Agenda: La Turkiye andrà di nuovo alle urne

Vi presentiamo le valutazioni sull’argomento del ricercatore di politica estera presso SETA, Can ACUN...

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Agenda: La Turkiye andrà di nuovo alle urne

Il 28 maggio la Turkiye andrà un'altra volta alle urne. Il 14 maggio, al primo turno delle elezioni presidenziali e parlamentari, l'Alleanza del Popolo ha conquistato la maggioranza dei seggi parlamentari, mentre il presidente Recep Tayyip Erdogan, pur avendo ottenuto il 49,5% dei voti, non ha raggiunto il 50% e le elezioni sono state rimandate al secondo turno. Kemal Kilicdaroglu, invece, ha ottenuto solo il 44% dei voti nonostante le aspettative in tal senso. Ora che il Paese si appresta a tornare alle elezioni, l'intero processo si sta svolgendo senza problemi. Questo è un indicatore importante della maturità della democrazia turca.

Il 14 maggio, il primo turno delle elezioni presidenziali e parlamentari ha portato molti risultati inaspettati. Soprattutto nell'opposizione e nei circoli internazionali che la sostengono, si erano create grandi aspettative, si sosteneva che Kemal Kilicdaroglu sarebbe stato eletto Presidente al primo turno e l'Alleanza della Nazione avrebbe conquistato la maggioranza parlamentare, in realtà si trattava di un'ingegneria della percezione e non poteva essere supportata nemmeno da alcuni sondaggi manipolativi. Tuttavia, la verità alla fine è venuta a galla e l'opposizione ha subito una pesante sconfitta contro Erdogan e l'Alleanza del Popolo al primo turno. Al primo turno, Erdogan ha ottenuto quasi 2,5 milioni di voti in più di Kilicdaroglu, l'Alleanza del Popolo ha conquistato la maggioranza parlamentare, mentre l'Alleanza della Nazione è diventata una minoranza e le sue rivendicazioni si sono confermate ancora una volta infondate.

Ma come mai un tale risultato è stato ottenuto a dispetto della pandemia, della guerra in Ucraina e della catastrofe sismica che ha ucciso più di 50 mila persone? Innanzitutto, nonostante tutto, Erdogan è percepito dal popolo turco come un leader molto più convincente di Kilicdaroglu, e c'è la percezione che gli attuali problemi economici della Turkiye possano essere risolti solo da Erdogan, e che solo Erdogan possa portare avanti le attività di costruzione e ricostruzione nelle regioni colpite dai terremoti. Il fatto che l'opposizione fosse una coalizione di sei persone, che non sembrassero agire in coerenza tra loro e, soprattutto, la collaborazione di Kilicdaroglu con l'HDP, l'estensione politica del PKK, hanno suscitato una grande reazione nell'elettorato.  Alla fine, Erdogan ha vinto al primo turno, mentre Kilicdaroglu e la sua alleanza hanno subito una pesante sconfitta. Ora il Paese andrà dunque al secondo turno il 28 maggio.

Kilicdaroglu si presenta agli elettori facendo una svolta di 180 gradi, assumendo una posizione nazionalista e anti-profughi e alleandosi con l'estremista di estrema destra Umit Ozdag. Allo stesso tempo dovrà trovare un equilibrio tra Umit Ozdag, di estrema destra e PKK/HDP. Mentre, Sinan Ogan, emerso come un fulmine a ciel sereno con il 5% al primo turno, ha deciso di sostenere Erdogan. 

Nel frattempo, Erdogan sembra aver rafforzato la sua posizione mostrando agli elettori le contraddizioni di Kilicdaroglu e della sua alleanza, pur continuando le politiche attuali, e si trova di nuovo di fronte agli elettori con una maggioranza parlamentare. Siccome la popolazione turca dà generalmente la priorità alla stabilità, questa carta si rivela un fattore molto forte per Erdogan.

 



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