Direzione Türkiye

Il Contributo delle Missioni Archeologiche Italiane in Türkiye

1909428
Direzione Türkiye

Il 17 e 18 Novembre scorso si è tenuto a Istanbul il XIII Convegno di Archeologia: il contributo delle Missioni Archeologiche italiane a scavi, ricerche e studi in Türkiye. Si tratta ormai di un appuntamento fisso che da oltre un decennio mira a gettare luce sulle attività scientifiche a sostegno delle diplomazia culturale tra i due Paesi, peraltro largamente apprezzata e riconosciuta anche a livello internazionale. Come si legge nella nota della Farnesina, ‘Il Convegno ha l’obiettivo di mettere a confronto i risultati degli scavi e delle ricerche effettuate sul campo dagli archeologi italiani che, insieme ai colleghi turchi, operano nell’immenso patrimonio disseminato in tutto il territorio turco’.  In tale cornice, sono state promosse anche le attività di partenariato e diformazione svolte dalle Missioni archeologiche italiane ‘che sul campo coprono cronologicamente quasi tutti i periodi della storia dell’umanità, dalla preistoria e protostoria all’età paleo-assira e ittita, dal periodo classico greco-romano a quello bizantino’, come afferma Salvatore Schirmo, Direttore dell’Istituto di Cultura Italiana di Istanbul, specificando che ‘la Tükiye e’ il terzo Paese al mondo per numero di missioni italiane, ma il primo per periodizzazione storica e per distribuzione territoriale’. All’evento sul Bosforo hanno partecipato quattrodici archeologi italiani che hanno scavato e ricercato in Türkiye con entusiasmo e passione scientifica per oltre sessanta anni, sigillando l’appuntamento come se fosse ‘Gli Statti Generali dell’Archeologia italiana in Türkiye’. ‘È molto importante condividere ogni anno i risultati degli studi.  Il nostro obiettivo è fornire i risultati a un pubblico sempre più ampio’, ha dichiarato l’Ambasciatore di Italia ad Ankara, Giorgio Marrapodi, sottolineando il grande potenziale della Türkiye in campo archeologico e le importanti sinergie con l’Italia. Le iniziative culturali e le grandi complementarietà archeologiche, infatti, sono la colonna portante della cooperazione tra i due Paesi, intesi come espressione di due grandi civiltà. Il ponte culturale tra Italia e Türkiye fa perno sulle approfondite ricerche condotte dalla Missioni Archeologiche italiane che sono impegnate in diversi luoghi chiave anche per ciò che concerne l’importanza storica.Nello specifico, l’Università della Tuscia è presente in Türkiye sin dal 1996 e dal 2006 è attiva in Cappadocia con il progetto di conoscenza e valorizzazione del patrimonio pittorico della regione di Nevşehir e in quello di restauro della chiesa di Tokali nell’Open Air Museum di Goreme mentre il sito di Kinik Hoyuk (Nigde) è stato individuato grazie alla ricognizione archeologica  svoltasi tra il 2006 e 2009 dell’Università di Pavia. Nella parte più orientale del Paese, invece, gli sforzi delle missioni italiane ad Arslantepe hanno portato alla luce una lunga sequenza di abitati sovrapposti, dal V millennio a.C. all’età bizantina, che ha rivoluzionato le conoscenze sulla storia millenaria del sito e dell’Alta Valle dell’Eufrate.  Ininterrottamente dal 1957 la Missione Archeologica Italiana dell’Università del Salento opera sia a Hierapolis di Frigia conducendo indagini puntuali nel centro antico e sui principali poli monumentali, che si distinguono per l’applicazione di metodologie innovative di ricerca, che a  Yumuktepe dove opera da tempo in uno dei siti più antichi della Türkiye nel cuore della città di Mersin, con ricerche sull’evoluzione delle civiltà antiche della Cilicia, dalle più precoci forme di economia di villaggio all’età classica e medievale. Mentre  l’Università di Bologna è impegnata in una campagna di scavi; restauri e prospezione topografico-fotogrammetrica a Karkemish (Karkamis Höyük, Gaziantep), occupandosi sia della realizzazione del Parco Archeologico di Karkemish che della manutenzione dei Parchi Archeologici di Tilmen Höyük e Tasli Geçit Höyük (Islahiye, Gaziantep), gli scavi dell’Università di Pisa sono sia finalizzati a portare alla luce la città di Zippalanda nel sito di Ushaklı Höyük, importante centro ittita che a ricostruire la storia di lungo periodo di Misis (antica Mopsuestia) in Cilicia, in Anatolia sudorientale, mirando anche alla conservazione delle sue strutture monumentali.   L’obiettivo del progetto dell’Università Sapienza, invece, è lo studio del sito di Elaiussa Sebaste in Cilicia Tracheia, con lo scopo di promuoverne la conoscenza e di garantirne la conservazione e la valorizzazione. D’altra parte, lo scavo di Kültepe-Kanesh nella provincia Kayseri, guidato dall’Università degli studi di Milano, ha sollevato grande interesse scientifico anche per le importanti ricadute in loco in termini di attività di didattica e formazione.
Infine, degno di nota è il progetto di cooperazione tripartita, Italo-Turco-Tedesca, che vede gli esperti dell’Università “Suor Orsola Benincasa” impegnati sul sito di Hattusa (monumento UNESCO) all’applicazione d’una nuova metodologia di studio e documentazione degli scavi archeologici. Si tratta, dunque, di una presenza capillare e di indagini approfondite che, come riconoscono anche gli osservatori esterni, portano con se’ il grande merito di sensibilizzare anche le popolazioni locali alla preservazione del proprio patrimonio e alla conservazione dei loro antichi siti. E’ ripercorrendo le tracce di antiche civiltà e delle loro eredità che Italia e Türkiye si confermano due partner fondamentali che tramite la cooperazione culturale hanno consolidato il dialogo e un’amicizia sincera.

 

A cura di Valeria Giannotta



NOTIZIE CORRELATE