Open Arms, Salvini firma di nuovo divieto di ingresso

Il governo italiano si è diviso in due a causa della crisi di “Open Arms”.

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Open Arms, Salvini firma di nuovo divieto di ingresso

Il vice premier ed il ministro dell’interno italiano Matteo Salvini ha presentato ricorso urgente al Consiglio di Stato dopo la decisione del Tar (un tribunale amministrativo regionale) di sospendere il divieto di ingresso nelle acque italiane firmato da Salvini, e ha firmato il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane della nave Open Arms, l’organizzazione civile spagnola.

Il governo italiano si è diviso in due a causa della crisi di “Open Arms”, la nave spagnola che aspetta nel Mar Mediterraneo per lo sbarco con a bordo 147 migranti.

 "Finché sarò ministro non autorizzerò mezzo sbarco: farò di tutto perché Renzi e Boschi non governino più in questo Paese", aveva detto poco prima Salvini durante un'iniziativa della Lega a La Spezia, "saranno giornate importanti e delicate: noi racconteremo ora per ora cosa faremo. E faremo di tutto per sventare un accordo truffa Pd-M5S. Pensiamo al futuro e non al passato".

“Un giudice in Italia con una nave straniera in acque straniere dice che io non posso vietare l'ingresso su suolo italiano. Ma con chi sta questo giudice? Lo dico col massimo rispetto per l'indipendenza della magistratura. Ma caro giudice chi te lo paga lo stipendio? Gli spagnoli, i maltesi o gli italiani?", ha detto ancora Salvini, parlando della decisione del Tar del Lazio sul caso Open Arms, "se lo stipendio te lo pagano gli italiani devi difendere i confini e la sicurezza degli italiani".

“14esimo giorno. La terra apperve: Lampedusa. Siamo nelle acque italiane con la sospensione del decreto di Salvini. Non abbiamo ancora un porto” si legge su twitter del Open Arms.

Tuttavia, nella notte la ministra della Difesa Trenta ha fatto sapere di non voler firmare il nuovo decreto: “La politica non può mai perdere l’umanità”.

"Non si può ritenere che siano rinvenibili nuove cogenti motivazioni di carattere generale ovvero di ordine e sicurezza pubblica tali da superare gli elementi di diritto e di fatto nonché le ragioni di necessità e urgenza posti alla base della misura cautelare disposta dall'autorità giudiziaria, che anzi si sono verosimilmente aggravati" ha motivato la decisionela ministra italiana.

 



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