Il discorso del presidente Erdogan all'Assemblea generale delle Nazioni Unite

Il presidente, Recep Tayyip Erdogan, parlando all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha valutato la situazione in Siria e la crisi dei rifugiati...

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Il discorso del presidente Erdogan all'Assemblea generale delle Nazioni Unite

Il presidente, Recep Tayyip Erdogan, parlando all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha valutato la situazione in Siria e la crisi dei rifugiati.

"In Siria, Iraq e in molti altri paesi si stanno uccidendo centinaia di migliaia di bambini, donne, giovani e vecchi, intrappolati dal terrorismo e dalla guerra. I rifugiati fuggiti dalla morte e la crudeltà ricevono un trattamento umiliante nelle città europee. Nella regione operano ancora organizzazioni terroristiche come DAESH, Al-Nusra e PYD/YPG. Esiste il rischio che le controversie nel Caucaso diventano un conflitto armato. Ci sono molti problemi che ci aspettano, dallo Yemen verso l'Ucraina. D'altra parte, molti paesi sono in lotta contro la fame, le epidemie, la povertà e l'ignoranza. Questa l'immagine imbarazzante danneggia la dignità e la coscienza dell'umanità. La maggior parte spiacevole è il fatto che la maggior parte di queste crisi e problemi sono di natura tale che potrebbero essere facilmente risolti. La benessere e la sicurezza delle generazioni future dipende, in gran parte, dei passi e le precauzioni che prendiamo oggi. La Turchia finora ha speso 25 miliardi di dollari per i rifugiati. Il sostegno ricevuto dalle Nazioni Unite, in cui ci troviamo ora, è stato di 525 milioni di dollari. L'Unione europea non è riuscita a mantenere le promesse che ha fatto. Solo all'UNICEF hanno inviato 178 milioni di dollari. Noi, fin dall'inizio, ci stiamo sforzando di agire in un quadro di cooperazione e comunicazione con gli attori regionali e globali con la fede che quello che stava succedendo è una questione che è di tutta l'umanità. Non abbiamo potuto e non abbiamo rimanti in silenzio davanti la catastrofe dei nostri vicini e parenti siriani.

"Per quanto tempo ancora tollerano le Nazioni Unite?"

Il cessate il fuoco in Siria a cui abbiamo dedicato grandi sforzi, purtroppo, non è riuscito. Ieri un convoglio delle Nazioni Unite è stato attaccato dal regime. Il regime siriano non consente che gli aiuti umanitari raggiungono i cittadini di Aleppo. Per quanto tempo l'ONU ed il Consiglio di Sicurezza tollerano la politica del regime “arrendi o mori”, condannando le persone alla fame?"

"Se non combattete ora contro il FETO, domani potrebbe essere troppo tardi"

Il presidente Erdogan facendo anche riferimento al tentativo di golpe perpetrata dal FETO ha aggiunto: "Non dimenticate che il tentativo di colpo di stato in Turchia è stato commesso, allo stesso tempo, contro la democrazia in tutto il mondo. Quella notte, la nostra nazione ha dato una lezione di storia a tutti coloro che desiderava un colpo di stato ed è diventato una fonte di ispirazione per tutti i popoli che credono nella democrazia. In effetti, se sono qui con voi oggi è grazie all’atteggiamento coraggioso e nobile della nostra nazione. Sono orgoglioso della mia nazione per aver difeso la democrazia. Questa nuova organizzazione terroristica rappresenta una minaccia non solo per la sicurezza nazionale della Turchia, ma anche dei 170 paesi in cui opera. Chiamo da qui a tutti i nostri partner di adottare con urgenza le misure necessarie contro l'organizzazione terroristica Fetullahista per la loro sicurezza e il futuro dei loro paesi. Domani potrebbe essere troppo tardi. A questo proposito vorrei sottolineare che tutti i riferimenti ai turchi e la Turchia che possono usare dalle istituzioni o le persone legate a questa organizzazione non hanno alcuna relazione con il nostro Paese."

"La Siria è dei siriani"

"Non abbiamo mai avuto l'obbiettivo di occupare le terre della Siria. La questione riguarda solo la Siria ei siriani" ha detto Erdogan continuando: "Nessuno dovrebbe avere obbirttivi sulle terre della Siria. L’offensiva a Jarabulus, lanciata con il sostegno che diamo per l'opposizione siriana, è fondamentale per ricostruire la stabilità, il benessere e l'equilibrio nella regione. Con questa operazione militare è diventato molto chiaro che la priorità delle organizzazioni terroristiche PKK e PYD non è combattere il DAESH"

"Dobbiamo lavorare insieme sulla zona di non volo"

Il presidente Erdogan sottolineando che, grazie all'offensiva “Scudo del Eufrate” a Jarabulus, gli abitanti della regione hanno iniziato a tornare a casa ha aggiunto: "Stiamo progettando di costruire case dotate di tutti i tipi di sostegno sociale per l'uso di tutti i rifugiati nella regione. Per questo motivo, dobbiamo mantenere una posizione ferma sulla decisione di istituire una zone di non volo per i luoghi che sono ora al sicuro e lavorare insieme in questo senso"

"L'ONU deve essere riformato"

"Dobbiamo garantire il più ampio accordo possibile per una riforma complessiva del Consiglio di sicurezza per rafforzare la sua qualità della rappresentazione e diventarle un'entità più democratica, equa, trasparente ed efficace. L'Organizzazione delle Nazioni Unite deve essere riformata. Mentre la responsabilità del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è di garantire la pace internazionale e la sicurezza, se non si riforma, è chiaro che tutti gli sforzi compiuti in questo senso non raggiungeranno i loro obiettivi in pieno. Ecco perché ogni volta faccio ricordare all’opinione pubblica internazionale la realtà che 'non ci sono solo cinque paesi in tutto il mondo' “ ha detto Erdogan

"La comunità internazionale deve riconoscere la possibilità di vivere in una Palestina libera"

"La comunità internazionale è in debito con i bambini palestinesi e deve riconoscere la possibilità di vivere in una Palestina libera come fonte di prosperità per tutti i palestinesi il cui capitale è Gerusalemme Est, basato sulla soluzione dei due stati per il popolo palestinese. Lo status sacro del-Al Aqsa deve essere rispettata, soprattutto da parte dell’Israele, e dovrebbe porre fine una volta per tutte alle violazioni di tale status"



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