Sindaco italiano propone “controllo elettronico per profughi"
Non si tratta di limitare la libertà di circolazione o di espressione, ma di operare un controllo maggiore alla luce di molte notizie che dimostrano come questo Paese per molto tempo non abbia regolato adeguatamente i flussi migratori a discapito degli it
“Controllo elettronico dei profughi, per garantire più sicurezza del territorio” è la proposta del sindaco di Rovigo Massimo Bergamin
"Le vicende di queste ultime settimane- riferendo ad alcune vicende di violazione nel paese- ancora una volta dimostrano quanto sia disorganizzato il sistema politico-burocratico italiano per quanto riguarda la gestione dei clandestini-richiedenti asilo. Si offre vitto, alloggio, cure mediche, e quasi la cittadinanza, a persone che spesso non rispettano alcuna regola della convivenza civile. I dati definitivi ci dicono che solo ad una percentuale minima - meno del 10% - dei richiedenti asilo, viene riconosciuto la status di rifugiato. La mia visione va oltre le strumentalizzazioni politiche, e si occupa della sicurezza dei cittadini e del rispetto della legalità. Non si tratta di limitare la libertà di circolazione o di espressione, ma di operare un controllo maggiore alla luce di molte notizie che dimostrano come questo Paese per molto tempo non abbia regolato adeguatamente i flussi migratori a discapito degli italiani".
"Negli ultimi anni sono state stanziate più risorse per gli immigrati - quasi 5 miliardi di euro - che per i nostri giovani, anziani e persone in difficoltà a cui questo governo di sinistra ha destinato solo le briciole . Propongo quindi che, chi è ospitato nei nostri territori venga controllato giorno e notte con strumenti elettronici”, ha detto il sindaco.
La prima reazione alla proposta del sindaco di Rovigo è arrivata dal sindaco di Augusta Cettine Di Pietro. “ E’ una provocazione” e contro i diritti internazionali d’umanità.
Intanto secondo il sondaggio dell’IPSOS 7 su 10 italiani pensano che il loro paese ospiti tanti rifugiati e il 43% li considera come il motivo principale del disoccupazione.
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