Eni, perdita netta 8,8 mld in 2015, pesano svalutazioni, confermata cedola

Il crollo del prezzo del petrolio (-43%) ha portato i conti di Eni in rosso nel quarto trimestre e per l'intero anno, se si considerano anche le svalutazioni indotte dallo scenario petrolifero...

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Eni, perdita netta 8,8 mld in 2015, pesano svalutazioni, confermata cedola

MILANO (Reuters) - Il crollo del prezzo del petrolio (-43%) ha portato i conti di Eni in rosso nel quarto trimestre e per l'intero anno, se si considerano anche le svalutazioni indotte dallo scenario petrolifero, così come quelle su Saipem e Versalis considerate come 'discontinued operation'.

Nonostante queste prospettive, la major ha comunque aumentato la produzione petrolifera del 10% rispetto al target iniziale del 5% (+14% nel trimestre a 1,88 milioni di barili/giorno), generato un cash flow di 12,2 miliardi nell'anno (-15%), tagliato il piano di investimenti del 20% per l'anno in corso e confermato la cedola a 0,80 euro per azione.

In borsa il titolo sta reagendo molto bene: intorno alle 16 balza del 5,71% a 12,78 euro. "Il mercato ha già digerito questi risultati che sono oggettivamente negativi a causa anche dello scenario. Positiva la conferma della cedola, bisogna vedere se sarà confermata anche per il 2016", osserva un analista di una banca d'affari italiana. [nL8N1652PG]

Più nel dettaglio, nel trimestre la perdita netta adjusted (senza le componenti straordinarie) delle 'continuing operation' è stata pari a 200 milioni in peggioramento di 730 milioni rispetto all'utile netto adjusted del quarto trimestre 2014. Un comunicato spiega che la causa è stata la flessione del comparto 'exploration and production' (-58% l'ebit adj), il cui impatto è stato attenuato dalla crescita delle produzioni, dalla riduzione dei costi e dal deprezzamento dell'euro rispetto al dollaro (-12,3%). I settori Gas & Power e Rifining & Marketing hanno registrato performance positive.

L'indebitamento finanziario netto al 31 dicembre si attesta a 16,86 miliardi, livello calato nei primi mesi del 2016 di altri 4,8 miliardi a seguito della cessione del 12,5% di Saipem a Fsi (Cdp) e del deconsolidamento di Saipem.

Quanto al polo della chimica Versalis, la capogruppo rende noto di trattative in corso di definizione al 31 dicembre per un accordo con un partner industriale che, acquisendone una quota di controllo, affianchi Eni nella realizzazione del piano industriale necessario per lo sviluppo del settore.

Nel breve termine, invece, non è prevista la cessione del segmento retail del Gas and power: "Puntiamo ad accrescere il valore e siamo focalizzati sulla società per creare maggiore efficienza", ha detto l'AD, Claudio Descalzi, agli analisti; mentre il Cfo, Massimo Monzazzi, ha sottolineato che Eni non ha bisogno di acquisizioni per realizzare la crescita della produzione di idrocarburi promessa.

Considerando solo le 'continuing operation' (senza Saipem e Versalis) nel quarto trimestre Eni ha registrato una perdita netta di 6,891 miliardi (7,793 miliardi nell'intero esercizio) con un sensibile peggioramento rispetto all'esercizio precedente a causa della debolezza strutturale del mercato petrolifero che ha eroso la redditività operativa e il valore degli asset: la svalutazione nell'upstrean è di 4,5 miliardi, in particolare in Congo, Algeria e Turkmenistan.

A livello consolidato la perdita netta di competenza degli azionisti Eni ammonta a 8,46 miliardi nel quarto trimestre e a 8,821 miliardi nell'esercizio, includendo anche la perdita di competenza Eni delle 'discontinued operation'. Le svalutazioni rilevate per allineare i net assets di Saipem e Versalis ai rispettivi fair value hanno comportato un impatto complessivo di 1,969 miliardi.



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