Melih Cevdet Anday
Melih Cevdet Anday è nato a Istanbul nel 1915.
Melih Cevdet Anday è nato a Istanbul nel 1915. Nel 1936, ha iniziato a frequentare la Facoltà di Lettere e Storia-Geografia. Nel 1938, si è recato in Belgio per studiare sociologia, tuttavia, dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale nel 1940, ha dovuto tornare in patria. Tra il 1942 e il 1951, lavorava come consulente di pubblicazione per il Dipartimento delle pubblicazioni del Ministero della Pubblica Istruzione turco, e successivamente lavorava come impiegato per la Biblioteca di Ankara. Nel 1951, è tornato a Istanbul e ha lavorato per il giornale Aksam. Durante questo periodo, ha scritto brevi articoli e saggi per Tercüman, Büyük Gazete, Tanin. Nello stesso tempo ha lavorato come responsabile delle sezioni di arte e letteratura degli stessi giornali. Dal 1954 in poi, insegna fonetica e corsi di dizione presso il Dipartimento di recitazione del Conservatorio Municipale di Istanbul. Tra il 1964 e il 1969, Anday è stato membro del consiglio di amministrazione della Radio Televisione turca. Quando si è ritirato dalla sua posizione nel Conservatorio nel 1977, Anday comincia a lavorare alla sede dell'UNESCO a Parigi come addetto alla cultura. Più tardi, è tornato in Turchia e ha cominciato a scrivere saggi per il giornale Cumhuriyet dal 1960 al 1990.
Penso a te
Non dormirai
L’oppressione nel tuo paese
Ti sveglierà con i rimbombi
Ti metterai a scrivere
Perché non sei quello che eri
Ora sei come una stazione telegrafica in solitudine
Prenderai le voci deboli
E le trasmetterai più forte
Non riuscirai a dormire
Prima che liberi il tuo paese
E il mondo diventi più giusto
Come si può dormire in queste condizioni?
Non dormirai
Finché non si veda l’alba
Scriverai manifestamente
Non dormirai, mai.
Tornerò
Scompone i tuoi capelli e implorando da lontano
Mi chiama la tua voce come un clima azzurro,
Nei miei sogni spargi luce e nostalgia
Degli alberi di Giudea dai rami aperti in cieli lindi.
Un mattino di maggio vivranno gli insetti
Il tuo vaso si riempirà di pazzi garofani,
E tu, come un arboscello sarai verdeggiante,
Le fresche strade acciotolate si riempiranno di uccelli.