Per l'Italia il difficile ruolo di mediazione nella Ue

Diversa la strada di Renzi impegnato a sfruttare gli spazi stretti lasciati aperti dai falchi: ad iniziare dalle dimissioni di questa mattina di Yanis Varoufakis, simbolo di intransigenza nelle trattative fin qui condotte.

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 Per l'Italia il difficile ruolo di mediazione nella Ue

ROMA (Reuters) - La prima reazione da parte del governo italiano di fronte alla netta vittoria dei no nel referendum greco è stata ieri sera duplice. Da una parte il silenzio da parte del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Dall'altra due sintetici commenti da parte di due dei principali ministri del governo: il primo del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni per dire che "ora è giusto ricominciare a cercare un'intesa", il secondo del responsabile del Tesoro Pier Carlo Padoan in favore di un'Europa "solidale e integrata".

Di fronte ai primi commenti irritati da parte delle principali cancellerie europee per un risultato apparso inatteso e sorprendente, quella del governo italiano è apparsa da subito una posizione di mediazione, comunque aperta al dialogo non solo con la Grecia (fronte comunque problematico) ma soprattutto all'interno dell'Europa che verrà.

Per Renzi, che non ha proprio brillato per doti di mediazione nei primi 16 mesi del suo governo, si tratta di una sfida nuova che gli permette anche di diversificarsi dai tanti partiti italiani, tutti di minoranza, che hanno esultato per la vittoria del no, ma con argomenti che allargano il solco con l'Europa e nell'euro.

Diversa la strada di Renzi impegnato a sfruttare gli spazi stretti lasciati aperti dai falchi: ad iniziare dalle dimissioni di questa mattina di Yanis Varoufakis, simbolo di intransigenza nelle trattative fin qui condotte.


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