Frode fiscale, Credit Suisse indagata da procura Milano

La procura di Milano ha iscritto sul registro degli indagati Credit Suisse come persona giuridica nell'ambito dell'inchiesta che ipotizza i reati di frode fiscale...

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Frode fiscale, Credit Suisse indagata da procura Milano

MILANO (Reuters) - La procura di Milano ha iscritto sul registro degli indagati Credit Suisse come persona giuridica nell'ambito dell'inchiesta che ipotizza i reati di frode fiscale, ostacolo all'attività di vigilanza e riciclaggio a carico di funzionari della banca, consulenti e finora centinaia di clienti italiani.

Lo hanno riferito fonti giudiziarie, precisando che l'iscrizione è avvenuta per effetto della legge 231 sulla responsabilità delle aziende per reati presupposti commessi da loro dirigenti.

Credit Suisse, in una dichiarazione di un portavoce, afferma che le sue "attività con clienti privati sono sistematicamente concentrate su patrimoni dichiarati" e il gruppo ha "chiare regole interne e processi per assicurare che si conduca il lavoro in accordo alle leggi in vigore in Italia. In relazione alla 'voluntary disclosure' approvata dal governo italiano nel 2014, Credit Suisse ha immediatamente chiesto ai propri clienti di fornire prove per dimostrare di essere in regola dal punto di vista fiscale. Questo processo è stato virtualmente concluso".

L'inchiesta, iniziata oltre un anno fa, ipotizza che, attraverso diversi strumenti, il principale dei quali un sistema di polizze assicurative di succursali di società del gruppo, circa 13mila clienti italiani avrebbero trasferito all'estero oltre 14 miliardi di euro.

Le fonti precisano che non è detto che tutti i 13.000 clienti finiranno sotto inchiesta penale: la Guardia di Finanza in questi mesi sta infatti controllando queste posizioni, per verificare e stralciare chi ha dichiarato al fisco quei depositi esteri, chi li ha regolarizzati con "scudi" o con la voluntary disclosure. Allo stesso modo, precisano le fonti, non tutti i 14 miliardi di euro risulteranno alla fine verosimilmente frutto di evasione fiscale.

L'inchiesta penale, aggiungono le fonti, dovrebbe essere chiusa nei prossimi mesi, entro comunque il 2016.

Le fonti confermano inoltre che, dopo le perquisizioni del dicembre 2014, fra gli atti a disposizione del pool di magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Greco, c'è un documento ideato dalla banca per i propri dipendenti.

In particolare, viene considerato particolarmente prezioso quello che è stato definito dalle fonti una specie di "prontuario" in formato informatico, per i propri funzionari in Italia. All'interno indicazioni - per il viaggio teso all'incontro col cliente italiano - di non portare con sé "documenti, computer, telefonini aziendali" collegabili alla banca, di non dire, se fermati dalle autorità, per chi si lavora, e di prepararsi una giustificazione "turistica" per il viaggio.



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