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I “Giganti” del folklore siculo-calabrese e il richiamo alla Turkiye

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Nei mesi estivi l’Italia di contraddistingue non solo per lo spirito vacanziero, ma anche per le numerose feste patronali e il folklore locale che da nord a sud, est ed ovest allieta le piazze con piatti caratteristici, musica tradizionale, colorandole con festoni e carri allegorici. Le regioni meridionali sono quelle in cui le tradizioni vengono sentite maggiormente e vengono tenute vive grazie alla fede e all’impegno dei cittadini. Ed il più delle volte queste celebrazioni e rievocazioni storiche hanno delle componenti che richiamano il vicino Oriente e la Turkiye. Specialmente in diverse città calabresi e siciliane, soprattutto nella provincia di Messina, sono tipiche le sfilate dei “Giganti”, due colossi di cartapesta abbigliati di tutto punto, con orpelli variopinti che, sfilando tra le strade comunali a suon di musica e con il passo scandito dal rullo dei tamburi, intrattengono grandi e piccini, incutendo a volte a questi ultimi anche un certo senso di rispettoso timore, date le fattezze e l’altezza dei personaggi. Nell’immaginario storico, i “Giganti” rappresentano i progenitori delle popolazioni locali, che si distinguono per forza, orgoglio, fierezza, generosità e coraggio. Il riferimento è infatti alla loro storia fatta di combattimenti, resistenze e lotta per la libertà. I “Giganti” in verità sono un maschio e una femmina: Grifone con il volto nero raffigura un turco-saraceno che si innamora e prende in sposa una bella fanciulla locale, Mata, che appare elegante, molto prosperosa e cona carnagione chiara. Mata e Grifone attraversano festosi le vie centrali delle città, danzando su ritmi scanditi. Il loro ballo è da intendersi come un vero e proprio corteggiamento che si conclude con il trionfo dell’amore e simbolicamente con l’assoggettamento del turco. Con una serie di giravolte sempre più ravvicinate, i due innamorati si avvicinano finendo per abbracciarsi e unirsi in un amore profondo, che viene rappresentato dal suono frenetico e quasi assordante dei tamburi. Le manifestazioni che li vede protagonisti, a seconda delle diverse interpretazioni, mirano a ricordare allegoricamente la conquista della libertà del popolo calabrese ( e in parte di quello siciliano) dai Saraceni e Turchi che miravano a controllare questi territori. Che il folklore italiano sia ricco di riferimenti ai turchi quali “razziatori” e “conquistatori” è un dato noto, ma oggi questa accezione negativa è sorpassata e i “Giganti” non sono altro che l’effige di un clima festoso che sigilla l’appartenenza di calabresi e siciliani al proprio rito cittadino. Tuttavia, sebbene sulle origini di Mata e Grifone ci siano molte narrazioni, la più credibile si riferirebbe a Riccardo d’Inghilterra, noto ai più come “Riccardo Cuor di Leone” che, giunto a Messina nel 1190 si mostrò risoluto ad imporre la propria forza ai Bizantini, facendo erigere un castello che fece chiamare Matagriffon da Macta (ammazza) e Grifon (ladro). Da questo episodio sarebbero nate le due figure pensate per essere portate nella pizza della città in segno di potenza. In alcune rivisitazioni dei due Giganti viene accostato anche un cammello, che mira a ricordare la sconfitta e susseguente cacciata dei Saraceni da parte del Conte Ruggero il Normanno, risalente al 1060. il ballo del cammello o del cavallo è accostato molto spesso a quello dei ballo dei Giganti: cammelli, cavalli o asini, di cartapesta solitamente si esibiscono nel finale delle feste per indicare la cacciata dei turchi, intesi come popolo che arrivava da lontano in groppa ad animali da soma. Scene dal significato epico che, inserite in cornici di colori e giochi pirotecnici, danno colore e risalto a un passato glorioso. In alcuni comuni, come quello di Filadelfia in provincia di Vibo Valentia, si era soliti fare sfilare il “camiedu”, in gergo dialettale, per tre giorni consecutivi nel mese di agosto. Il fantoccio veniva fatto ballare per le strade seguendo un ritmo simile a quello dei Giganti, enfatizzando la liberazione dal dominio turco. La tradizione dei Giganti è certamente diffusa in tutta l’area del Mediterraneo, ma la Calabria è probabilmente la regione che registra un numero maggiore di apparizioni di Mata e Grifone, data la diffusione del culto. In molti paesi calabresi, infatti, la sfilata dei Giganti è un vero e proprio appuntamento e con il tempo è diventato anche arte popolare. Tra gli altri, spiccano per particolare notorietà e bellezza quelli di Palmi, Taurianova, Polistena, Cittanova, Seminara, Locri e Laureana di Borrello nella provincia di Reggio Calabria. Insomma, il Mediterraneo è un mare tanto vasto, che però si rivela piccolo se si considerano le usanze, le influenze e i rispettivi richiami culturali.


A cura di Valeria Giannotta



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