Türkiye chiama Italia

Una passione ritmata dal suono dell’italiano- Ebru Sarıkaya

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Türkiye chiama Italia

La vita è fatta di richiami continui, di ispirazioni e di passioni che segnano la strada. E’ il suono della lingua italiana il motore delle scelte di Ebru Sarıkaya, oggi insegnante e interprete di lingua turca e italiana, che da anni vive in Italia. ‘Durante l’ultimo anno del liceo linguistico mi sono innamorata del suono della lingua italiana, sentito per puro caso e, ancor prima di iniziare a studiarla seriamente all’università, ho provato ad approcciare alla grammatica’, racconta la giovane professionista che, una volta iscritta al dipartimento di Lingua e Letteratura Italiana all’Università di Istanbul, si distingue per merito vincendo due borse di studio, a Siena e Perugia, che le hanno aperto le porte dell’Italia.  ‘La lingua italiana stava diventando il filo conduttore della mia vita perché, giorno dopo giorno, non smettevo di innamorarne’, afferma decisa Ebru che già prima di terminare gli studi aveva cominciato ad insegnare italiano presso il comune di Kadıköy e in altre scuole di lingua a Istanbul. E’ il 2010 quando si trasferisce definitivamente a Trieste per un’esperienza di lavoro aziendale che ha contributo all’incontro con il marito italo-serbo. La passione per la lingua e la cultura italiana la spinge a perfezionarsi ulteriormente e nel 2016 ottiene la laurea con lode in Filologia e Letteratura Italiana presso  l’Università Ca’ Foscari di Venezia, traghettandola direttamente verso la scrittura e le ricerca sulla letteratura italiana. Attiva in molti campi, la dottoressa Sarıkaya è presente anche sui social, sulla pagine instagram  corso_italoturco che mira a creare ponti tra le rispettive lingue e culture. Sebbene Trieste sia diventata sua città adottiva, Ebru vanta un legame molto forte con Siena, luogo dei suoi primi passi italiani in cui ha intessuto amicizie importante, e con altri centri come Firenze, Roma, Bologna, Milano, Venezia, Verona. Con la città della Bora c’è forse un sottilissimo filo conduttore che riconduce ad aneddoti di famiglia: ‘Mio zio materno, che giocava a calcio, negli anni 60’ con la sua squadra era venuto in visita in diverse città italiane ma solo da una inviò una cartolina ai miei nonni, e si tratta proprio di Trieste, che mio zio definì “una città molto bella”. E noi questa cartolina l’abbiamo trovata a casa soltanto due anni fa, nel 2019’, confida l’interprete. Una strada tracciata, insomma, da cui forse deriva anche il grande amore che Ebru Sarıkaya nutre per le vie italiane. ‘Sembra molto banale ma credo che, e ho sempre creduto dalla prima volta in cui ho messo piede in questo meraviglioso Paese, le vie italiane hanno un loro vissuto, un profumo e una personalità inconfondibile’, afferma ricordando anche che un tratto distintivo dell’Italia, di cui non può più fare a meno, è ‘l’odore del caffè espresso che di mattina si sente fuori dai bar, che è diverso dal caffè turco affascinante anch’esso’. ‘E devo dire che il trovarmi per strada, immersa nella folla, accerchiata dal suono della lingua italiana è un’emozione molto bella che non credo di poter fare a meno ormai’, chiosa. Con la sua Türkiye, Ebru trova molte somiglianze, soprattutto nella cultura meridionale, che spaziano dalla cordialità delle persone, all’importanza che si dà alle amicizie e alla famiglia, ma anche all’amore per il caffè e alla centralità della cucina nella società. In base alla sua approfondita conoscenza della lingua e della cultura nostrana, l’insegnante definisce l’italiano: ‘Lingua e cultura del vivere, perché penso che nel parlare l’italiano non lo si parli soltanto per comunicare ma lo si “vive” scandendo ogni parola accentata e queste parole, tutte insieme, creano un complesso armonico. È una lingua che prende vita, diventa un corpo, un’entità a parte, nella bocca di chi la parla. O almeno è così che io l’ho sempre sentita e percepita’. Il segreto per impararlo bene, dunque, sarebbe cogliere la sua logica: ‘La lingua italiana, come del resto quella turca, ha una logica molto particolare che rispecchia in grande parte anche la cultura mediterranea’, spiega la dottoressa specificando che ‘mentre il turco è, nella sua ricchezza semantica, una lingua economica (come mi piace definire) grazie soprattutto alla sua caratteristica agglutinante; la lingua italiana è molto dettagliata a livello lessicale e questo rappresenta sicuramente uno dei tanti aspetti da tenere in considerazione sia nell’apprendimento che nell’insegnamento dell’italiano’. E allora grazie Hoca, per tutta la passione e gli sforzi investiti ad avvicinare ancora di più i nostri bei due Paesi, creando indissolubili assonanze. Iyi Çalişmalar Diliyoruz, auguriamo Buon lavoro!

 

A cura di Valeria Giannotta



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