AGENDA, tensione tra USA e Iran

Il 2020 nel Medio Oriente sembra esser  un anno molto “caldo”.

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AGENDA, tensione tra USA e Iran

L'uccisione del generale iraniano  Qassem Suleimani, le dichiarazioni lanciate dall’Iran per la rappresaglia  hanno aumentato di più la tensione tra USA e Iran.

Il comandante delle forze al Quds, legate alle Guardie della Rivoluzione iraniana, è stato un potente e importante comandante e figura cruciale per la politica futura del’Iran. E’ stato un importante nome nelle operazioni estere dell’Iran in particolare dopo la rivolta araba. E’ stato  un uomo che è riuscito a ridisegnare gli scenari geopolitici del Medio Oriente a favore del'Iran, in particolare  in  Libano Siria , Iraq e Yemen, organizzando i ruoli delle milizie sciite  nei combattimenti nella regione. Inoltre aveva dominio sulle milizie  in Libano e Yemen. Era uno dei personaggi più popolari in Iran forse  più popolare di Khamanei e Rouhani. L’uccisione di tale persona importante per la politica iraniana, avrebbe effetti gravi sul futuro dell’Iran.

Vi presentiamo le valutazioni di  Murat Yeşiltaş, Professore  associato e direttore della SETA( Fondazione per la Ricerca Politica, Economica e Sociale)

L'uccisione del generale iraniano Qassem Suleimani, le dichiarazioni lanciate dall’Iran per la rappresaglia dimostrano che il nuovo anno 2020  nel Medio Oriente sarà un pò “ caldo”.

Non si sa’ se quest’ultimo evento spingerà il mondo ad una guerra, però è certo che approfondirà di più la crisi,” la guerra nascosta” tra due pasei.

Il governo di Teheran promette vendetta, per l'uccisione del generale, e in breve tempo  ha avviato l'operazione Soleimani Martire lanciando una pioggia di missili contro due basi Usa. 

Il popolo iraniano, che affronta questioni economiche e sociali da lungo tempo, ha giuato sulle strade  della capitale per la vendetta lanciando diversi slogan. Inoltre  iraniani giurano per la vendetta anche per l’uccisione di  Abu Mahdi al-Muhandis, vice comandante delle Unità di mobilitazione popolare sciite irachene. Il parlamento iracheno  ha votato il ritiro delle truppe americane. La risoluzione è arrivata dopo l'approvazione della mozione, annunciata nel corso della riunione di emergenza  dopo l’uccisone del generale iraniano Qassem Soleimani. Adesso si fa domanda come l’Iraq, teatro degli scontri e crisi politici, affronterà questo  nuovo processo difficile.

Gli iracheni si accorgono della gravità della situazione  provocata dalla tensione e rivalità tra USA e Iran però e non c'è niente che loro possano  fare.

Ma sono privi della coscienza di realizzare il motto “Nè Iran  nè USA, un Iraq indipendente”

 

 

Si è unito l’Alto Consiglio di sicurezza iraniano per discutere sulla risposta dell’Iran agli USA.  Era presente anche Khamanei. Sono state aste le bandiere rosse , il colore come simbolo degli sciiti, sui minareti delle moschee. Il governo di Teherean ha annunciato anche il continuo del suo programma dell’arrichimento uraniano e non manterrà le promesse internazioni riguardanti. Quindi  la prima reazione è appena arrivata con il lancio del razzo su una base militare  statunitense in Iraq.

 

 

L’assassinio di Qassem Suleimani, ha acceso fuoco nel Medio Oriente. Nessuno ora può  avere una previsione sul futuro della regione, o può avanzare passi con proprie previsioni. Finora la Turchia è l’unico paese che ha fatto appello per la moderazione mentre Israele si è detto contento dell’uccisione di Soleimani. Preoccupati anche i piccoli paesi del Golfo. L’Opinione pubblica internazionale mantiene il  silenzio davanti a quegli svolgimenti. USA, invece, sembrano di voler convincere l’Iran a partecipare ai negoziati per il suo programma nucleare minacciandolo con la possibilità di una guerra. Il 2020 nel Medio Oriente sembra esser  un anno molto “caldo”.

 

 

 


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