Turchia chiama Italia

Anatolian Fusion, la danza spirituale di Neslihan Yilmazel

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Turchia chiama Italia

Il 29 aprile di ogni anno si festeggia la Giornata Internazionale della Danza, un’iniziativa promossa dall’International Dance Council dell’UNESCO per commemorare la nascita del celebre coreografo Jean-Georges Noverre, creatore del balletto moderno. In ogni parte del mondo, la danza è un’arte che viene interpretata in diversi stili, secondo l’influenza culturale e i battiti del cuore di chi la pratica, fino a diventare un vero e proprio stile di vita. E così anche per Neslihan Yımazel, che sente il richiamo del ritmo sin dalla giovane età. ‘Il mio percorso artistico è nato nel cortile dei vicini di casa a Istanbul, nel quartiere di Eyüp, dove c’erano delle grandi vetrate sulle quali osservavo i riflessi del mio corpo. Così iniziai a danzare, sognando di essere sul palco. Scoprì una bellezza difficile da esprimere’, racconta con una certa emozione nel ripercorrere le difficoltà della famiglia nel sostenerla in tale percorso. Passano gli anni e Neslihan, muovendo i primi passi nei gruppi amatoriali folcloristici, si appassiona sempre di più al ballo fino ad essere ammessa all’Accademia di danza e musica dell’Università Tecnica di Istanbul (Istanbul Teknik Üniversitesi).  ‘Dal giorno in cui sono entrata nell’Accademia mi sono ripromessa di dedicarmi completamente alla danza e di diventare la migliore studentessa’, ricorda, non nascondendo una grande grinta. E, infatti, dopo la laurea entra a far parte come ballerina solista e coreografa nella prima e più importante compagnia di danza della Turchia, “Sultans of the Dance”. Il suo stile è fortemente ispirato dall’immensa ricchezza culturale dell’Anatolia, crocevia di diverse tradizioni e foriera di tanti vissuti ed emozioni al punto che lei stessa li considera parte del proprio DNA. E’ con questo importantissimo bagaglio culturale che diciotto anni fa parte per l’Italia, seguendo l’amore.  A Milano, seppur con una certa difficoltà iniziale, la ballerina instaura legami molto forti, ‘E’ una città che mi ha dato tante opportunità per incontri meravigliosi; trovare lavoro; esprimermi con la mia arte e diventare mamma’, chiarisce. E proprio l’Italia e la sua cultura sono servite a Neslihan ad ampliare la propria visione del mondo e dell’arte, spingendola ad apprezzare ancora di più le proprie radici e la propria identità. La sua eredità stilistica è una vera e propria esplosione di emozioni che spaziano dalla gioia alla sofferenza, dalla speranza alla compassione, dall’unione alla spiritualità. Dalla continua ricerca e dallo studio costante, più recentemente è nata “Anatolian fusion”. L’ideatrice spiega che si tratta di ‘una danza turca, i cui movimenti escono da un corpo e da un’anima che oramai è arricchita da tante influenze nuove. ‘Infatti, sento in me due culture che si trovano in armonia e si completano’’, prosegue Neslihan. La base arriva dal ricchissimo repertorio di danze delle diverse etnie e geografie di Anatolia, delle civiltà e culture del passato e di oggi, dai loro movimenti e dai loro insegnamenti spirituali.  Anatolian Fusion rappresenta anche la saggia e mistica  cultura che unisce e non divide’, specifica la coreografa alla guida da circa due anni di un gruppo di dieci ragazze appassionate che, dopo il loro debutto in uno spettacolo a Cremona, si sono dovute fermare a causa della pandemia.   Tuttavia, la loro filosofia le ha portate anche ad incontrare la cultura andalusa e a collaborare con un’importante artista spagnola a un progetto tra Turchia, Italia e Spagna.  In questo spirito, già nel 2019 è stato messo in scena a Istanbul il grande spettacolo “Anatolian Fusion Ethnic Dance Festival”, che ha portato sullo stesso palco le bravissime allieve italiane con danzatrici turche.   Un format che si è dimostrato vincente e che la sua coreografa intende portare avanti come ‘come momento di incontro dell’amore che ogni cultura nutre per le propria danza’. Certamente, l’attuale periodo segnato dal Covid, fermando ogni tipo di attività culturale, genera un profondo sconforto per chi si dedica all’arte. ‘Non riesco ad immaginare una vita senza danza, oggi vivo una grande sofferenza perché’ la pandemia ha trasformato la mia vita. Ma la mia anima continua a ballare e a creare le coreografie’, chiosa Nezlihan Yilmazel speranzosa.  Ritrovando nelle sue parole molto degli insegnamenti di Rumi, la ringraziamo per l’energia contagiosa, omaggiandola con le seguenti note, in attesa di tempi migliori. ‘La nostra danza e’ amore sprirituale, ebrezza ella e’; gorgoglia come vino dentro la coppa del corpo mortale. La nostra danza e’ sorgente viva, e’ di vita la fonte. (…) La nostra danza e’ tutta una gran festa, tutta una gioia. Via se ne cancella ogni dolore e ogni cura molesta’.

 

  A cura di Valeria Giannotta



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