Camera approva in via definitiva riforma elettorale con 334 sì

Il provvedimento è passato, in votazione segreta, con 334 sì e 61 no. Le opposizioni, con poche eccezioni, hanno polemicamente lasciato l'aula prima dello scrutinio e i voti contrari sono imputabili a defezioni nella maggioranza di governo

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Camera approva in via definitiva riforma elettorale con 334 sì

ROMA (Reuters) - La Camera dei deputati ha approvato oggi definitivamente la riforma della legge elettorale, fortemente voluta dal premier Matteo Renzi che l'ha presa a simbolo del suo sforzo di rinnovamento.

Il provvedimento è passato, in votazione segreta, con 334 sì e 61 no. Le opposizioni, con poche eccezioni, hanno polemicamente lasciato l'aula prima dello scrutinio e i voti contrari sono imputabili a defezioni nella maggioranza di governo.

"Impegno mantenuto, promessa rispettata. L'Italia ha bisogno di chi non dice sempre no. Avanti, con umiltà e coraggio. È #lavoltabuona", ha scritto Renzi nell'atteso tweet post voto.

Negoziata dal premier con Silvio Berlusconi in nome di un'intesa bipartisan per dare stabilità politica all'Italia, votata in prima battuta alla Camera nell'inverno 2014, poi in versione rimaneggiata dal Senato in gennaio, la nuova legge elettorale è riuscita a superare l'ultimo passaggio a Montecitorio, malgrado il voltafaccia di Fi e lo strappo con una minoranza di deputati del Partito democratico.

"NEL PD 40-45 VOTI CONTRARI"

Pur di chiudere la partita alla Camera, il governo aveva posto la settimana scorsa tre fiducie sulla riforma, superandole con 352 sì la prima, 350 la seconda e 342 la terza (con affluenza decrescente). Nel Pd fino a 38 deputati non avevano partecipato agli scrutini in segno di dissenso.

"Cosa fatta capo ha. Ma anche oggi il dissenso è stato abbastanza ampio, un dato politico non poco rilevante", ha commentato l'ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, che ha detto di avere votato no.

Fonti del Pd stimano in 40-45 i voti contrari provenienti dal gruppo, inferiori alle attesa della minoranza del partito che sulla carta conta un centinaio di deputati.

"E' possibile che nel Pd i 'no' siano stati qualcuno in più dei 38 che non hanno partecipato alla fiducia", ha commentato il capogruppo vicario del Pd Ettore Rosato. "Ma tra i 'no' bisogna metterci una quindicina di voti del gruppo misto più i dissidenti di altri partiti. La maggioranza ha tenuto e il governo ha avuto un bello slancio".

Ora la riforma, che prevede un premio di maggioranza alla Camera per la lista che prende almeno il 40% dei voti al primo turno o vince il ballottaggio, attende la promulgazione del presidente della Repubblica.

Sergio "Mattarella rinvierà questa legge alle camere per manifesta incostituzionalità", ha detto in aula Renato Brunetta, il capogruppo di Fi a Montecitorio.

Anche l'M5s Danilo Toninelli, secondo cui questa legge "produrrebbe un Parlamento asservito al capo del governo", ha chiesto a Mattarella di non firmare.

La legge vale solo per l'elezione della Camera dei deputati e dovrebbe entrare in vigore dal 1° luglio 2016, termine entro il quale Renzi ha in programma di far approvare in Parlamento la modifica della Costituzione che riduce il Senato ad assemblea di delegati regionali e comunali non più legata al governo dal voto di fiducia. Questa revisione della Carta dovrà essere poi ratificata da un referendum popolare.


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