Marò, Gentiloni: Italia richiama ambasciatore in India

La Corte suprema indiana ha respinto la richiesta di estendere il permesso di soggiorno in Italia per motivi medici a Massimiliano Latorre, e ha negato a Salvatore Girone il permesso di rientrare in Italia per le festività natalizie.

152207
Marò, Gentiloni: Italia richiama ambasciatore in India

ROMA (Reuters) - Il governo italiano richiamerà l'ambasciatore italiano a New Delhi, dopo che ieri la Corte suprema indiana ha respinto le richieste di natura umanitaria avanzate dai due fucilieri di Marina accusati dell'omicidio di due pescatori indiani nel corso di una missione anti-pirateria.

Lo ha dichiarato oggi il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in occasione del Question time alla Camera.

"Il fatto che dopo tre anni di ritardi e rinvii siano state respinte queste richieste umanitarie per noi è davvero grave. Per questo [...] il governo ha deciso di richiamare per consultazioni urgenti il nostro ambasciatore a Nuova Delhi", ha detto Gentiloni.

La Corte suprema indiana ha respinto la richiesta di estendere il permesso di soggiorno in Italia per motivi medici a Massimiliano Latorre, e ha negato a Salvatore Girone il permesso di rientrare in Italia per le festività natalizie.

Nel settembre scorso la stessa Corte aveva concesso a Latorre, 47 anni, di tornare in Italia per quattro mesi al fine di curarsi in seguito a un'ischemia. Il fuciliere aveva chiesto di estendere di altri quattro mesi il permesso, per sottoporsi anche a un intervento di bypass.

La decisione indiana ha provocato il forte disappunto del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ieri si è detto "fortemente contrariato".

Per parte sua il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha detto che "Massimiliano Latorre si deve curare qui in Italia, ce lo stanno dicendo i medici e non vedo quindi come possa tornare in India. Noi non ci muoviamo da questa posizione".

Oggi Gentiloni ha assicurato che "l'impegno del governo è totale, stiamo considerando i passi successivi", e ha spiegato che nei prossimi giorni verrà presa una decisione sull'arbitrato internazionale.

Il governo italiano ha pagato un risarcimento di circa 146.000 euro a ciascuna delle famiglie dei due pescatori uccisi nel febbraio 2012, che in cambio hanno rinunciato a costituirsi parte civile. Ma la causa intentata dallo Stato va comunque avanti.

Sotto le pressioni internazionali l'India ha accettato di non perseguire i due marò in base alla nuova legge anti-pirateria, particolarmente severa.

L'Italia sostiene che l'incidente si è verificato in acque internazionali e che la giurisdizione sul caso spetta a Roma.

 



etichetta:

NOTIZIE CORRELATE