Agenda: La nuova lotta geopolitica nel Mediterraneo orientale

Vi presentiamo le valutazione sulla questione del direttore delle ricerche sulla sicurezza presso SETA, il dr. doc. Murat Yesiltas…

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Agenda: La nuova lotta geopolitica nel Mediterraneo orientale

I recenti progressi nel Mediterraneo orientale ci hanno permesso di avere un quadro più chiaro della lotta geopolitica nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa (MENA). Non c'è dubbio che quest’area, descritta come un'area di super lotta geopolitica, nel futuro diventerà una delle regioni in cui si verificheranno competizioni più intensi tra più attori.

Vi presentiamo le valutazione sulla questione del direttore delle ricerche sulla sicurezza presso SETA, il dr. doc. Murat Yesiltas…

Gli sviluppi nel Mediterraneo orientale continueranno ad essere un'estensione della competizione geopolitica in Medio Oriente. Anche l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sono coinvolti nella competizione mediterranea come alleati naturali dell'Egitto e dell’Israele nella regione Levante. 

Lo scopo principale di questo fronte è circondare e limitare la Turchia. A questo punto, i paesi interessati hanno stabilito nuove alleanze con la Grecia e la parte greca di Cipro. Un esempio di ciò potrebbe essere il recente esercitazione militare Grecia-Emirati Arabi Uniti. La sfida fondamentale di questo fronte è circondare e limitare la Turchia. L'assedio è l'attuazione delle politiche del blocco geopolitico anti-turco per restringere l'area di mobilità della Turchia. La restrizione può essere definita come la minimizzazione dell'influenza militare della Turchia  bilanciando la sua potenza militare.

Uno dei primi elementi dell'assedio è formare una coalizione internazionale per bilanciare la Turchia. In questo senso, i media greci paragonano la Turchia all'Unione Sovietica durante il periodo della Guerra Fredda. Il secondo pilastro dell'assedio è la lotta geopolitica e geoeconomica nel Mediterraneo. Le attività della Turchia in Libia e nel Mediterraneo è alla base del preoccupazione. Nell'alleanza creata per circondare la Turchia, la Grecia è in testa, mentre la Francia con i suoi passi aggressivi, appare come un attore che cerca di trovare un posto (in questa materia). Il tentativo di Macron nella regione levantina deve essere visto come un passo compiuto per questo motivo. La Francia vuole riempire il vuoto in Europa recuperando la sua precedente forza e partendo da lì, raggiungere una nuova posizione nei confronti della Germania.

La Grecia agisce con pretesti molto semplici. Se mettiamo da parte la strategia ellenistica "ideologica" al centro della quale si trova la Turchia, l'obiettivo è quello di proporsi come parte di una coalizione multilaterale per non rimanere da sola davanti alla Turchia. Questo è il motivo delle continue strizzatine d'occhio che fa agli Stati Uniti, l’Israele, gli Emirati Arabi Uniti, l’Egitto, la Francia e l’Arabia Saudita. Perché la possibilità di uno scenario da incubo di trovarsi faccia a faccia con la Turchia potrebbe scatenare le loro profonde paure.

La strategia di contenimento concepisce elementi militari. A questo proposito, è molto chiaro che la cooperazione USA-Grecia nel campo della difesa contiene l'obiettivo di bilanciare la Turchia sul lato militare. In questo contesto, vale la pena elencare i passi recentemente compiuti dagli Stati Uniti: ampliamento e ammodernamento della base militare di Souda a Creta, ristrutturazione dell'aeroporto Larisa, aumento della capacità della base aerea Stefanovikeio, ammodernamento del porto di Dedeağaç (Alexandropolis). Tra le azioni per bilanciare la Turchia spicca invece, elementi come il segnale degli Stati Uniti alla Grecia nell'acquisizione degli F-35, il fatto che la Grecia abbia intenzione di acquisire 18 aerei da caccia Rafale (8 donati) dalla Francia.

D'altra parte, a questo elenco va aggiunto il fatto che l'amministrazione di Washington abbia dichiarato di aver revocato l'embargo sulle armi a Cipro del Sud. Ma per ora, non si prevede che gli Stati Uniti forniscano armi pesanti all'autorità greco-cipriota, poiché tutti sanno che una tale mossa significherebbe perdere (interrompere) le relazioni con la Turchia e attuare l'alternativa turca a Cipro. Vale la pena ricordare la crisi del 1997. Quando l'amministrazione greco-cipriota chiese di ricevere sistemi S-300 dalla Russia, a seguito dell'emissione della carta turca sia per il blocco che per l’intervento sull'isola, la parte greco-cipriota fu costretta a dare alla Grecia questi sistemi (missili).

Per ora, circondare e limitare la Turchia è un progetto politico. L'attuazione di questo progetto danneggerà ulteriormente la NATO. A questo proposito, il Mediterraneo orientale è diventato una delle aree di sperimentazione più cruciali. D'ora in poi il Mediterraneo orientale diventerà spesso teatro di tensioni geopolitiche, geoeconomiche e militari. In questa tensione vincerà chi è determinato e paziente.

 


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