Turchia chiama Italia
La partnership italo-turca ai tempi del Covid-19
Ha riscosso un certo successo l’evento ‘Trasformazione della Global Supply Chain: perche’ le aziende italiane dovrebbero considerare la Turchia una destinazione ottimale per i loro investimenti?’ organizzato dall’Ufficio degli Investimenti della Presidenza della Repubblica di Turchia e CeSPI, Centro Studi di Politica Internazionale. Il webinar si inserisce perfettamente quella logica di complementarieta’ economica e di reciproci interessi che storicamente contraddistinguono le relazioni tra Italia e Turchia, non solo per lo spessore degli aspetti trattati e per la contingenza dei dati discussi, ma anche per la tempistica in cui e’ stato introdotto. La continuita’ di contatti e lo scambio di visite bilaterali ad ogni livello- da ultima quella del Ministro della Difesa turco Hulusi Akar, che a Roma ha incontrato la controparte italiana Lorenzo Guerini, preceduta a sua volta dall’incontro tra i massimi esponenti diplomatici Çavuşoğlu- Di Maio-, sottolineano ancora una volta la grande amicizia e sinergia tra i due paesi. Roma, infatti, guarda ad Ankara come il piu’ importante partner economico nel Mediterraneo, un’area strategica dove entrambi condividono importanti interessi e una profonda tradizione storica. Come e’ noto, il fatto che piu’ di 1.500 aziende italiane operino in Turchia dimostra un alto grado di fiducia nel mercato e nell’industria locale. Un dato fondamentale che funge da corollario per quella che reciprocamente e’ ritenuta una ‘relazione speciale’. Tuttavia, Turchia e Italia, essendo entrambe economie aperte, condividono gli stessi rischi e hanno a che fare con le stesse sfide, come quella attualmente posta dalla pandemia Covid-19. ‘Nonostante le crisi, crediamo che lo sviluppo delle nostre relazioni politiche, economiche e diplomatiche sia importante per questi due paesi mediterranei con culture imprenditoriali simili’, ha affermato Burak Dağlioğlu, Presidente dell’Ufficio Investimenti della Repubblica di Turchia, specificando: ‘Sebbene vi sia una pandemia in corso, gli investimenti internazionali in Turchia sono continuati sotto forma di fusioni e acquisizioni di successo da tutte le parti del mondo. Senza dubbio, in questo momento bisogna fronteggiare numerose sfide a livello di attrazione degli investimenti esteri, che potrebbero comunque creare nuove opportunita’’. Il riferimento e’ all'interruzione forzata causata dal Covid19, che ha portato alla luce gli anelli deboli nelle catene di approvvigionamento globali. Pertanto, le società multinazionali si trovano oggi nella delicata posizione di riconsiderare le loro attività e il loro posizionamento geografico per diversificare le reti di approvvigionamento. E’ in questo ambito che la Turchia, grazie alla sua posizione geografica e ai vantaggi comparativi di diversi fattori quali produzione; forza lavoro qualificata; accordi di libero scambio; infrastrutture logistiche; avanguardia tecnologica, potrebbe giocare un ruolo primario come destinazione favorevole per la delocalizzazione degli investimenti. La dottoressa Cinzia Guido, membro del comitato direttivo del Worl Manufacturing Foundation, ha evidenziato in base a uno studio condotto: ‘In alcune industrie e settori l'approvvigionamento diversificato e l'accelerazione della digitalizzazione potrebbero contribuire alla costruzione di catene di approvvigionamento più intelligenti e garantire cosi’ una ripresa economica sostenibile nel lungo termine’. L’esistenza di relazioni strategiche in chiave europea, inoltre, rappresenta un vantaggio non trascurabile. E’ di questo avviso l’Ambasciatore Stefano Manservisi, gia’ inviato ad Ankara come massimo rappresentante UE e oggi special advisor del Commissario Europeo per l’economia Paolo Gentiloni oltre che membro del comitato scientifico di CeSPI. ‘La relazione tra Turchia ed Europa e’ molto importante: entrambe sono intimamente connesse in termini economici e di catena di approvvigionamento percio’ bisogna pensare al futuro insieme’, afferma, menzionando la concretezza delle connessioni esistenti e ricordando che alcuni aspetti fondamentali del dibattito turco sono gia’ parte del dibattito europeo. ‘Tuttavia, l’Unione Europea non sempre presta la dovuta attenzione al dibattito turco’, ammonisce l’Ambasciatore. In fondo, cio’ che e’ chiaro e’ che oggi piu’ che mai e’ opportuno evitare atteggiamenti introversi e protezionistici. Giunge a questa conclusione anche Gökhan Kaçmaz di KPMG Turchia che, arricchendo la tavola rotonda virtuale con un contributo sulla ‘trasformazione della produzione e delle forniture nella nuova realta’’, ha spiegato dettagliamente i vantaggi che la Turchia offre alle multinazionali, facendo perno sulla sua posizione geografica quale hub strategico, alle capacità di produzione e all'ambiente favorevole in cui operano le imprese, a cui e’ doveroso aggiungere il fattore demografico relativo a una popolazione giovane, dinamica ed altamente istruita e la competitivita’ dei settori industriali. Alla luce di tutti questi elementi, la gia’ solida complementarieta’ e cooperazione italo-turca sembra inevitabilmente destinata a rafforzarsi ulteriormente nel prossimo futuro, creando nuove redditizie opportunità per le aziende e vantaggi competitivi per un piu’ solido posizionamento strategico dei rispettivi sistema- paese. Non vi e’ dubbio che la partecipazione al webinar dell’Ambasciatore Chiodi Cianfarani, cosi’ come previsto nel programma iniziale, avrebbe arricchito ancora di piu’ il dibattito grazie allo spessore personale e professionale di uno tra i piu’ stimati rappresentanti della Farnesina. Purtroppo, la notizia della sua scomparsa a pochi giorni dall’evento, ha colpito tutti profondamente, lasciando un vuoto incolmabile. Ci uniamo, dunque, al dolore della famiglia, dei suoi cari e dei colleghi dei Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione della Repubblica Italiana. A loro va il nostro pensiero unito alle piu’ sentite condoglianze.
A cura di Valeria Giannotta
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