Scuola, Renzi abbassa toni polemica e spiega la riforma

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Scuola, Renzi abbassa toni polemica e spiega la riforma

ROMA (Reuters) - Dopo il burrascoso incontro di ieri a palazzo Chigi fra governo e sindacati degli insegnanti sulla riforma della scuola presentata dal governo, oggi il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha pubblicato un video sul sito del governo.

Nel video di 17 minuti, in maniche di camicia alla lavagna con gessetto in mano, Renzi spiega la riforma con toni concilianti e cercando di gettare acqua sulle polemiche.

Il premier pare preoccupato soprattutto di trasmettere l'importanza della riforma per far progredire il livello dell'insegnamento ne nostro Paese e, in secondo luogo, di garantire ai docenti maggior considerazione, anche dal punto di vista economico, del loro lavoro.

"Oggi gli insegnanti hanno perso l'importanza sociale

che avevano negli anni passati. La prima responsabilità di questo ce l'abbiamo noi genitori delle nuove generazioni", dice il presidente del Consiglio e aggiunge: "Quando si chiede ai ragazzi di boicottare le prove Invalsi [le prove per gli studenti che sono stati boicottate da alcuni] non si fa un servizio a quei ragazzi. Ecco perché è necessario dare più soldi agli insegnanti. E' un fatto di giustizia dare 500 euro in più

agli insegnanti, per andare al teatro o nei musei".

Il 5 maggio scorso si è svolto lo sciopero nazionale della scuola proclamato dai principali sindacati degli insegnanti contro la riforma. Al centro della protesta soprattutto i poteri da "manager" attribuiti ai dirigenti scolastici.

I sindacati chiedono inoltre di assumere tutti gli insegnanti precari, almeno 150.000, contro i 100.000 del piano del governo e il rinnovo del contratto di settore, fermo da 7 anni.

Oltre al video il premier ha inviato anche una lettera a tutti gli insegnanti ribadendo che nel 2016 sarà bandito un concorso per altri 60 mila posti e che saranno investiti circa quattro miliardi sull'edilizia scolastica.

Rispondendo poi ad alcuni dei timori più frequenti il premier ha assicurato che: le aziende non hanno alcun ruolo nei consigli di istituto; i giorni di vacanza non si toccano; nessuno può essere licenziato dopo tre anni; il preside non può chiamare suoi amici ma deve scegliere tra vincitori di concorso, in un ambito territoriale ristretto.

 


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