Turchia nascosta

Hacivat Karagöz. Il Teatro delle Ombre era un teatro di strada, e ancora oggi tutto l'occorrente per una rappresentazione è contenuto in un unico baùle.

425346
Turchia nascosta


Il Ramadan, in Turco Ramazan, è il mese in cui il Corano fu rivelato al Profeta, e il mese in cui la comunità dei fedeli osserva il digiuno dall'alba al tramonto.

La sera, dopo la preghiera del tramonto, la cena che interrompe il digiuno è chiamata Iftar, e in ogni paese ci sono diverse tradizioni che lo accompagnano, dalle ricette tradizionali alle visite ai parenti.

Ma in Turchia, la serata che segue all'Iftar era molto attesa dai bambini: era il momento del Teatro delle Ombre.

La leggenda racconta che quando Bursa era la prima capitale del nascente Impero Ottomano, un sultano avesse ordinato la costruzione di una grande moschea votiva.

Tra i lavoratori che costruivano quella moschea c'erano due strani personaggi, grandi amici, sempre insieme, chiamati Karagöz e Hacivat.

I loro scherzi, battibecchi e battute li resero molto popolari tra i costruttori, che venivano distratti continuamente dal lavoro.

La costruzione della moschea andava per le lunghe, e il Sultano volle sapere la ragione: i sovrintendenti accusarono i due amici di essere responsabili dei ritardi, e il Sultano li fece decapitare.

La moschea fu terminata poco dopo, ma i lavoratori continuavano a ricordare i due compagni, che tanto li avevano divertiti.

Continuarono a ripetere i loro scherzi e le loro battute, e qualcuno cominciò a rappresentarli con figurine colorate: secondo la tradizione, così nacque il teatro delle ombre in Turchia.

Gli storici, come al solito, sono meno poetici: dicono che l'arte del teatro delle ombre fu introdotta in Turchia dall'Egitto, probabilmente tramite mercanti arabi che l'avevano conosciuta in Oriente, forse direttamente da Giava.

Evliya Çelebi, celebre viaggiatore che descrisse luoghi e usanze dell'Impero Ottomano, raccontò di aver assistito ad uno spettacolo di Karagöz e Hacivat dopo un iftar a Costantinopoli: da lui sappiamo che nel Diciassettesimo secolo era già una tradizione del Ramazan.

Gli spettacoli vengono rappresentati con le ombre colorate dei personaggi.

Le loro figure sono alte circa 30 centimetri, ritagliate da una pelle di cammello, e dipinte a mano con colori naturali: i colori sono molto vivaci, per essere ben visibili attraverso lo schermo di seta, semitrasparente.

La luce viene proiettata da dietro lo schermo, attraverso i personaggi, che sono articolati e vengono manovrati con delle bacchette.

Gli spettacoli consistono in vere e proprie commedie, e molti sono diventati classici.

Ai due personaggi principali, Karagöz e Hacivat, che danno il nome al teatro, se ne sono affiancati molti altri, stereotipi di umanità che mostrano uno spaccato di quella che era la società dell'Impero Ottomano nell'epoca d'oro.

Hacivat è educato e istruito, e le trame lo mostrano spesso tentare di insegnare le buone maniere a Karagöz, che invece ha modi da campagnòlo, e una parlàta rozza caratteristica.

Invariabilmente, Karagöz trascina l'amico nei guai, e se ne tira fuori grazie alle sue argùzie.

L'artista che anima i personaggi si chiama “hayali”, “illusionista”, o più spesso viene definito “Karagözcu”, dal nome del personaggio più popolare.

Ma la carriera per diventare un Maestro hayali non è nè breve, nè facile.

Non esistono scuole, e un apprendista può solo imparare da un Usta, un Maestro.

Si comincia dal livello più basso, il Sandikkar, dalla parola “sandik, che vuol dire baùle: può solo trasportare il baule che contiene il teatrino, fare le pulizie, preparare l'illuminazione.

Ma il Sandikkar non può nemmeno toccare le figurine dei personaggi.

Il livello successivo è quello di“Çirak: l'apprendista impara a disegnare i personaggi, a ritagliarli dalla pelle di cammello, e a dipingerli e articolarli: ogni Hayali deve sapersi fare i personaggi da solo, e imparare a conoscere il modo in cui si muovono e come reagiscono alla luce.

Il Çirak può assistere l'Usta durante la rappresentazione, animando i personaggi secondari e suonando il tamburello.

Non basta essere un buon illusionista per diventare Usta: è importante dimostrare di conoscere la storia e le tradizioni del Teatro delle Ombre, saper usare la musica e saper insegnare e tramandare l'arte .

Un Usta può anche scrivere nuove storie, purché restino nel solco di quelle tradizionali.

Solo un Usta può animare i personaggi principali e insegnare ad altri apprendisti: nella Turchia moderna sono rimasti solo poche decine di Maestri.

Il Teatro delle Ombre era un teatro di strada, e ancora oggi tutto l'occorrente per una rappresentazione è contenuto in un unico baùle.

Come in tutti i teatri di strada, la satira contro il Potere era un ingrediente essenziale del successo, ma il segreto stava nel presentarla in storie per bambini: mentre i più piccoli si deliziavano con le disavventure dei due amici di Bursa, allusioni e battute avevano spesso un significato diverso, che solo gli adulti potevano cogliere.

In questo modo, era garantito che i genitori non si annoiassero, e lasciassero che i bambini seguissero gli spettacoli dei teatrini ambulanti.

All'epoca d'oro della tradizione, gli spettacoli si svolgevano tipicamente nei cortili della tipiche case ottomane, di fronte alle famiglie allargate che si riunivano per l'Iftar.

Oggi resistono soprattutto in feste private o iftar organizzati, quasi esclusivamente durante il Ramazan: come tutti gli spettacoli dal vivo, anche il Teatro delle Ombre soffre la concorrenza dell'intrattenimento di massa, come cinema e televisione.

Non è una sorpresa notare che i bambini turchi di oggi abbiano più familiarità con la Playstation che con Karagöz e Hacivat.

Ma durante il Ramazan, in molti paesi e città della Turchia moderna, le poche decine di Usta aprono il loro baule, magari su un vecchio furgoncino, e accendono la lampada che proietterà le ombre dei due vecchi amici: il Sultano che li fece decapitare sarebbe stupito, sette secoli dopo, di sapere che tanti in Turchia sono pronti a fermarsi per ascoltare i battibecchi di Karagöz e Hacivat.



NOTIZIE CORRELATE