Bodrum

Le Sette Meraviglie del mondo antico sono state considerate per secoli come il culmine inarrivabile e perduto delle capacità dell’Umanità.

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Bodrum

La Settima Meraviglia di Bodrum

Le Sette Meraviglie del mondo antico sono state considerate per secoli come il culmine inarrivabile e perduto delle capacità dell’Umanità.

Mentre alcune, come il Colosso di Rodi o i Giardini di Babilonia non sono probabilmente mai esistite nella forma che ci venne tramandata, altre furono distrutte nel corso della Storia.

Ben due delle Sette Meraviglie erano nell’attuale Turchia: una era il Tempio dell’Artémide di Efeso, di cui rimane solo una colonna, su cui cicogne amanti dell’Archeologia hanno fatto il nido.

Ma l’altra, un capolavoro architettonico che ha influenzato molti dei monumenti oggi famosi, non è più nemmeno un ricordo.

La parola “Mausolèo” è di uso comune, e nei libri di scuola che citavano le Sette Meraviglie veniva definito “la Tomba di Màusolo ad Alicarnasso”.

Il re Màusolo oggi è un perfetto sconosciuto, e Alicarnasso suona come il nome di un posto immaginario.

Invece è un posto non solo reale, ma popolarissimo tra i turisti, anche quelli che non hanno mai sentito parlare del re Màusolo: l’odierna Bodrum, nella provincia Egea di Mugla.

Bodrum non ha bisogno di presentazioni.

Insieme ad Antalya, è una delle destinazioni turistiche più popolari dell’intero Mediterraneo, e forse del mondo.

Le cale e baie della Penisola di Bodrum,, con pinete a picco sulle acque trasparenti dell’Egeo, a poche ore di volo dall’Europa del Nord, sembrano fatte per essere sui poster delle agenzie di viaggi.

Ma quando si chiamava Alicarnasso era una città commerciale, con un porto tra i più attivi della costa anatòlica.

Erodoto, che fu il primo a raccontare e tramandare la Storia come la intendiamo noi, nacque e crebbe qui, tra i racconti dei marinai e le leggende di regni perduti.

La Storia ha lasciato molte tracce a Bodrum, ma tra queste non c’è la Tomba di Màusolo, che la rese una delle capitali dell’Arte antica.

Era il tributo di una moglie innamorata al suo re: pochi decenni prima dell’invasione di Alessandro Magno, Màusolo era ufficialmente un sàtrapo dell’Impero Persiano ma di fatto il re di Caria: alla sua morte, la sua regina Artemisia volle far costruire una tomba memorabile per poter riposare accanto al marito.

I terremoti dei secoli seguenti e l’abbandono lo trasformarono in un cumulo di rovine di marmo.

Quando l’ordine cavalleresco dei Cavalieri Ospitalieri fu espulso dalla Palestina e si spostò a Rodi, ebbe il permesso dal Sultano Mehmet I di costruire un castello vicino alle rovine del Mausoléo: i Cavalieri erano famosi per la loro lealtà, e avrebbero protetto la costa dai pirati.

Il Castello di San Pietro venne chiamato “Petronium”, parola che venne accorciata dai locali in “Bodrum” e divenne sinonimo della città. Ma non fu costruito con pietre prese da una cava: il materiale per costruirlo venne quasi interamente dal glorioso cumulo di rovine del Mausolèo.

Colonne, pietre di marmo, fino al Diciannovésimo secolo persino bassorilievi erano visibili nelle mura e nelle torri del Castello di Bodrum.

Il castello fu usato per scopi militari fino alla Guerra di Indipendenza, quando venne abbandonato dai militari italiani, provenienti da Rodi, che avevano occupato la Turchia Sud Occidentale.

Quando i turisti europei in fuga dalle spiagge affollate di Spagna e Italia scoprirono la pittoresca cittadina sull’Egeo e le spiagge della sua penisola, la Storia di Bodrum cominciò a riemergere.

E riemerse letteralmente, dalle acque del mare: le immersioni subacquee erano diventate uno sport popolare, e il fondo del mare, davanti alla costa rocciosa e infìda dell’Egeo si rivelò costellato di relitti di navi antiche.

Migliaia di anfore, sculture e reperti che rivoluzionarono l’Archeologia dell’epoca vennero ripescati dal mare con tecniche sempre più sofisticate.

Il Castello di Bodrum diventò il Museo di Archeologia Subacquea di Bodrum.

Oggi è il più grande e più importante Museo del genere al mondo, e sicuramente l’unico che può vantare una sede tanto prestigiosa: forse ci sono altri musei in castelli crociati del Quindicesimo secolo, ma certo uno solo ha la sede costruita con i resti di una delle Sette meraviglie del Mondo.

Una delle esposizioni più spettacolari è quella del relitto di Uluburun.

Era una grande nave del Quattordicesimo secolo Avanti Cristo, cioè 3400 anni fa, in piena Età del Bronzo: sul fondo del mare furono trovati reperti e tesori provenienti da tutto il Mediterraneo che facevano parte del suo carico, compreso un sigillo di Nefertiti.
Ma a parte i reperti, la nave è stata ricostruita in una grande sala del Castello esattamente come fu trovata in fondo al mare: i visitatori possono avere la visione di un relitto come solo i suoi scopritori poterono vederlo.

Bodrum è al centro di una delle zone archeologiche più ricche del mondo, la costa Ionia dell’Egeo, dove le civiltà Ittite, Greche, Persiane, Ellenistiche, Romane, Bizantine, Latine e Ottomane hanno lasciato tesori inestimabili.

Le spiagge, i villagi turistici, i ristoranti sul mare e le discoteche l’hanno resa giustamente famosa in tutto il mondo, ma è possibile divertirsi al mare e al tempo stesso scoprire le meraviglie della sua Storia.

Una Storia che continua: anche se nessuno sa che aspetto avesse la Tomba di Màusolo che meravigliò gli antichi, i particolari architettonici caratteristici sono presenti ancora oggi.

Le idee di un gruppo di statue in cima ad un edificio, anziché di fronte, o di un colonnato in alto e non alla base oggi sembrano e sono comuni, ma furono usate la prima volta nella costruzione del Mausolèo di Bodrum.

Un contributo alla Storia e all’Arte molto più vasto di mare e sole, ma che si può apprezzare meglio in una vacanza sull’Egeo.


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