Ezine

Ezine è un centro agricolo e commerciale, non turistico, ma è famoso in tutta la Turchia per i suoi formaggi di pecora.

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Ezine

La costa di Ezine


La regione del Mar Egeo nella Turchia Nord Occidentale è attraversata dalla strada che da Çanakkale, sui Dardanelli, porta a Izmir.

E’ una strada molto frequentata, ma pochi la lasciano per addentrarsi nella regione.

E’ un peccato, perchè è un altro tesoro trascurato della Turchia, ma è anche una fortuna per i pochi viaggatori che la esplorano.

Quando la strada attraversa il centro abitato di Ezine, invece di proseguire verso Izmir, ci si può fermare a fare colazione in uno dei tanti ristorantini lungo la strada.

Ezine è un centro agricolo e commerciale, non turistico, ma è famoso in tutta la Turchia per i suoi formaggi di pecora.

E’ anche uno dei centri dove il Deve Guresi, la lotta tra i cammelli, è più popolare. Naturalmente, i cammelli vengono allevati esclusivamente per gli scontri rituali, ma nelle campagne di Ezine asinelli e muli vengono ancora usati come animali da soma.

Se dal centro di Ezine si prende la strada verso la costa, gli appassionati di archeologia possono avere una bella sorpresa: una seconda, meno antica ma anche meno conosciuta città di Troia.

Alessandria Troade, conosciuta in Turco come Aleksandra Truva, fu chiamata così in onore di Alessandro Magno. La leggenda dell’assedio della città di Priamo era già antica di quasi mille a quei tempi.

Alessandro, convinto di essere erede degli eroi dell’Iliade e figlio di Zeus, si fermò nei pressi delle rovine di Troia, e offrì sacrifici agli dei in onore di Achille, il suo eroe preferito.

Venti anni dopo la morte di Alessandro Magno il re di Tracia, Lisìmaco, ricordò l’episodio, avvenuto quando lui era guardia del corpo di Alessandro. Ribattezzò il villaggio col nome di Alessandria Troade.
Fu una importante città romana, con più di centomila abitanti.

Non si sa quando fu abbandonata o distrutta, ma in epoca ottomana era in rovina, e molti dei suoi marmi furono utilizzati per la moschea di Valide Sultan, a Istanbul.

Le rovine sono interessanti, con un teatro romano, un odeon, le immancabili terme e i resti delle mura, lunghe dieci kilometri.

La costa è sabbiosa, costellata di villaggi di fronte alla spiaggia. Poco più a nord, c’è un’isola: è Bozcaada, l’antica Tenedos.

Con un traghetto, la si può raggiungere in poco più di mezz’ora.

Il piccolo porto è dominato da un castello ottomano perfettamente restaurato.

Ma il dominio ottomano non fu solido come l’aspetto del castello lascia pensare: in una serie di furiose battaglie navali, l’isola passò di mano tra Ottomani e Veneziani almeno cinque volte, a metà del 1600.

Bozcaada è famosa per i suo corvi, di una specie particolare: si dice siano gli unici corvi che sappiano cantare. Sono uccelli molto fiduciosi, al punto che spesso si posano sui tavolini dove i turisti si godono l’ombra delle stradine coperte di pergolati.

I corvi di Bozcaada hanno anche dato il nome ad una marca della attrazione principale di Bozcaada: il vino.

Il clima unico, il proverbiale vento dell’Egeo e il suolo particolare dell’isola la rendono un sito ideale per i vigneti.

Un architetto turco, Resit Soley, nato a Istanbul ma laureato alla Sapienza di Roma, si innamorò dell’isola.

Comprò un vigneto in rovina, chiamò un famoso enologo dall’Italia per restaurarlo. Poi comprò una vecchia cantina e restaurò anche quella.

Quando cominciò a produrre vino, i vicini gli vendettero i loro terreni. Dopo alcuni anni dovette lasciare la professione per dedicarsi a tempo pieno a produrre i suoi vini, tra i più famosi della Turchia.

Bozcaada d’estate è affollata di turisti: un recente film di successo, girato sull’isola, l’ha resa molto popolare. Durante la bassa stagione, invece, persino molti dei suoi abitanti vanno a vivere altrove, e diventa semideserta.

Tornati sul continente, si può lasciare la costa e procedere verso sud.

Usciti dagli oliveti vicini al mare, si attraversa una campagna che appare molto diversa dalla tipica regione egea: decine di piccoli villaggi, tutti con le case in pietra, si succedono a pochi kilometri l’uno dall’altro.

Ci sono pochi alberi, ma in compenso si vedono distese sterminate di pascoli erbosi, attraversati da un reticolo di muretti in pietra. Greggi di pecore non si fanno problemi ad attraversare la strada davanti alle macchine.

Se non fosse per i minareti delle piccole moschee dei villaggi, sembrerebbe di essere in Irlanda.

Arrivati ad un villaggio chiamato Gülpinar, il “Torrente delle Rose”, c’è una sorpresa.

Il Tempio di Apollo Smintéo, pur essendo di epoca romana, sorge su un sito antichissimo. Fu qui che gli Achéi che assediavano Troia attaccarono il villaggio e Agamennone prese una sacerdotessa di Apollo come schiava.

Il padre della ragazza per riavere la figlia invocò Apollo Smintéo.

Il nome significa “Apollo dei topi”: si dice che nel tempio le sacerdotesse allevassero e offrissero cibo ai topi. Gli Achéi avrebbero fatto meglio a non scherzare con un dio che comandava ai topi: nel campo greco scoppiò la peste, e Agamènnone fu costretto a restituire la schiava.

Ma era prepotente e si prese quella di Achille: l’ira di Achille diede origine alle vicende narrate nell’Ilìade.

Oggi le rovine del Tempio sono un posto tranquillo, con un piccolo ristorante all’ombra degli alberi e un’antica sorgente. Il piccolo museo ospita bellissimi fregi di marmo con scene della guerra di Troia.

Ma passata Gülpinar, la zona poco esplorata dai turisti finisce presto: Assos, con le antiche rovine, la vista mozzafiato sull’isola greca di Mitilene e il porticciolo circondato da ristorantini di pesce, è molto elegante e frequentata, come una piccola Positàno sull’Egeo.

La costa è diversa da quella di Ezine: ora è alta e rocciosa. Il teatro greco di Assos ha il proscènio a picco sul mare, e nel punto più alto ci sono le rovine del tempio di Atèna.

Mitilene è così vicina che la gente dei villaggi racconta che nelle mattine calme si sentono i galli cantare al di là dello Stretto.

Ma proseguendo verso Est, si torna sulla strada per Izmir, e e si incontrano paesi turistici come Altinoluk, Ayvalik, Ayvacik: ci sono belle spiagge, piccoli alberghi, case di villeggiatura.

Splendidi posti, ma il viaggio in un angolo poco esplorato è finito.

 


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