosiddetta "società civile", per intercettare voti nell'antipolitica o, perlomeno, fra coloro lontani dal sistema.

Per quel che riguarda Roma poi c'è da segnalare che in molti pensano che in campagna elettorale inciderà di più il processo su Mafia Capitale, che inizierà il prossimo 5 novembre e durerà mesi, della capacità dei partiti di individuare punti programmatici convincenti.

Il dibattito, che ha visto contrapposti il modello di partiti strutturati e radicati nel territorio ai cosiddetti "partiti liquidi", caro ai commentatori nel decennio scorso, pare cancellato del tutto dalle persone (poche centinaia o qualche migliaio non conta) di ieri in Campidoglio. E dal modo in cui i politici, di professione o neofiti, si rivolgono direttamente a loro.


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