Turchia chiama Italia

Uniti nelle difficolta'

1524726
Turchia chiama Italia

 

Si è detto più volte della grande complementarietà che lega Italia e Turchia. E questo è certamente vero nel bene e nel male. Come Paesi Mediterranei, entrambi hanno a che fare con medesimi vantaggi, ma anche con grandi sfide e problematiche. Uniti dalla stessa tradizione storica e culturale, sfortunatamente sia Italia che Turchia condividono dolorosi episodi legati a terremoti e disastri naturali. E forse sono anche questi spiacevoli record che con il tempo hanno contribuito a maturare una reciproca e profonda comprensione e solidarietà. Accomunate dalla particolare conformazione geodinamica e dalla convergenza delle placche euroasiatiche con quella africana, entrambi i territori nazionali sono, infatti, frequentemente soggetti a violente scosse telluriche, dato che conferisce loro uno sfortunato primato.  L'Italia vanta tristemente numerose devastazioni. Solo per citare alcuni tra i più dolorosi eventi sismici degli ultimi anni: nel 2016 in Umbria e Marche; nel 2012 in Emilia Romagna e nel 2009 a L’Aquila in Abruzzo si è registrato il terremoto più violento dell'ultimo secolo. La Turchia, purtroppo, non è da meno: impresse nella memoria collettiva sono le immagini della terra che ha tremato nella regione di Marmara nel 1999; a Van nel 2011 e più recentemente al confine orientale con l'Iran. E il 2020 non si è certamente presentato come un anno facile, considerando che si è aperto con il drammatico terremoto di Elaziğ, in cui hanno perso la vita numerose persone e altrettante sono rimaste ferite. Le drammatiche notizie provenienti dalla città situata nel nord est anatolico non solo hanno toccato nel profondo tutta la società turca, che si è mobilitata con raccolta di  fondi e campagne di donazioni volontarie in segno di sostegno agli sfollati, ma anche gran parte della società internazionale e’ rimasta profondamente colpita dall’atrocità dell'evento. Lo sciame sismico, tuttavia, non si è placato e più recentemente, il 30 ottobre, un altro terribile terremoto, il cui epicentro è stato l’isola di Samos, ha colpito violentemente la costa egea della Turchia, spezzando troppe vite e arrecando altrettanto copiosi danni. Le notizie delle operazioni di recupero hanno tenuto tutti con il fiato sospeso; solo pochi giorni fa sono state liberate dalle macerie le ultime persone, tra cui bambini di pochi anni che hanno emozionato per la loro capacità di resilienza e per il loro coraggio. “Un vero e proprio miracolo!”, si è gridato quando la piccola Ayla, di soli 3 anni, è stata portata in salvo dopo giorni passati sotto i detriti. ‘Non ho avuto paura, sono stata coraggiosa' ha teneramente dichiarato Ayla, esprimendo una semplice desiderio: mangiare çorba e köfte (zuppa e polpette).  Per noi spettatori la salvezza della piccola è stata un segno di speranza, esito della forza e della determinazione delle squadre di AFAD, la Presidenza della Gestione delle Emergenze e dei Disastri che opera sotto gli auspici del Ministero dell’Interno turco. Gli uomini di AFAD hanno lavorato  giorno e notte senza sosta per salvare vite e portare in salvo sia persone che animali. Nonostante gli enormi sforzi, oggi si contano un centinaio di vittime e una grande desolazione sia fisica che morale. Per alleviare il dolore e i grandi disagi, anche questa volta sono state attivate diverse catene umanitarie e azioni di supporto. Il Comites di Izmir, ossia l’ organismo rappresentativo della comunità italiana, con il patrocinio morale del Consolato di Italia a Izmir, ha organizzato una raccolta di materiale a favore dei cittadini colpiti dal terremoto. Per chi fosse interessato, le donazioni- che riguardando prevalentemente beni di prima necessità e oggetti urgentemente necessari, tra cui: WC portatili;  docce portatili; luci a batteria per tende da campeggio; batterie per luci portatili; stufe a gas da esterno; generatori;  lettini da campo; tappetini per tende; sacchi a pelo; giacche; colonie; giocattoli; mobili da campeggio inclusi sgabelli e tavoli; gel riscaldanti- vengono raccolte nel Centro Carlo Goldoni presso l'Associazione di Amicizia e Cultura Italo-turca situato in Kıbrıs Şehitleri Caddesi n. 58. Mossa dalla stessa intraprendenza, la Caritas Turchia e la Caritas di Izmir si sono subito attivate, accordando sostegno ai soccorsi e alle persone in stato di necessità. In un’intervista ad Asia News il presidente, Monsignor Paolo Bizetti, Vicario Apostolico dell'Anatolia, ha sottolineato la piena collaborazione con le autorità turche, ergendola ad “esempio di solidarietà tra religione e popoli” e sottolineando che si sono registrati danni  anche alle strutture della cattedrale di Izmir e alla chiesa di San Policarpo. Come è noto, la Turchia è stata storicamente un crocevia importante di culture. Percepita come la culla del Cristianesimo, in svariate zone del Paese e nelle sue città più importanti si possono ripercorrere le tracce dello sviluppo della maggior religione praticata in Occidente. La costa Egea, oltre ad ospitare cattedrali e luoghi di culto di importanza cruciale, secondo la tradizione sarebbe il luogo di origine della Vergine Maria il cui luogo natio e della prima giovinezza sarebbe da collocarsi proprio a pochi chilometri da Izmir, nei pressi di Efeso. Una simpatia e vicinanza sincera e diffusa a più livelli, dalla società civile alle cariche  istituzionali. La Farnesina, tramite un tweet del suo profilo ufficiale, ha prontamente espresso la propria solidarietà a Grecia e Turchia e alle loro vittime:  “L’Italia esprime la propria vicinanza e solidarietà ai popoli amici di Grecia e Turchia, colpiti oggi da un forte terremoto nel mare Egeo. Condoglianze alle famiglie delle vittime e ai loro cari e auguri di pronta guarigione ai feriti”, si legge in data 30 ottobre.   E noi non possiamo che stringerci attorno ai cittadini di Izmir e a tutte le persone colpite dalla tragedia del terremoto, avvolgendole virtualmente una a una in un caloroso abbraccio. Forza, siamo con voi! Sizinle yakınız!

A cura di Valeria Giannotta
 


 

 



NOTIZIE CORRELATE