Italia, S&P conferma rating BBB, outlook ancora negativo

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Italia, S&P conferma rating BBB, outlook ancora negativo

MILANO (Reuters) - Standard & Poor's ha confermato a BBB il rating sovrano dell'Italia, con un outlook che rimane 'negativo'.

Lo ha annunciato l'agenzia di rating in una nota, in cui si legge che la decisione di lasciare immutato l'outlook "riflette la visione dei rischi sulle finanze pubbliche derivanti dalla basse prospettive di crescita reali e nominali".

"Le modeste prospettive di crescita riflettono i progressi solo incerti compiuti dai precedenti tre governi nel riformare il mercato del lavoro domestico e i mercati dei beni, che riteniamo meno flessibili di quelli dei principali partner commerciali dell'Italia" afferma la nota.

"Non c'è stato il miglioramento dell'outlook atteso da tanti" commenta Alberto Gallo di Rbs. "La ragione sta nel fatto che la crescita rimane debole, nel primo trimestre è stata negativa e il raggiungimento dello 0,8% previsto dal governo diventa molto difficile. Ci sono troppi lacci e lacciuoli burocratici e amministrativi che frenano la crescita".

"Con le nuove misure della Bce e l'abbassamento dello spread ci sono meno tensioni in Italia, ma il profilo del Paese soffre di alcune riforme che sono ancora da fare, di un meccanismo di trasmissione della politica monetaria sul credito che non va bene e del problema non ancora interamente risolto delle sofferenze" aggiunge Gallo.

Per spiegare le ragioni di un rating che rimane appena due gradini sopra la soglia del cosiddetto 'investment grade', S&P cita anche l'elevato peso del debito pubblico e un difetto del meccanismo di trasmissione della politica monetaria "che ha portato a condizioni creditizie più stringenti per il settore privato italiano".


PREMATURO GIUDIZIO SU GOVERNO RENZI

S&P ha inoltre confermato il rating di breve periodo sull'Italia a A-2.

Sul fronte politico l'agenzia definisce "incoraggianti" le intenzioni del governo Renzi, delineate nel Def del 2014, ma giudica ancora prematuro valutare quanto di tale programma l'esecutivo sarà in grado di realizzare, e in che tempi.

"Se il rating era BBB negativo sei mesi fa, oggi le probabilità di default sono senz'altro minori: quindi sono stupito che non si siano portati su un rating più neutrale. C'è un po' di severità da parte delle agenzie sull'Italia, ma è vero che sia sul ciclo economico sia sulle riforme rimaniamo più indietro rispetto ad altri paesi come la Spagna" nota Riccardo Barbieri di Mizuho International. "Credo che S&P aspetti di vedere cosa riuscirà a fare il governo con le riforme, sia economiche - lavoro, fisco, spesa pubblica - sia generali. Dubito comunque che questa decisione avrà un impatto sui mercati, visto che in questo momento l'Italia viene molto apprezzata".

Relativamente allo sgravio Irpef di 80 euro sui redditi più bassi, l'agenzia sottolinea che esso andrà ad abbassare il carico fiscale sul lavoro in maniera progressiva sostenendo la domanda ma per oltre metà del totale resta finanziato da misure non strutturali.


SOFFERENZE BANCARIE ANCORA ELEVATE S&P sottolinea inoltre il livello ancora elevato delle sofferenze che pesano sul settore bancario italiano, nonostante la loro crescita sia rallentata nel corso del 2014. Le banche italiane medie e grandi, nota comunque l'agenzia, sono state in grado di raccogliere capitali sui mercati internazionali, indicando che gli elementi negativi a livello sovrano stanno diminuendo. S&P conclude spiegando che ritardi nella realizzazione delle riforme - nei mercati del lavoro, dei servizi e dei beni - potrebbe portare ad una revisione al ribasso del rating italiano. D'altra parte la realizzazione di tali riforme, ad un livello sufficiente per garantire un rafforzamento sostenibile della crescita economica, potrebbe portare ad un miglioramento dell'outlook sul rating italiano a 'stabile' da 'negativo'. Dal 2006 ad oggi S&P ha abbassato il giudizio sull'Italia quattro volte, portando il rating da AA- all'attuale BBB, con una riduzione complessiva di cinque gradini. L'ultimo taglio del rating ad opera di S&P risale a luglio 2013, con una successiva conferma a dicembre.

Dall'inizio del 2014 l'outlook sull'Italia è stato portato a stabile da negativo sia da Moody's (rating Baa2) [nL5N0LJ402] sia da Fitch (BBB+) [nL6N0NG1XK], mentre Dbrs ha per ora confermato una valutazione A(low) con outlook negativo [nL6N0N34BO].

Il prossimo pronunciamento sull'Italia è previsto venerdì 13 giugno, nuovamente con Moody's, mentre S&P tornerà a rivedere la sua valutazione sul paese il prossimo 5 dicembre.

 


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