Droni da guerra diretti in Libia sono stati sequestrati in Italia
È stato riferito che i container sequestrati nel porto di Gioia Tauro, nell'Italia sudoccidentale, trasportavano armi e veicoli aerei senza equipaggio per scopi militari a Khalifa Haftar nell'est della Libia.
Le forze dell’ordine italiane hanno effettuato un sequestro a Gioia Tauro a bordo di una grossa nave portacontainer.
Due droni a uso bellico destinati alla Libia sono stati sequestrati dai finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria, nell'ambito di attività coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi svolte in collaborazione con l'Ufficio delle Dogane di Gioia Tauro. Sono stati individuaiti 6 container provenienti dalla Cina e destinati in Libia.
È stato riferito che i container sequestrati nel porto di Gioia Tauro, nell'Italia sudoccidentale, trasportavano armi e veicoli aerei senza equipaggio per scopi militari a Khalifa Haftar nell'est della Libia.
La Guardia di Finanzai precisa che, nell'ambito dell'indagine condotta dalla Procura di Palmi, "sono stati sequestrati equipaggiamenti militari velivoli senza pilota imballati in turbine eoliche in 6 container provenienti dalla Cina e la cui destinazione era la Libia."
Nella dichiarazione si osservava che il peso degli UAV assemblati era di oltre 3 tonnellate, la loro lunghezza era di oltre 10 metri e la loro apertura alare era di circa 20 metri.
Nella dichiarazione, è stato riferito che la decisione di sequestro è stata presa in linea con le decisioni delle Nazioni Unite sull’embargo sulle armi nei confronti della Libia.
Il Corriere della Sera ha scritto che alcuni container sono stati sequestrati dalla grande nave mercantile che le forze di sicurezza italiane hanno fermato al porto di Gioia Tauro il 18 giugno, sulla base delle informazioni ricevute dagli Stati Uniti.
Lo scopo dell'operazione era il sequestro di armi per un valore di milioni di dollari e che "secondo i forti sospetti dei funzionari statunitensi, la destinazione della nave era la città di Bengasi sotto il controllo di Khalifa Haftar", e che la nave era partita dal porto cinese di Shenzhen il 30 aprile. Si affermache dopo che i container sono stati sequestrati, ha lasciato l'Italia e continuato il suo viaggio.
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