Rai, cda approva nomine direttori tg tra le polemiche

Il consiglio di amministrazione della Rai ha approvato a maggioranza il pacchetto di nomine per le direzioni dei tg proposto dal direttore generale, Antonio Campo Dall'Orto...

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Rai, cda approva nomine direttori tg tra le polemiche

ROMA (Reuters) - Il consiglio di amministrazione della Rai ha approvato a maggioranza il pacchetto di nomine per le direzioni dei tg proposto dal direttore generale, Antonio Campo Dall'Orto, tra le polemiche e una nuova spaccatura nel Pd del premier Matteo Renzi.

Il sito di Rainews pubblica la notizia delle nomine riportando che il pacchetto proposto "secondo quanto si apprende, è passato con sei voti favorevoli e tre contrari, ossia quelli dei consiglieri delle opposizioni, Arturo Diaconale, Giancarlo Mazzuca e Carlo Freccero".

In dissenso con le nomine, i senatori del Pd Miguel Gotor e Federico Fornaro, della minoranza del partito, hanno annunciato le proprie dimissioni dalla Commissione di Vigilanza Rai. Scelta avallata dall'ex segretario, Pier Luigi Bersani.

I nuovi direttori sono: Ida Colucci al Tg2 al posto di Marcello Masi, Luca Mazzà al Tg3 al posto di Bianca Berlinguer, Andrea Montanari a Radio 1 Giornale radio al posto di Flavio Mucciante, Nicoletta Manzione a Rai Parlamento al posto di Gianni Scipione Rossi.

I nuovi nominati, incluso Mario Orfeo, confermato al Tg1, hanno ricevuto gli auguri di buon lavoro da Enrico Zanetti, segretario di Scelta Civica e viceministro dell'Economia.

Gotor ha invece motivato su Facebook la sua decisione parlando di "assenza di un nuovo progetto sull'informazione dell'azienda come chiaramente emerso nella riunione della Commissione di Vigilanza Rai di ieri sera e che risponde unicamente a logiche di occupazione governativa del servizio pubblico, in forme per molti versi inedite e in contrasto con il principio costituzionale del pluralismo culturale e politico".

Bersani parla di scelta "forte e coerente, che deve far prendere coscienza della serietà del problema".

"La Rai è un'azienda che ha un drammatico bisogno di un serio piano industriale. Di questo deve occuparsi e preoccuparsi l'azionista pubblico. Il parlamento deve semplicemente indicarle la missione e dire cioè che cosa si intende per servizio pubblico... Tutto qui. Tutto il resto è del demonio", conclude.

Di avviso opposto Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Vigilanza Rai, che esprime "stupore e rammarico per la decisione di Federico Fornaro e Miguel Gotor di lasciare la Commissione Vigilanza Rai".

Dura la reazione anche della Federazione della Stampa e del sindacato Usigrai: "È ormai evidente che non esiste nessun piano. Così come è chiaro che esisteva solo la necessità di occupare nuove poltrone. Non cadremo certo nella trappola di parlare di questo o quel direttore. Quello che ci interessa è che si chiamino le cose con il loro nome: occupazione di posti e pura lottizzazione", si legge in una nota.



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