Turchia chiama Italia

'L'İncredibile Ordinario - a Roma i rifugiati siriani in Turchia'

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Turchia chiama Italia

 

 

Ancora pochi giorni per visitare  a Roma la mostra IncredibleOrdinary/Incredibile Ordinario allestita presso Spazio Europa in via IV Novembre, 149. L’evento e’ organizzato dalle istituzioni UE e dal Word Food Program (WFP),  che lo scorso 12 Febbraio in una tavola rotonda nella medesima sede hanno presentato il progetto di cash assistance ESSN avviato in Turchia nel 2016 quando il WFP Turchia in partnership con la UE, le istituzioni turche e la Türk Kızılay ha implementato l’Emergency Social Safety Net.

 

 

Il programma e’ rivolto ai rifugiati in particolari condizioni di vulnerabilità. L’ESSN e’, infatti, stato concepito per fornire assistenza mensile attraverso carte elettroniche di debito ad oltre un milione e settecento mila rifugiati siriani ed oggi e’ il più grande programma di aiuto umanitario mai finanziato dall’Unione Europea, che ha investito circa due milioni di Euro.  L’incredile Ordinary mira a gettare luce sulla possibilita’ di compiere delle scelte, quelle del quotidiano che in situazioni ordinarie appaiono scontate, ma che purtroppo in contesti di crisi assumono la connotazione di straordinarieta’.

 

 

Certamente, mettersi in fuga, lasciare le proprie abitazioni, i propri averi, i propri affetti non e’ una scelta auspicata, ma una condizione forzata,  che impone sofferenza oltre che vincoli. Quei limiti di possibilita’ sia economica che di scelta, a cui tenta di supplire l’ESSN restituendo scampoli di normalita’, come puo’ essere la possibilita’ di acquistare pane; foglie di vite, cuscini, piccoli giocattoli. Scelte che ridanno il sorriso, che riportano a una vita quotidiana dalla parvente normalita’ e serenita’. La carta di debito, che viene ricaricata ogni mese con un importo di  19 euro – circa 120 lire turche- per ciascun membro della stessa famiglia, permette di fare acquisti in base alle proprie esigenze che spaziano dai beni primari al pagamento dell’affitto.

 

 

Un meccanismo che, sebbene non possa ricondurre all’agio della vita precedente, rappresenta una sorta di sollievo,  una boccata d’aria, un ritorno alle piu’ semplici abitudini quotidiane.  ‘Ho visto con i miei occhi quanto importante sia questa assistenza’, ha detto Nils Grede, Rappresentante WFP in Turchia. ‘I genitori possono ridare un tetto ai loro figli cosi’ come del cibo nutriente. Questo programma da’ alle famiglie un po’ di stabilita’ fnanziaria e li aiuta a ricostruire le proprie vite dopo il trauma della guerra’.

 

 

Non vi e’ dubbio che l’ESSN sia un progetto di successo grazie, in particolare, alla stretta collaborazione tra tutti i partner - EU, WFP, Türk Kızılay,  e il governo turco. Inoltre, di grande importanza e’ stato anche il ruolo di attori economici, come la banca statale turca Halk Bank che si e’ impegnata a fornire le carte di debito ai beneficiari. Inizialmente questi consistevano di un numero piu’ limitato, che col tempo ha raggiunto i 1,7 milioni, di cui la maggior parte vive nelle aree urbane della Turchia e solo una piccolissima percentuale e’ ancora nei campi di accoglienza. Silvia Biondi, Capo del Programma ESSN del WFP in Turchia dal 2017 al 2019, ha spiegato che  il progetto si e’ dimostrato efficace anche grazie alle costanti azioni di monitoraggio strutturate attorno ai punti di assistenza locale e a call center operativi 24 ore su 24 che offrono servizi multilingue.

 

 

Le comunicazioni sono poi agevolate dall’uso dei social media e dei canali telefonici  mentre sono state preposte figure sul campo per una raccolta piu’ approfondita di dati relative allo status dei possibili beneficiari. Tali sono principalmente i siriani che fanno richiesta di sussidio su base volontaria; possono accedere al servizio coloro che sono registrati in Turchia con lo status di protezione umanitaria o di protezione temporanea. In questo quadro, hanno la precedenza le famiglie ritenute particolarmente vulnerabili ( quelle senza un capofamiglia uomo; con la presenza di persone anziane, di donne senza lavoro e/o con numerosi bambini). I dati dimostrano che  oggi il 60% dei richiedenti ha ottenuto la carta ESSN. Tuttavia, la rete di protezione verso i rifugiati in Turchia e’ stata ben strutturata sin dallo scoppio delle ostilita’ in Siria nel 2011 quando il primo flusso di sfollati si e’ riversato nel Paese. L’accordo del 2016 tra Ankara e l’Unione Europea – e tutti i progetti conseguentemente sviluppati- si sono inseriti in un contesto in cui il maggiore sforzo istituzionale per far fronte alla crisi e’ stato intrapreso dal governo turco su base volontaria.

 

 

La Turchia e’, infatti, il primo attore che ha risposto all’emergenza posta dalla Siria, in particolar modo nel periodo di maggiore esodo (2015-2016) e ha lavorato per ridurre al minimo la presenza dei rifugiati nei campi. Oggi in totale i siriani in Turchia sono circa 4 milioni e Ankara ha investito unilateralmente oltre 40 miliardi di dollari per contenere l’emergenza e garantire loro protezione.

 

E’ qui opportuno sottolineare che in riferimento ai siriani in Turchia si utilizza il termine ‘rifugiato’ per una questione di facilita’ comunicativa, ma tecnicamente ai sensi del diritto internazionale la Turchia, non avendo siglato la Convenzione di Ginevra, ha istituito lo status speciale di protezione temporanea che consente a tutti i siriani e agli altri richiedenti asilo di beneficiare di servizi pubblici, compresi l'assistenza sanitaria e l'istruzione. La Turchia ora consente anche a questa popolazione di essere impiegata legalmente. Alcuni siriani hanno ottenuto lo status di residente o addirittura la cittadinanza. Le agenzie della UE e delle Nazioni Unite e alcune organizzazioni non governative internazionali, forniscono assistenza alla Turchia e ai comuni locali, nonché direttamente ai rifugiati e alle loro comunità ospitanti. Encomiabile e’ anche l’azione delle organizzazioni non governative turche.

 

 

Senza dubbio, il programma ESSN è un primo aiuto umanitario, ma l’effettiva risposta alla crisi dei rifugiati è arrivata dal governo turco e dalla cooperazione con altri programmi. L’obiettivo dell’intervento UE e’ stato anche quello di fornire il trasferimento delle competenze alle autorità locali.  Per la Turchia, dunque, e’ una situazione protratta e di lungo termine che pone molte sfide: ospitare una popolazione di rifugiati così ampia va oltre l'assistenza temporanea umanitaria e ha un impatto sul futuro sociale ed economico del Paese.

                                                                                                                                                                A cura di Valeria Giannotta     



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