Agenda- Rischio di guerra regionale nel Medio Oriente

L’analisi in merito del Direttore degli Studi sulla Sicurezza di SETA, il Proff. Murat Yeşiltaş.

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Agenda- Rischio di guerra regionale nel Medio Oriente

Il Medio Oriente, situato costantemente al crocevia degli interessi geopolitici, sta assistendo ancora una volta a un aumento della tensione con l'escalation del conflitto tra Israele, Hezbollah e Iran. Questo conflitto non è solo una questione locale, ma è la manifestazione di dinamiche più profonde e complesse che hanno plasmato la regione per decenni. Gli attuali scontri non coinvolgono solo le parti in causa, ma anche altri attori regionali e globali, ognuno dei quali ha i propri interessi e agende. Con l'aumento delle ostilità tra le parti negli ultimi mesi, la regione del Medio Oriente sta entrando in una fase estremamente tesa di conflitto.

Al centro di questo conflitto c'è la relazione tra Iran e Hezbollah. Per l'Iran, Hezbollah rappresenta una forza delegata importante che espande la sua influenza nel Levante e svolge un ruolo deterrente contro l'aggressività di Israele e dell'Occidente. Fin dalla sua fondazione, Hezbollah gode al sostegno militare, finanziario e ideologico dell'Iran, trasformandosi da una milizia in una significativa forza politica e militare in Libano e in una regione più ampia. Questa alleanza è profondamente radicata in un discorso comune di resistenza contro Israele e ciò che percepiscono come imperialismo occidentale in Medio Oriente.

Israele, d'altro lato, vede Hezbollah come una minaccia esistenziale. Le ampie capacità missilistiche di Hezbollah e la sua presenza nel sud del Libano rappresentano una sfida diretta alla sicurezza di Israele. La dottrina militare israeliana si è concentrata sempre più su attacchi preventivi, operazioni di intelligence e sforzi per tagliare le linee di rifornimento di Hezbollah come risposta a questa minaccia, il che ha spesso portato a escalation militari periodiche. Queste operazioni non mirano solo a indebolire Hezbollah, ma anche a inviare un chiaro messaggio a Teheran riguardo ai limiti della sua influenza nelle immediate vicinanze di Israele.

I calcoli strategici dell'Iran sono plasmati da ambizioni regionali più ampie. Il sostegno di Teheran a Hezbollah fa parte di una strategia di lunga data volta a coltivare forze delegate in tutto il Medio Oriente, dall'Iraq allo Yemen. In questo modo, l'Iran mira a proiettare potere, a bilanciare i suoi rivali - in particolare l'Arabia Saudita e Israele - e a creare una zona cuscinetto che renda più difficile qualsiasi operazione militare diretta contro di esso. Hezbollah, con la sua presenza consolidata in Libano e la capacità di attaccare in profondità il territorio israeliano, è un componente chiave di questa strategia.

L'impatto di questo conflitto sulla politica regionale è innegabile. Il conflitto tra Israele, Hezbollah e Iran sta nutrendo le attuali tensioni settarie in Medio Oriente. Mentre Hezbollah si posiziona come leader della resistenza sciita, le azioni di Israele sono spesso viste attraverso una lente settaria, polarizzando ulteriormente le comunità sunnite e sciite in paesi come Iraq, Siria e Libano. Questa divisione settaria non solo destabilizza questi paesi, ma rende anche più difficili gli sforzi diplomatici e di riconciliazione nella regione.

Il Libano, dove Hezbollah è un attore sia politico che militare, si trova in una posizione particolarmente instabile. La presenza del gruppo in Siria, i suoi ingaggi militari con Israele e i suoi profondi legami con l'Iran hanno trasformato il Libano in un campo di battaglia per conflitti regionali più ampi. Il sistema politico fragile del paese, già indebolito dal crollo economico e dall'inquietudine sociale, è ulteriormente destabilizzato dalla costante minaccia di ritorsioni da parte di Israele contro Hezbollah. La popolazione civile, intrappolata tra queste forze, sopporta il peso del conflitto con poche possibilità di protezione.

Oltre alla regione vicina, il conflitto tra Israele, Hezbollah e Iran potrebbe avere significativi effetti sulla geopolitica globale. Gli Stati Uniti, alleato fedele di Israele, considerano Hezbollah e l'Iran come centrali nella loro più ampia strategia in Medio Oriente. Il sostegno militare e diplomatico di Washington a Israele fa parte degli sforzi per contrastare l'influenza dell'Iran nella regione. Questa dinamica crea una situazione instabile in cui qualsiasi escalation potrebbe coinvolgere potenze esterne e potenzialmente portare a un conflitto regionale o addirittura globale più ampio.

ll ruolo della Russia in questo conflitto è particolarmente rilevante. Essendo un alleato chiave sia dell'Iran che del regime di Assad in Siria, la Russia ha gestito con cautela le sue relazioni con Israele, spesso fungendo da mediatore tra le parti in conflitto. Tuttavia, gli interessi strategici a lungo termine di Mosca risiedono nel mantenere la sua influenza nella regione, e qualsiasi significativa escalation del conflitto tra Israele, Hezbollah e Iran potrebbe costringere la Russia a rivedere la sua posizione, potenzialmente provocando una riorganizzazione delle alleanze.

Sebbene la Cina sia meno direttamente coinvolta, essa ha crescenti interessi economici in Medio Oriente, in particolare attraverso l'iniziativa della Nuova Via della Seta. L'approccio di Pechino alla regione è stato largamente pragmatico, concentrandosi sulla diplomazia economica piuttosto che sull'impegno militare. Tuttavia, l'instabilità creata dal conflitto tra Israele, Hezbollah e Iran potrebbe minacciare gli investimenti cinesi e costringere Pechino a giocare un ruolo più attivo nella diplomazia regionale, possibilmente come mediatore.

A tal riguardo, il conflitto tra Israele, Hezbollah e Iran rappresenta un punto focale critico nel complesso panorama geopolitico del Medio Oriente. Non si tratta solo di una questione bilaterale o trilaterale, ma di un conflitto con ampie ripercussioni sulla stabilità regionale e sulla sicurezza globale. Man mano che la situazione si evolve, la comunità internazionale deve prestare grande attenzione alle dinamiche sottostanti e prepararsi alle potenziali conseguenze di qualsiasi escalation



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