Albania e Macedonia del Nord dichiarano lutto nazionale per i terremoti che hanno colpiti la Türkiye

Nell'ambito del lutto dichiarato dai governi dell'Albania e della Macedonia del Nord, le bandiere delle istituzioni statali e dei luoghi pubblici di entrambi i Paesi sono state abbassate a mezz'asta.

In questo contesto, anche le rappresentanze diplomatiche di questi Paesi all’estero hanno abbassato le proprie bandiere a mezz'asta.

Il presidente dell’Albania Bajram Begaj sul suo account di social media condividendo una foto della bandiera albanese abbassata a mezz'asta davanti al palazzo presidenziale, ha dichiarato di essere solidale con le famiglie colpite dai terremoti al confine tra Türkiye e Siria e le loro preghiere sono con loro.

"Gli albanesi non dimenticheranno mai gli aiuti della Türkiye nel terremoto che ha avuto luogo in Albania il 29 novembre 2019", ha affermato Begaj.

Mentre, nella dichiarazione rilasciata dal governo della Macedonia del Nord si riferisce: " Il governo porge le proprie condoglianze ai parenti di coloro che hanno perso la vita nei terremoti in Türkiye e in Siria, e all'intero popolo turco".

Nel frattempo, all'apertura dell'Assemblea generale del Parlamento europeo (PE), si è tenuto un minuto di silenzio in memoria di coloro che hanno perso la vita nei terremoti di Kahramanmaras, in Türkiye e Siria.

La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola nel suo discorso all'apertura dell'Assemblea generale convocata a Strasburgo, in Francia, ha riferito:

“La scorsa settimana, una serie di devastanti terremoti ha colpito la Türkiye e la Siria, provocando devastazioni quasi inimmaginabili. Vorrei sottolineare che l'Europa è al fianco del popolo turco e siriano. I nostri pensieri sono con le famiglie delle vittime, dei bloccati sotto le macerie, dei feriti e tutti i soccorritori che stanno combattendo giorno e notte per salvare vite umane.”

I terremoti di magnitudo 7,7 e 7,7 che si sono verificati nella provincia di Kahramanmaras il 6 febbraio e hanno colpito 10 province e la Siria, hanno causati migliaia di vittime e sono descritti come il "disastro del secolo".