Diamanti, banche incassano commissioni fino al 20% del prezzo di vendita

Per la vendita di diamanti le banche incassano una commissione che può raggiungere il 20% del prezzo, un compenso percepito per l'attività di promozione e collocamento...

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Diamanti, banche incassano commissioni fino al 20% del prezzo di vendita

MILANO (Reuters) - Per la vendita di diamanti le banche incassano una commissione che può raggiungere il 20% del prezzo, un compenso percepito per l'attività di promozione e collocamento.

E' quanto ricostruito da Reuters dopo che Consob, in un richiamo di fine gennaio, ha sottolineato la necessità di rendere trasparente la remunerazione riconosciuta alla banca.

Le commissioni possono andare dal 10% circa riferito da una delle maggiori banche italiane che vendono diamanti allo sportello fino al 15-20% esplicitato nel contratto, visto da Reuters, di uno dei broker di diamanti che vende attraverso il canale bancario.

I prezzi a cui sono venduti i diamanti in banca hanno sollevato i dubbi dei media l'anno scorso, quando il giro d'affari ha superato i 500 milioni di euro. Erano 300 milioni circa nel 2015, secondo le stime dichiarate dai due principali operatori con cui le maggiori banche hanno stretto accordi, Intermarket Diamond Business (Idb) e Diamond Private Investment (Dpi). La vendita di diamanti si svolge direttamente tra questi ultimi e il cliente della banca.

Le due società hanno sempre detto che i prezzi dei loro listini includono una serie di servizi, tra cui la ricerca di un acquirente per la rivendita dei diamanti ad un prezzo certo, differenziando così la propria attività da quella delle gioiellerie.

A febbraio l'Antitrust ha avviato due procedimenti per pratiche commerciali scorrette nei confronti di questi due intermediari. Da allora Idb, il broker di diamanti da più tempo sul mercato e partner di Unicredit e Banco Bpm ha avviato una riorganizzazione interna e interrotto l'attività di vendita. Prosegue viceversa l'offerta di diamanti di Dpi, che ha accordi con Intesa Sanpaolo dal dicembre 2015 e con Mps.

Le quattro banche sono state oggetto di perquisizioni a fine giugno da parte della Guardia di Finanza, che ha acquisito documenti e materiale informatico con l'ipotesi di reato di truffa. Nessuno dei soggetti oggetto delle perquisizioni ha rilasciato dichiarazioni.

In un contesto di tassi di interesse ai minimi le commissioni sono divenute una componente sempre più importante del conto economico di una banca. Sembra dunque difficile ipotizzare che gli istituti di credito rinuncino a offrire un servizio come quello della vendita di diamanti anche se genera commissioni definite dalle stesse banche "irrilevanti" l'anno scorso.

Oltre a Dpi e Idb, sul mercato si è affacciato da qualche anno anche un broker con un modello di business diverso da quello delle due società oggetto di procedimento Antitrust. Si tratta di Diamond Love Bond che vende, attraverso gli sportelli di Ubi Banca, esclusivamente le qualità più alte con certificazione dell'americana Gia (Gemological Institute of America) e nessuna promessa di potenziale ricollocamento.

Da luglio le richieste di aiuto di acquirenti di diamanti scontenti giunte ad Aduc si sono impennate, raggiungendo circa le 150 unità, secondo quanto dichiarato da Giuseppe D'Orta, responsabile per la tutela del risparmio dell'associazione di consumatori. Le somme spese, secondo quanto rilevato dall'associazione, si collocano in prevalenza fra i 15.000 e i 40.000 euro, ma "ci sono anche importi maggiori". Al momento Aduc sta preparando reclami formali da inviare a Idb e Dpi.

"Il prossimo passo sarà quello di procedere per vie legali, chiedendo un risarcimento anche alle banche collocatrici", ha detto D'Orta.

Consob è intervenuta a fine gennaio per mettere in guardia, non solo gli intermediari, ma anche i correntisti sull'acquisto di diamanti in banca. Avvertimenti più in generale sui rischi posti dai diamanti comprati a scopo di investimento sono giunti quest'anno anche da altri regolatori in Francia e Belgio.



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