Turchi e itaiani nella cultura turca

Oggi, Torre di Galata, una delle destinazione turistiche d'Istanbul, costruita nel 1348 dalla Repubblica di Genova è oggi il simbolo degli Italo-Levantini a İstanbul.

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Turchi e itaiani nella cultura turca

Il rapporto tra l’Italia e la Turchia nella sua dimensione religiosa, con risvolti sociali e politici, racconta di una esperienza radicata e dimenticata come quella della comunità Italo Levantina nella Turchia Ottomana e repubblicana.

 

Oggi, Torre di Galata, una delle destinazione turistiche d'Istanbul, costruita nel 1348 dalla Repubblica di Genova è oggi il simbolo degli Italo-Levantini a İstanbul.


Dopo la conquista turca di İstanbul( Costantinapoli d'allora) nel 1453, la nazione latina nelle terre asiatiche furono complessivamente definita "levantini", quella di origine italiana come "italo-levantino", anziché "italo-turco".

Anche dopo la conquista d'Istanbul la nazione italio-levantino si adeguò ai princìpi della divisione del lavoro , promossa dall'Impero ottomano. Fatih il Conquistatore gli consentì di proseguire le loro attività commerciali e di assumere il ruolo di custode del commercio internazionale all'interno dell'Impero.

Perdipiù la funzione del dragomanno, cioè dell'interprete di palazzo del sultano e dei gran visir, era riservata ai levantini, cosi gestivano le relazioni internazionali ottomane con questa funzione.
Dopo la conquista d'Istanbul nel 1453, infatti, questa comunità di origine latina riusci' a ottenere dai sultani ottomani alcuni privilegi derivanti dalle "capitolazioni",Nel 1453, con la conquista turca di Costantinopoli, i genovesi che si insediarono nel quarteire di Galata, contrattarono con il sultano Maometto II un regime capitolare che confermava tutti i privilegi esistenti e ne otteneva di nuovi, da applicarsi a tutti i cittadini della repubblica residenti nell'Impero[3]
 

L'anno successivo anche il veneziano Bartolomeo Marcello stipulò una analoga capitolazione per i cittadini della Serenissima poi Firenze , Ancona ebbero le sue capitolazioni, , e queste antiche capitolazioni furono poi di modello a quelle che stipulò la Francia nel 1535 e più tardi l'Austria[.
Nel 1566, con la conquista turca del più importante possedimento genovese nel Mar Egeo e cioè dell'isola di Chio, il sultano ottomano concesse all'intera “nazione latina" esistente nell'Impero il particolare regime capitolare della giurisdizione esclusiva e diretta del Papa.

Successivamente, le capitulazioni si estesero anche ai sudditi del Regno di Sardegna, del Regno delle due Sicilie e qdel Regno d'Italia, residenti nell'Impero Ottomano.

A che servì questo sistema? Le capitulazioni arricchirono la nazione italio-levantina commercialmente nei secoli successivi e li salvaguardarono come comunità nelle terre dell'ıimpero. Li consentì di essere giudicati dai propri rappresentanti consolari e diplomatici, in base ai propri ordinamenti ma non in base alla legge islamica.

Con lo scoppio della guerra d'indipendenza greca dall'impero ottomano, genovesi o veneziani si trasferirono a Smirne, in turco İzmir, abbandonando Chios mentre alcuni all'estero.

Con il Risorgimento, detta anche “Unità d'Italia", Il termine del movimento culturale, politico e sociale che inizia l'unificazione italiana richiamando gli ideali romantici, nazionalisti e patriottici di una rinascita italiana attraverso il raggiungimento di un'identità unitaria, riprese vigore l'uso dell'italiano a Istanbul per via dei numerosi esuli italiani, ma anche dei moltissimi artisti italiani che lavorarono per il sultano al Palazzo. Tra questi nomi viene in mente prima il musicista Giuseppe Donizetti, in turco si chiama Donizetti Paşa.
A fine ottocento in Turchia, gli italo-levantini erano circa 7.000, concentrati a Galata.


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